Tramonta definitivamente il contenitore di disposizioni, predisposto nei primi giorni di agosto dal Consiglio dei Ministri con l’anomala formula del “salvo-intese”, per andare incontro ad una parte del personale non di ruolo. A questo punto, spetterà al nuovo Esecutivo di farsi carico del complesso problema della supplentite che nessuno è riuscito non solo a debellare ma nemmeno a ridurre. Perché il problema del precariato in Italia è il risultato di scelte scellerate, come quella di non riaprire le graduatorie ex permanenti (provinciali), ancora utili al 50% delle immissioni in ruolo annuali, a tutto il personale abilitato. Tutto ciò causato da una politica economico-finanziaria di natura restrittiva che non ha permesso la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto. Parallelamente, si è fatto cassa con il taglio degli organici e lo stallo degli stipendi.
Secondo Marcello Pacifico (Anief), il decreto salva-precari prodotto dal Governo, avrebbe inficiato lo stato delle sentenze della Consulta e della Cassazione sul reclutamento da GAE, riparatorie e risarcitorie rispetto all’abuso dei contratti a termine, e delle assunzioni una tantum. Diventa necessario, dunque, riaprire annualmente le GaE al personale abilitato e ai prossimi abilitati PAS, inclusi educatori, ITP, diplomati magistrali, e procedere alla trasformazione delle graduatorie d’istituto in provinciali, considerato che da anni sono il principale bacino dal quale attingere i supplenti e prova ne sono altresì le migliaia di domande di messa a disposizione. Come diventa fondamentale procedere con il reclutamento da graduatorie di merito, regionali e d’istituto. Si deve anche attuare la la stabilizzazione dei precari Ata, educatori ed assistenti alla comunicazione, lsu, la conferma dei ruoli degli insegnanti assunti con riserva dopo il superamento dell'anno di prova, la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con rivisitazione della ricostruzione di carriera. Oltre che sul fronte del precariato, il sindacato reputa indispensabile operare con urgenza sugli organici, debellando quelli di fatto e potenziando quelli posti nei territori a rischio. E infine aumentare gli stipendi partendo dalle risorse già presenti