L’impalcatura di un contesto così penalizzante per i lavoratori pubblici, si basa su un quadro normativo nazionale anomalo, che in Italia ancora ripudia le direttive europee in materia di stabilizzazione automatica dei candidati con adeguato titolo di studio e posti liberi: l’azione sindacale contro l’abuso dei contratti a termine diventa, pertanto, l’unica strada percorribile per limitare i danni. Negli ultimi mesi, solo l’associazione sindacale Anief è riuscita a prosciugare, a favore dei lavoratori del comparto, l’appena istituito fondo previsto dal comma 132 della Legge 107/2015, per gli anni 2015 e 2016, relativo proprio per i risarcimenti riguardanti la stipula reiterata di contratti superiori ai 36 mesi anche non continuativi.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): con l’immissione in ruolo, che si continua a procrastinare sine die, si produce un profondo danno professionale, sia in termini di diritti sostanziali nei contratti che di progressione di carriera, ma anche di vita, con ripercussioni dirette sulla famiglia. Solo presso nove corti del lavoro piemontesi, dai nostri legali sono state vinte 70 cause, che hanno portato nelle tasche dei docenti e Ata danneggiati diverse mancate mensilità estive e scatti di anzianità, oltre che risarcimenti per violazione della normativa comunitaria. In attesa della loro stabilizzazione, è un risultato considerevole. Che presto obbligherà lo Stato a stanziare nuovi fondi per risarcire tanti precari che tanto valeva assumere.