Il ministro dell’Istruzione continua nella sua opera di difesa della riforma reclutamento dei docenti, contenuta nel Decreto Legge n. 36 inserito nel Pnnr ed ora al vaglio delle commissioni Istruzione e Affari Costituzionali del Senato dove il 20 giugno è prevista la votazione dell’Aula: oggi Patrizio Bianchi ha ribadito che il Pnrr “è fondamentale e determinerà la trasformazione della nostra scuola”, attraverso i “sei pilastri che riguardano come si formano i docenti e il modo in cui si assumono i docenti”. Secondo il ministro, inoltre, questa riforma eleverà “la qualità della formazione dei nostri insegnanti”.
Sarebbero pochi i fondi messi a disposizione dal Mef per evitare il dimezzamento della carta docente e al corpo insegnante, che nel volgere di alcuni anni perderà circa 10.000 posti di potenziamento, già previsti dalDecreto Legge n. 36inserito nel Pnnr ed ora al vaglio dellecommissioni Istruzione e Affari Costituzionali del Senato. Le forze politiche hanno chiesto oltre 450 milioni di euro per modificare la parte relativa alla scuola del decreto PNRR 2, ma, secondo quanto segnala Italia Oggi, dal Mef pare siano arrivate rassicurazioni solo per 16 milioni, una cifra decisamente bassa, probabilmente necessari solo ad evitare il taglio della carta docente e soltanto per il 2022”. Inoltre, “fumata nera anche per il finanziamento volto a coprire gli aumenti ai docenti che parteciperanno alla formazione incentivata. Servirebbero 380 milioni di euro per evitare il taglio di oltre 11mila cattedre, troppo per il Ministero dell’Economia. Bisognerà attendere, dunque, la prossima Legge di Bilancio, ma, ripete il ministro Daniele Franco, dovrà esserci la volontà politica per compensare i tagli previsti. Difficilmente, però, questo sarà possibile con il decreto PNRR 2, il cui varo è atteso entro il 29 giugno”.
Invece di aumentare il budget annuale per la carta del docente e allargarlo ai precari, come deciso con Ordinanza della Corte di Giustizia Europea alcuni giorni fa, chi gestisce la scuola sta lavorando per ridurlo fino a portarla a quasi dimezzarsi: la I e VII commissione del Senato avrebbero trovato le risorse per salvare la card da 500 euro annuale rivolta a tutti i docenti, solo dal primo anno di tagli previsto dalDecreto Legge n. 36inserito nel Pnnr. Diversi partiti politici, anche della maggioranza, secondo Italia Oggi “hanno chiesto oltre 450 milioni Italia Oggi” di euro per modificare la parte relativa alla scuola del decreto PNRR 2, e dal Mef pare siano arrivate rassicurazioni solo per 16 milioni, utile ad evitare la decurtazione della carta docente soltanto per l’assegnazione prevista per il prossimo mese di settembre 2022. “Niente da fare, dunque, per i restanti 34 milioni di euro che servirebbero ad evitare il decurtamento fino a giugno 2023 e i successivi 90 milioni per evitare che la misura entri a regime”, osserva Orizzonte Scuola.
L’Aran ha convocato i sindacati rappresentativi della scuola per martedì 28 giugno: al centro dell’incontro, il terzo in poche settimane, c’è sempre il rinnovo del contratto di categoria. “Il nostro obiettivo – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è quello di chiudere con sollecitudine la trattativa di questo contratto aumentando il più possibile le risorse, al momento pari a non pià di 50-60 euro medi netti di aumento, coscienti anche che si tratta di un periodo contrattuale già chiuso, il 2019-21. Ecco perché serve un contratto collettivo nazionale ‘ponte’, così da dare una risposta immediata agli stipendi sempre arretrati rispetto al costo della vita, con i nostri docenti e Ata penalizzati due volte. Sempre dando per scontato che arriveranno importanti modifiche al il Decreto Legge n. 36 inserito nel Pnnr”.