Il d.d.l. sulla Scuola: La grande scaltrezza
"Facite ammuina ! Forse questa volta ci liberiamo dalla Scuola pubblica”.
Il d.d.l. sulla Scuola: La grande scaltrezza
"Facite ammuina ! Forse questa volta ci liberiamo dalla Scuola pubblica”.
Lo Stato dovrebbe permettere, in qualità di datore di lavoro di oltre 3 milioni e 300mila cittadini, di regolare la loro attività professionale attraverso un contratto che risponda alle norme nazionali ed europee: in tal modo si garantirebbe, ad esempio, la tutela del diritto all’avvicinamento alla famiglia dei lavoratori. Ma anche la possibilità di accesso ai pubblici uffici, all’equa retribuzione, alla giusta pensione e liquidazione al termine della carriera lavorativa. Invece, negli ultimi tempi abbiamo assistito ad una vera escalation di norme contrarie a queste indicazioni. E pure a quelle dell’UE, a tutela del lavoro e delle famiglie dei dipendenti.
La lista degli abusi verso chi opera per lo Stato italiano è lunga. Ad iniziare dai neo assunti nella scuola, costretti, con il beneplacito dei sindacati maggiori, a rinunciare al primo gradone stipendiale: significa che, in mancanza anche del rinnovo contrattuale, sono condannati a percepire lo stipendio minimo, tra i 1.200 e i 1.300 euro, per un decennio. Ma è sui precari che si concentrano maggiori vessazioni.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): in Italia è come se vi fosse una sorta di tassa da pagare sulla stabilizzazione, ogni discorso sulla mobilità dei neo-immessi in ruolo viene rimandato dopo tre anni. In barba al diritto di famiglia e al ricongiungimento ai propri cari anche quando vi sono posti liberi. Il paradosso è che ciò si applica nei confronti dei lavoratori statali, chiamati, per definizione, a difendere quotidianamente il rispetto per le legge e la sua corretta applicazione.
Il disegno di legge AC 3098 già approvato dal Senato, è all’esame della Commissione Affari Costituzionali. Presto arriverà nell’Aula di Montecitorio: i deputati saranno chiamati a valutare le novità sul fronte dell’accesso pensionistico, con danno economico non indifferente per i lavoratori in uscita, sui criteri di valutazione del personale, con lo stipendio fermo da oltre cinque anni, e sulle nuove procedure disciplinari da adottare, mentre i dirigenti e la classe politica continuano ad agire senza conseguenze sul loro operato.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): si intende continuare a considerare il personale statale come esclusivo portatore di doveri. Piuttosto che inasprire le norme sui lavoratori, vessando dei cittadini formati e tutti vincitori di un concorso pubblico, non sarebbe stato più utile frenare l'applicazione sistematica dello 'spoiling system', la cui incidenza negli ultimi anni è schizzata dall’8% al 20%?
Il presidente Anief, Marcello Pacifico, ricevuto dagli uffici di presidenza congiunti VII Commissione del Senato e VII Commissione della Camera dei Deputati, per spiegare tutti i motivi del dissenso del sindacato sulla riforma ‘La Buona Scuola’.
Le perplessità del sindacato sono state espresse anche da Andrea Marcucci (PD), presidente della VII Commissione Istruzione, che ha chiesto al Governo di trasmettere alla Commissione "una nota ufficiale recante l'indicazione puntuale dei tempi tecnici necessari per garantire, entro l'inizio del prossimo anno scolastico, la completa attuazione del piano straordinario di assunzioni previsto dall'articolo 10 del disegno di legge".
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): si fa sempre più impellente l’esigenza di stralciare le assunzioni dal disegno di legge e far approvare in tempi strettissimi un decreto dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
Pubblichiamo alcuni articoli su Anief al Senato, tutti i precari devono essere assunti subito dallo Stato, non dal preside-manager e intanto in Italia gli alunni con meno competenze, record di abbandoni e Neet.
Anche la scuola avrà presto i primi "esodati", docenti cioè che oggi insegnano e che il prossimo anno, dopo il piano straordinario del governo che prevede 100.701 assunzioni da settembre, non lo potranno più fare. A lanciare l'allarme sono state le associazioni dei docenti precari, sentite ieri in audizione sul ddl Buona scuola, dalle commissioni congiunte (Cultura e Istruzione) di Camera e Senato.
Alcune audizioni presso la VII commissione di Palazzo Madama. Spigolature, anelli al naso, verità di fede.
Il giorno 27 abbiamo udito qualcosa di nuovo: ci sono segnali interessanti ma anche le solite sparate cervellotiche. Al lettore, distinguere quali sono sparate e quali sono segnali di resipiscenza. L’ANIEF è stato audita giovedì 28, prima della pausa per le elezioni.
Lo ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente Anief, nel corso dell’audizione tenuta a Palazzo Madama, davanti agli Uffici di Presidenza congiunti della VII commissioni di Senato e Camera, presentando la posizione dell’organizzazione sindacale sulla riforma: negli istituti c’è un’insofferenza e una mobilitazione crescente, che neanche i sindacati riescono più a controllare. La scuola non è un’azienda e il dirigente non è il suo padrone, ha spiegato il sindacalista: la norma che amplia i poteri del preside deve essere bloccata e discussa con chi scenderà in piazza, anche questa sera in trenta città, perché ritiene l’istruzione un valore da difendere per tutti i cittadini. Vanno poi allargati i posti su cui immettere in ruolo: ci sono. Anche per i tanti abilitati dopo il 2011 rimasti esclusi. Lo Stato rischia risarcimenti record imposti dai tribunali: ai quali ci rivolgeremo se non saranno assunti.
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