Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief, durante il seminario sulla legislazione scolastica organizzato per la provincia di Trapani, ha detto che “non è giusto lavorare come precario per vent'anni, rinunciare ai propri affetti per raggiungere l'agognata immissione in ruolo e poi non poter godere del lavoro di una vita nella tarda età, perché si è inseriti in un sistema che classifica la scuola italiana come la più vecchia e precaria al mondo. Servono risposte dalla politica, noi le aspettiamo”.
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Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, durante il seminario sulla legislazione scolastica organizzato per le province di Varese e Como, ha affermato che “il personale della scuola, piuttosto che supporto psicologico come previsto dal decreto legge Sostegni appena approvato, deve ricevere un'indennità specifica da rischio Covid-19 per ogni giorno svolto di lavoro in presenza, così come richiesto da Anief sia in Italia che in Europa”.
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Nella scuola le nuove norme su domanda di accertamento di disabilità, il profilo di funzionamento, progetto individuale, il cosiddetto PEI, come indicato negli articoli 5, 7 e 10 del d.lgs. n. 66/2017, interessano soltanto gli alunni che da quest’anno passano da un grado d’istruzione all’altro: così hanno stabilito i giudici della terza sezione bis del Tar Lazio con sentenza breve n. 3084/2021 su ricorso presentato dagli avvocati di Anief, Maresca, Mendicino e Miceli per ottenere il rapporto 1/1 di 25 ore rispetto alle 17 ore attribuite dal dirigente scolastico a una bambina con disabilità grave certificata con ex comma 3, art. 3, legge 104/1992, in assenza di indicazioni specifiche adottate nel PEI, che devono sempre essere richiamate. Secondo Marcello Pacifico, che guida l’Anief, “a questo punto si è ancora in tempo per rivedere ulteriormente l’applicazione di norme che devono andare a garantire quanto già dalla Consulta ribadito con la sentenza n. 81/2010”.
Sale la delusione tra il personale scolastico neo assunto per la mancata cancellazione nel Decreto Legge “Sostegni” del vincolo quinquennale che continua a costringere migliaia di docenti e immessi in ruolo nel 2020 Ata a lavorare lontano da casa pur in presenza di posti molti più vicini: “è una storia che nasconde storie di delusione e di stanchezza, di rabbia e di demotivazione”, si legge oggi in una inchiesta realizzata dalla Orizzonte Scuola. Lo scoramento tra il personale interessato è notevole e ben rappresentato dall’inchiesta odierna della stessa rivista specializzata. Una maestra ricorda che “migliaia di docenti si trovano impossibilitati nel chiedere mobilità, assegnazione provvisoria, utilizzazione, art. 36. Addirittura non è concesso alcun movimento neppure per madri con figli minori di 3 anni o titolari di legge 104. In questo ultimo caso è possibile concedere la mobilità solo se lo stato di invalidità si è presentato dopo la pubblicazione del bando concorsuale che si è espletato”. Anche la motivazione di fondo che ha portato al vincolo, la supposta continuità didattica che garantirebbe, è stato dimostrato che si realizza solo in teoria.
Secondo Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief, “si tratterebbe di una disposizione di buon senso e a costo zero. Quindi, si avrebbero solo vantaggi: per i diretti interessati, per la sua salute e quella di tutti. Cosa aspettiamo? La speranza, per salvare la situazione in vista dell’inizio del prossimo anno scolastica, è far passare un emendamento in questa direzione nella conversione in legge del decreto Sostegni. Altrimenti – conclude Pacifico -, come da noi annunciato nei giorni scorsi, la questione passerà direttamente in tribunale”.