Il Collegio dei Docenti è sovrano anche nella somministrazione della didattica digitale integrata che, a seguito dell’ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte il 24 ottobre scorso, è stata introdotta obbligatoriamente in tutte le scuole superiori almeno per il 75% fino al prossimo 24 novembre. Il concetto, alla base delle scelte condivise e democratiche che governano la scuola pubblica, è il cuore pulsante che regola l’intero contratto integrativo sulla didattica digitale integrata “nella modalità a distanza”. Il documento, sottoscritto anche dall’Anief, ora viene raccolto dalle istituzioni scolastiche locali che fanno capo al Ministero dell’Istruzione, ad iniziare dagli Uffici scolastici regionali. Uno di questi è l’Usr Lombardia che, attraverso una nota specifica sull’argomento, ha puntualizzato lo spirito del Dpcm e delle conseguenti disposizioni: sarà il Collegio dei Docenti – precisa la nota USR Lombardia – organo tecnico per definizione, ad individuare le attività da svolgere in presenza per specifiche classi (intese come annualità) e per specifiche discipline.
“La sottolineatura dell’Usr Lombardia – commenta Marcello Pacifico, leader Anief – non è altro che la consecutio di quello che abbiamo sin da subito espresso commentando l’avvenuta sottoscrizione del contratto nazionale sulla didattica digitale integrata: spetta al Collegio dei docenti il necessario aggiornamento del Piano scolastico per l'erogazione della DDI. Tale esercizio si esplica, quindi, solo attraverso il parere motivato e deliberato degli organi collegiali, avendo naturalmente pieno rispetto del contratto, inclusi i permessi per la partecipazione alle assemblee sindacali. Non spetta, dunque, al dirigente scolastico formulare il piano delle attività della DDI: il contratto da noi firmato e che regola un ambito, quello della DaD, sul quale durante il lockdown primaverile ci si era mossi senza alcun riferimento, non è un caso che richiami le recenti linee guida sulla stessa didattica digitale integrata. Le quali, tra le altre disposizioni, prevedono un minimo di 20 ore di lezioni per la scuola secondaria di secondo grado e di 15 ore per il primo ciclo, con la riduzione a 10 solo per le classi prime della scuola primaria. E sempre in tema di ore – conclude Pacifico – siamo riusciti a non fare approvare improbabili ‘banche di recupero’ di cui non c’è traccia in alcun dispositivo normativo vigente”.