Bandire una procedura straordinaria per titoli riservata agli insegnanti di religione cattolica in possesso dell'idoneità rilasciata dall'ordinario diocesano competente per territorio e 36 mesi di servizio nell'insegnamento della disciplina nelle scuole del sistema nazionale di istruzione: ai vincitori del concorso sarà assegnata la metà dei posti vacanti e disponibili a partire dall'anno scolastico 2023/2024 e per gli anni successivi. La proposta, che non avrebbe alcun impatto finanziario per lo Stato, è stata presentata dal sindacato Anief - sotto forma di emendamento al disegno di legge 2505 Sostegni ter - nel corso dell’audizione svolta ieri dinanzi ai senatori della VI Commissione del Senato e intende superare lo stato di stallo in cui versano gli insegnanti di religione il cui ultimo concorso è stato pubblicato nel lontano 2003.
Presto dovrà essere presa una decisione su come collocare la formazione obbligatoria dei docenti all’interno del nuovo contratto nazionale di lavoro: se con la Buona Scuola di Renzi, nel luglio 2015, è diventata un diritto dovere annuale, da definire da ogni collegio dei docenti, la parte attuativa non è stata mai sottoscritta. Le intenzioni del ministro dell’Istruzione, su come definirla, sono contenute nell’Atto di indirizzo già presentato, nel quale si anticipa che “il contratto definirà un pacchetto di ore specificamente e obbligatoriamente destinate alla formazione, finalizzate in particolare alla formazione dei docenti. (…)Il contratto, valorizzando l’impegno ulteriore previsto per tutto il personale e fermo restando il principio della remunerazione per il lavoro svolto al di fuori dell’orario di servizio, potrà altresì prevedere le modalità attraverso le quali l’impegno in attività di formazione in servizio certificate, valutate e coerenti con l’attività didattica svolta si collegherà a ulteriori sviluppi di valorizzazione professionale”. Questo è ancora un foglio bianco tutto da scrivere, ricorda Orizzonte Scuola.
Il giovane sindacato ha ufficialmente chiesto modifiche all’anno di prova dei 12mila insegnanti della prima fascia delle graduatorie per le supplenze assunti nel 2021: per loro era stato previsto il superamento di un’ulteriore prova di cui ancora oggi non si hanno conferme. Secondo il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, “quando si supera l'anno di prova si supera il livello collegiale e scatta la conferma nei ruoli dello Stato. Come pure vanno assunti gli idonei dell'ultimo concorso ordinario: come per le procedure Stem, delle materie scientifiche, anche per i concorsi ordinari bisogna fare in modo di assumerli attraverso lo scorrimento delle graduatorie di merito. E poi ci sono gli Ata, che devono salire di livello professionale”. Il sindacalista lo ha dichiarato oggi nel corso di un’audizione svolta dinanzi ai senatori della VI commissione di Palazzo Madama per introdurre emendamenti al disegno di legge 2505 Sostegni ter.
Tra gli emendamenti al DL presentati dal sindacato ci sono anche le assunzioni dei docenti di religione cattolica, di chi ha svolto l’anno di prova dopo essere stato assunto da Gps, dei candidati risultati idonei nelle procedure concorsuali, dei facenti funzione Dsga e i passaggi verticali Ata, il dimensionamento da cancellare e il ripristino delle norme precedenti alla riforma Gelmini, l’assegnazione provvisoria da allargare, gli organici Covid da mantenere e collocare in organico di diritto, il personale Ata da valorizzare, le elezioni Cspi da attuare, l’assegno alimentare per i non vaccinati, la conferma dell’immissione in ruolo dei docenti assunti con riserva, le misure a sostegno degli Enti di Ricerca non vigilati dal Mur. Per finire, Anief ha chiesto, ai fini del reclutamento dei dirigenti scolastici, l’ammissione dei ricorrenti avverso il bando di concorso 2011 e dei presidi incaricati a un nuovo corso intensivo per l’immissione nei ruoli di dirigente scolastico per sanare il contenzioso arrivato alla Corte Costituzionale.
“Nella scuola vi sono diversi problemi irrisolti, in particolare sul personale scolastico e il funzionamento delle scuole, ma anche dei lavoratori degli enti di ricerca, che rimangono urgenti in questo periodo di pandemia: tra i più importanti c’è la mancata considerazione del fatto che Anief ha ottenuto dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa e da quello dei Diritti Sociali l'accoglimento di una denuncia che obbliga lo Stato Italiano a risolvere il problema del precariato entro il 2022”. A dirlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’audizione svolta dinanzi ai senatori della VI commissione di Palazzo Madama per introdurre emendamenti al disegno di legge 2505 Sostegni ter.