Iniziano i ricorsi dei lavoratori del pubblico impiego per i risarcimenti.
ROMA, 6 APR - "Nessuno del nostro sindacato ha mai sconsigliato i docenti precari a partecipare al piano assunzioni della scorsa estate: se hanno rifiutato, la responsabilità è tutta di chi amministra la scuola che ha scelto di svilire le immissioni in ruolo introducendo la chiamata diretta senza una legittima progressione di carriera". Replica così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, alle dichiarazioni rilasciate dal Capo del Governo a proposito del suo rammarico perché "qualche professore" avendo sentito "il parere di qualche sindacalista stratega, non ha accettato il posto...". Premettendo che secondo la Corte Costituzionale "coloro che stipulano un contratto a tempo indeterminato sono portatori dei medesimi diritti garantiti per anni ai colleghi entrati precedentemente in ruolo" e "pertanto non esistono insegnanti di serie A e serie B", Pacifico ricorda che "quasi il 20% degli assunti con le fasi b) e c) della Buona Scuola, sono stati collocati dall'algoritmo secretato del Miur in una regione diversa. Specie nel corso della fase b), mentre grazie al 'potenziamento', la fase successiva, nessuno insegna più la sua materia". "Senza dimenticare - aggiunge - che ora, con la nuova mobilità, assisteremo a un esodo di massa. È un destino inevitabile, perché i docenti che fanno parte dell'organico potenziato, dovendo finire negli ambiti territoriali, sono destinati a essere confermati o trasferiti ogni triennio come docenti nomadi, erranti, transumanti. In base alle regole introdotte con la Legge 107/15, decine di migliaia di neo-assunti l'hanno scampata il primo anno per aver confermato la sede dove svolgevano la supplenza annuale. Con il nuovo anno, però, potranno essere dirottati altrove. E dopo tre anni gli si potrebbe chiedere ancora di ripartire. Così come - conclude Pacifico - i docenti di ruolo coinvolti nei nuovi trasferimenti". (ANSA).
Dal 28 sino a fine maggio previste le verifiche “computer based”. Mancano però ancora diversi commissari e presidenti. Come in Lazio e in Sicilia, dove sono stati allungati i tempi del loro reperimento, allargando anche ai pensionati. Come ci sono problemi per il reperimento delle aule informatiche. A mettere a rischio il regolare svolgimento delle prove non è di certo l’ondata di ricorsi prodotti dagli esclusi, circa 25mila solo con l’Anief, visto che le domande ordinarie presentate sono risultate inferiori alle attese: 165mila, anziché più di 200mila.
A porre il dubbio, rivolgendosi al Ministro Giannini, è stato stamane Mario Mauro, senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, nonché presidente dei Popolari per l'Italia, che ha presentato un'interrogazione per chiederle cosa intender fare qualora il Tar dovesse ammettere alle prove i candidati non abilitati: siamo dinanzi ai soliti annunci governativi rumorosi ai quali seguono incertezze e confusione così come accaduto per l'omicidio stradale, le unioni civili, il pagamento del canone Rai.
Marcello Pacifico (presidente Anief): in assenza dei vecchi criteri di selezione, presidenti e commissari latitano perché dovrebbero svolgere un lavoro super-impegnativo, in cambio di un compenso misero, appena 700 euro lordi, da svolgere principalmente in piena estate. Quando toccherà loro passare al vaglio anche 500 partecipanti. Il problema, quindi, non sono di certo alcune decine di migliaia di ricorrenti.
Francesca Puglisi, responsabile nazionale Scuola del Pd, ha detto di non avere la certezza che il nuovo sistema, che sta procedendo speditamente, entri in vigore con il nuovo anno scolastico. Lo stesso Renzi ci ha appena spronato dicendoci che siamo un po’ in ritardo.
Anief ricorda che nelle intenzioni della maggioranza di Governo, la riforma del settore dovrebbe essere finanziata con un meccanismo che prevede la copertura del 50% a carico dello Stato e dell’altro 50 % da dividere tra Regioni, Comuni e famiglie (sulla base dell'Isee). Ma viene da chiedersi: come potranno diverse regioni e comuni, con i bilanci in rosso, finanziare il progetto ed incrementare finalmente l’attuale copertura esigua del 25% del servizio in età prescolare?
