Scrive Alessandra F., insegnante precaria dell’astigiano: dei colleghi di ruolo hanno deciso di condividere con noi precari il loro bonus per fare in modo che anche noi "figli di nessuno" potessimo godere di tale aggiornamento, dato che ogni giorno lavoriamo e collaboriamo con loro alla vita di classe.
Per pura solidarietà, questi prof fanno le veci del Miur, agevolando quella formazione in servizio dei colleghi. Perché con la riforma è diventata obbligatoria, senza distinzioni di sorta. Sono oltre 300mila i dipendenti della scuola inspiegabilmente esclusi dal decreto Miur 32313 del 23 settembre 2015: oltre i docenti precari, ci sono 200mila Ata, altri 2.200 educatori, di ruolo e non. Più circa 7.500 presidi.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): è fondamentale vincere da subito in tribunale questa battaglia di principio e di sostanza. Perché il bonus da 500 euro per l’aggiornamento, dal prossimo anno scolastico dovrebbe tramutarsi in una vera e propria ‘card’ e perdurare nel lungo periodo. Negli anni a venire. Producendo, oltre alla beffa morale, anche un’ingiusta sostanziosa sottrazione di denaro. Tutto diventerà chiaro, quando i collegi dei docenti delibereranno le attività formative obbligatorie da effettuare, tutte le categorie escluse dovranno pagarsi da sé aggiornamenti e strumenti.
Premesso che arriveranno nei loro istituti solo il 1° settembre 2016 e dovranno pure passare per il vaglio dei presidi, a breve si avrà conferma del pasticcio commesso dall’amministrazione nella sequenza delle operazioni propedeutiche alla realizzazione del piano straordinario di immissioni in ruolo: ciò perché il Ministero ha disposto l’assunzione, nella scuola secondaria, secondo classi concorsuali che dovranno essere ricondotte a sole sette aree. Così alle scuole arriveranno abilitati diversi da quelli che avevano chiesto.
Marcello Pacifico (presidente Anief): se le scuole avranno bisogno di docenti di matematica continueranno così a chiamare i supplenti. Perché i nuovi abilitati di diverse discipline, proprio come la matematica alle medie, sono stati esclusi dal piano di assunzioni. Mentre quegli istituti che hanno chiesto musicisti, se non più presenti nelle graduatorie ad esaurimento e di merito, si ritroveranno assegnati esperti in storia dell’arte, magari con l’hobby della musica. Per non insegnare, con tutta probabilità, mai più quella materia per anni hanno insegnato con passione, magari vicino casa. E questo sarebbe il merito tanto decantato dal Governo?
Si comunica che il Consiglio di Stato, relativamente ai ricorsi per l'Inserimento in GaE Diploma Magistrale RG nn. 2465/2015, 2466/2015, 2706/2015 e 2707/2015, ha stabilito un rinvio d'ufficio dell'udienza di merito fissata per il 1° dicembre 2015, fissando nuova data di discussione al prossimo 26 maggio 2016. ANIEF riapre i termini per aderire all’ottemperanza entro il 6 novembre.
Lo ha stabilito una sentenza del Tar dopo il ricorso dell’Anief: un principio che adesso dovrà essere considerato nel prossimo concorso bandito dal Miur.
Via libera alla partecipazione ai concorsi pubblici anche per i docenti già di ruolo: a stabilirlo è stato il Tar del Lazio, dopo il ricorso presentato dall’Anief.
Alla decisione dell’Anief di presentare ricorso gratuito al Tar, ha fatto seguito in queste ultime ore quella di tutti i sindacati rappresentativi che hanno chiesto compattamente spiegazioni formali al Miur sul motivo che ha portato a lasciare fuori dal finanziamento nazionale un dipendente della scuola su tre.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): questo bug ministeriale va sanato. Solo così si eviterebbe di cadere ancora una volta nell’errore di discriminare determinate fette di personale: basterebbe applicare la direttiva UE 70/1999, introdotta apposta da Bruxelles ai Paesi, ma ancora una volta la necessità di fare cassa sulla pelle dei lavoratori prevale sul rispetto delle norme e del buon senso.
Decretato definitivamente errato il D.D.G. n. 82/2012 dell’ultimo concorso a cattedra, che escludeva in modo illegittimo gli insegnanti già in servizio con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Nella sentenza i giudici amministrativi spiegano che la procedura concorsuale “è primariamente volta a selezionare i migliori per le posizioni da ricoprire, per cui la limitazione della platea dei candidati è certamente poco consona al perseguimento della finalità concorsuale”. Inoltre, sempre per il Tar, negando al personale docente di ruolo di accedere alla selezione vengono cassati “i principi costituzionali di eguaglianza e buon andamento”.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): l’amministrazione non può compiere ab origine l'esclusione dei docenti già in ruolo dalla possibilità di partecipare a una selezione pubblica, senza porre in essere un'ingiustificata disparità di trattamento che viola la Costituzione e la normativa primaria sulla materia. Ora, se il Miur non rettificherà fin da subito i requisiti del concorso 2015, sarà di nuovo battaglia in tribunale e vinceremo ancora, invocando il rispetto dei precetti sanciti dalla nostra Carta costituzionale. E lo stesso vale per i neo-laureati e i laureati che da anni svolgono attività di docenza nella scuola pubblica: da Viale Trastevere pensano, a torto, di negare pure a loro la possibilità di mettere in gioco la propria competenza.
Nella bozza pubblicata nelle ultime ore non vi è traccia dei finanziamenti necessari a dare seguito all’indicazione giunta ai presidi nei giorni scorsi dal Miur di poter sostituire i collaboratori scolastici anche dal primo giorno di assenza, in deroga al comma 332 dell’articolo 1 della Legge 190/14, che le aveva cancellate per la prima settimana con effetto esecutivo 1° settembre 2015. Anche questa categoria professionale, quindi, viene equiparata agli assistenti amministrativi e tecnici. Confermato pure lo stop alle supplenze da attuare nel primo giorno di assenza dei docenti. Il tutto avviene proprio mentre ci sarebbe stato maggior bisogno di risorse umane.
Marcello Pacifico (presidente Anief): ma che scuola è quella dove non ci sono nemmeno i bidelli per aprirla, chiuderla e sorvegliarla? Siamo francamente stupiti, perché la nostra richiesta era quella di estendere la salvaguardia delle supplenze dal primo giorno di assenza a tutte le categorie. Sul contratto, invece, la via del ricorso per recuperare il maltolto è inevitabile, perché il Governo si sta sempre più prendendo gioco di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici.
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