Si è svolto l’incontro tra il Mur e l’Anief sul tema degli ex lettori di madre lingua. In apertura i rappresentanti del MUR hanno fornito un quadro riepilogativo della situazione degli ex lettori nelle università italiane
Si è svolto l’incontro tra il Mur e l’Anief sul tema degli ex lettori di madre lingua. In apertura i rappresentanti del MUR hanno fornito un quadro riepilogativo della situazione degli ex lettori nelle università italiane
Aveva ragione l'Anief e il Consiglio di Stato lo scrive a chiare lettere con un'Ordinanza esemplare ottenuta dagli Avvocati Ida Mendicino e Donatella Longo ed emanata oggi in favore di quei candidati che, secondo il DD n. 510/2020 non avrebbero potuto partecipare al Concorso Straordinario perché non erano formalmente iscritti ai corsi di specializzazione sostegno (TFA) perché non avviati entro il 29 dicembre 2019 o non conclusi entro il termine fisso previsto. Marcello Pacifico (Anief): “Escludere dalla partecipazione al Concorso Straordinario quanti si sono potuti iscrivere al V ciclo TFA Sostegno solo successivamente al 29 dicembre 2019, o si sono specializzati dopo la data del 15 luglio 2020, era irragionevole e discriminante e il Consiglio di Stato ci ha dato ragione dichiarando rilevante la questione di legittimità costituzionale della norma primaria in relazione agli artt. 2, 3, 32, 34, 97 e 113 della nostra Costituzione”
Via libera da parte del Comitato tecnico scientifico alla ripresa del concorso straordinario per l’immissione in ruolo di 32mila docenti che abbiano insegnato almeno tre anni nella scuola secondaria: gli esperti hanno autorizzato lo svolgimento delle ultime quattro prove che erano rimaste sospese, già programmate per i giorni 15, 16, 18 e 19 febbraio prossimi. Le verifiche si svolgeranno con una media di 10 candidati per aula, dunque nei limiti previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 14 gennaio. Coloro che supereranno la prova – servirà acquisire almeno 56/80 punti - ma non rientreranno nel numero dei posti banditi per la propria classe di concorso nella regione scelta, conseguiranno comunque l’abilitazione all’insegnamento secondo una procedura ancora non specificata dal Ministero dell’Istruzione.
Per il ministero dell’Istruzione l’obiettivo rimane quello di avere tutti i vincitori entro il prossimo mese di settembre, allo scopo di poterli già avere a disposizione e gradualmente assumerli a partire dal prossimo avvio di anno scolastico. Secondo Anief, non è detto comunque che il programma venga rispettato: si dovrà, infatti, anche attendere l’esito delle prove suppletive ordinate dai giudici per via delle immotivate esclusioni di tanti candidati che non hanno potuto partecipare alle prove per via del Covid, per i quali il giovane sindacato continua a raccogliere adesioni per presentare ricorso. Ammesso, comunque, che si faccia in tempo, questa procedura inciderà solo in modo minimale sulla lotta al precariato cronico.
“Finché non si trasformerà tutto l’organico di fatto in quello di diritto, il problema delle assegnazioni annuali rimarrà in piedi – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e a questo va aggiunto che occorre una volta per tutte mutare i concorsi straordinari: non possiamo permetterci di renderli selettivi, perché vi partecipano dei docenti già ampiamente titolati e con lunghi servizi di supplenza alle spalle che non possono essere respinti. Come bisognerà farvi accedere anche i tanti supplenti oggi esclusi, come quelli della scuola dell’infanzia e primaria, gli Itp, di religione cattolica (ancora di più dopo l’intesa di dicembre tra Cei e ministero dell’Istruzione) e gli educatori. Lo dice la logica, ma anche la direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE sulle immissioni in ruolo automatica di chi svolge 36 mesi su posto vacanti. Una mancanza gravissima ravvisata pure dal Comitato dei diritti sociali europei, che ha di recente accolto il nostro ricorso n. 146/2017 e dato in questo modo piena ragione ai precari che hanno chiesto un parare sulla reiterazione dei contratti a termine. Una pratica tutta italiana che non fa altro che allargare il numero dei ricorsi al giudice del lavoro, per recuperare l’indennizzo equo per il danno subito. Nello stesso tempo – continua Pacifico – dovranno essere organizzati corsi abilitanti periodici, senza più numero chiuso, oltre che la riapertura periodica delle GaE”.
Arriva dal Tribunale del Lavoro di Castrovillari (CS) una nuova vittoria ottenuta dall'Anief che annulla il CCNI sulla mobilità nella parte in cui non attribuisce ai lavoratori la precedenza per assistenza al genitore disabile nei movimenti interprovinciali. “Siamo già pronti a procedere in giudizio anche per le prossime procedure di trasferimento non solo per rivendicare il diritto di precedenza nei trasferimenti per assistenza al genitore con disabilità, ma anche per l'eliminazione del vincolo quinquennale di permanenza nella sede di titolarità per i neoimmessi in ruolo e per altri diritti violati anche nelle Tabelle titoli mobilità”. Preadesioni aperte per i ricorsi contro il vincolo quinquennale per ricevere, all'atto dell'avvio delle nuove procedure di trasferimento, tutte le indicazioni per presentare domanda indicando i titoli culturali, di precedenza e i servizi utili ai fini del contenzioso.
No all’allungamento del calendario scolastico perché non ve ne sono i presupposti; la prossima maturità si dovrà svolgere ancora con un unico orale, come nel 2020; assumere subito i precari con canale riservato, come ci chiede l’Europa perché i supplenti con 36 mesi hanno competenze da vendere e non squalificano la didattica; estendere l’obbligo formativo dai tra anni fino alla maggiore età degli alunni; classi da massimo 15 alunni, con Lim e connessioni web veloci: sono questi, secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, i punti prioritari che il nuovo Governo di Mario Draghi dovrà mettere in agenda per rilanciare la scuola. In una intervista a Orizzonte Scuola, il sindacalista autonomo spiega che “l’unica ipotesi per cambiare il calendario scolastico potrebbe essere giustificata soltanto da una chiusura totale di tutte le attività didattiche, ascoltando comunque le parti sociali e le istituzioni scolastiche. Non si può pensare che si sta scherzando, quando addirittura la legge prevede che tutta l’attività fatta sia oggetto di scrutini finali”.
CCNL 2016/18 -