Marcello Pacifico (presidente Anief): i docenti della scuola dell’infanzia statale e di riflesso i bambini che frequentano gli istituti sono relegati all’ultimo posto. Anche a seguito del concorso a cattedre, saranno meno di 7 mila i maestri d’infanzia curricolare ad essere assunti nel prossimo triennio, a fronte di decine di migliaia di posti liberi: quelle immissioni in ruolo, non copriranno nemmeno il turn over. La realtà è che servono risorse umane, finanziarie e aggiuntive da assegnare al Miur e alle scuole frequentate da bambini fino a 6 anni. I docenti ci sono: sono i vincitori e gli idonei dei concorsi, ma anche gli abilitati che stanno da anni e anni nelle GaE. Ma continuano ad essere lasciati in ‘letargo’.
Marcello Pacifico (presidente Anief): dieci anni fa il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, propose e convinse il Governo a far approvare un piano di assunzioni pari a 150 mila docenti. Senza però docenti ‘potenziatori’, che ogni tre anni dovranno ora cambiare sede di servizio e senza alcuna maggiorazione di stipendio. A ribadire come stanno le cose, di recente, è stata la Corte Costituzionale, ricordando che coloro che stipulano un contratto a tempo indeterminato sono portatori dei medesimi diritti garantiti per anni ai colleghi entrati precedentemente in ruolo. Invece, già da settembre 2016 e poi ogni triennio, i docenti coinvolti nei trasferimenti diventeranno dei nomadi.
Nel contratto 2016/18 salteranno gli scatti di anzianità
Roma, 5 apr. (AdnKronos) - L'accordo sottoscritto sui nuovi comparti del pubblico impiego "ha buone possibilità di falsare l'ultima rilevazione delle elezioni Rsu, appena concluse e delle deleghe nel
caso in cui la norma contrattuale sia interpretata in maniera restrittiva per le organizzazioni sindacali che potrebbero raggiungere il 5% in caso di fusione entro 30 giorni dalla sua approvazione. Per questo, il sindacato impugnerà l'accordo". E' quanto scrive l'Anief in una nota. Secondo Anief "la revisione realizza una mera tutela dei sindacati maggiori. Perché solo quelli che già superano la soglia del 5 per cento, tra dato elettorale ed associativo, potranno godere dei benefici della soluzione cosiddetta 'ponte'. Inoltre, a livello generale, l'accordo caldeggiato dalla parte pubblica metterebbe a serio rischio la contrattazione e le prerogative sindacali del prossimo triennio. Senza dimenticare che pone le basi per dire addio agli scatti di anzianità automatici". "Inoltre, per salvare gli stipendi, l'organizzazione sindacale ha già messo a disposizione il modello di diffida per richiedere l'adeguamento dei valori dell'indennità di vacanza contrattuale alla metà dell'inflazione, come registrata a partire dal settembre 2015 rispetto al blocco vigente dal 2008". "Quanto deciso oggi con la parte pubblica, non è altro che l'attuazione del decreto legislativo 150 del 2009 di riforma della PA, con l'assegnazione degli incentivi sganciati definitivamente dalla distribuzione a pioggia e ora legata alle performances del singolo lavoratore. In perfetto stile aziendale-privato.", sottolinea Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal. "Una logica, tra l'altro, anticipata nella Scuola, dove la legge 107 del 2015 ha introdotto un nuovo criterio della valutazione, basato proprio sul dare gli aumenti a pochi lavoratori, lasciando l'80 per cento del personale a bocca asciutta" conclude Pacifico.
ROMA, 1 APR - Nel concorso a cattedre "i primi nodi vengono al pettine: in quattro regioni ci sono più posti che domande". Lo segnala l'Anief. "Le rigidità sulla pre-selezione volute dal Miur a tutti i costi, si ritorcono contro la stessa amministrazione: in Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto, il numero di docenti che hanno presentato domanda - spiega il sindacato - è inferiore alla quantità di cattedre disponibili da mettere a ruolo. In Lombardia, ci sono 600 posti in più rispetto ai candidati". Per Marcello Pacifico (presidente Anief) "sarebbe bastato prevedere il loro accesso con riserva, come è stato fatto in passato con altri concorsi pubblici". "E non è un caso - osserva - se molti tra i ricorsi presentati dall'Anief a favore di tanti docenti di sostegno specializzandi, riguardino proprio le regioni dove oggi scarseggiano le domande rispetto ai posti messi a ruolo. Vorrà dire che il 'buco' verrà coperto grazie all'operato dell'Anief". (ANSA).
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.