L’emergenza Covid ha fatto emergere i “buchi” tra il personale docente, ma anche tra gli amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici: è fondamentale, in vista dell’avvio del prossimo anno, cancellare l’articolo 1, comma 3, del D. P. R. 22 giugno 2009, n. 119, che ha spazzato via oltre 40mila posti di Ata nella scuola. In caso contrario verrebbe meno l’efficienza e la sicurezza delle istituzioni scolastiche. A chiederlo ai senatori della VI Commissione, anche in audizione, è il sindacato Anief, con un emendamento al decreto 2505 Sostegni ter.
Al personale docente e Ata sospeso dal servizio e privato dell’intero stipendio va corrisposto un assegno alimentare per garantire loro almeno il sostentamento. Lo chiede l’Anief, con un emendamento al decreto legge 2505 Sostegni ter. La misura, presentata questa settimana in audizione ai senatori della VI Commissione, riguarda “tutta la durata della sospensione del servizio” di lavoratori, sulla cui uscita coatta dal luogo di lavoro presto si esprimeranno i tribunali.
Le elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione vanno svolte entro il prossimo 31 maggio: lo chiede il sindacato Anief attraverso un emendamento al DL 2505 Sostegni ter. La misura, rivendicata anche in audizione, dinanzi ai senatori della VI Commissione, intende “fissare un termine definito e congruo prima della fine delle attività didattiche perché con ordinanza ministeriale siano svolte le procedure di rinnovo della componente CSPI”, organismo fondamentale per il suo ruolo strategico e democratico all’interno della scuola, “già prorogate e in scadenza al 31 agosto successivo”.
Il Governo sulla scuola non ha fatto centro: è stato un errore avere puntato tutte le carte sulla campagna vaccinale, sopravvalutandone l’efficacia e trascurando alcune cruciali misure non farmacologiche. A 24 mesi dallo scoppio dell’epidemia da Covid, ci si rende conto che per salvaguardare la didattica, gli alunni e il personale scolastico bisognava investire sul “ricambio d’aria, che si attua con i purificatori e la ventilazione meccanica controllata”. Lo scrive oggi La Repubblica, che scredita una volta per tutte il “racconto ufficiale” che ha “accreditato l’idea che i vaccinati non trasmettessero l’infezione (o lo facessero assai raramente), o che la vaccinazione di massa avrebbe potuto assicurare l’immunità di gregge. Di qui lo scarso interesse per altri tipi di intervento, primo fra tutti la messa in sicurezza degli ambienti chiusi”. Ne consegue che “in vista del quarto anno scolastico dallo scoppio dell’epidemia, siamo ancora una volta in ritardo. L’esperienza di chi ci ha provato suggerisce che, per attrezzare le aule scolastiche contro il contagio, tra procedure burocratiche, scelta dei macchinari, interventi edilizi, occorrono come minimo sei mesi. Se si vuole ancora fare qualcosa occorre muoversi. Adesso”.
Dal prossimo 10 marzo si potrà tornare a bere e a mangiare nelle sale dei cinema e dei teatri: lo ha deciso il governo, che ha dato parere favorevole a un emendamento al decreto sull’obbligo della vaccinazione. Ma soprattutto, l'esecutivo ha detto sì a diversi ordini del giorno riguardanti la possibilità di valutare un graduale allentamento delle misure anti-Covid. Lo stesso premier Mario Draghi ha detto di volere uscire al più presto dalla pandemia, con una road map che da qui al 31 marzo indichi la strada.