Il 19 e il 20 settembre, nel capoluogo siciliano, si avvia il progetto dalla Cesi Accademia Europea sul tema “Lavoro precario - dotare i sindacati delle capacità necessarie per raccogliere nuove sfide” finanziato dalla Commissione Ue. Marcello Pacifico (vicepresidente Academy Cesi e presidente Anief): “È un'occasione importante per analizzare un’emergenza globale, molto sentita in particolare nel lavoro pubblico di alcuni Stati europei e nella scuola italiana, a cui fornire risposte per dare attuazione alla risoluzione del Parlamento europeo e modificare l'attuale direttiva ormai vecchia di vent'anni".
Chi lavora a scuola guadagna poco. Anzi, pochissimo. Lo conferma l’Agenzia di rappresentanza dell’amministrazione pubblica, che è andata a quantificare i compensi del personale scolastico fino all’anno 2017, assieme alle elaborazioni statistiche sulle retribuzioni medie del personale della Pubblica Amministrazione per tipologia di personale. I numeri, ripresi dalla rivista Orizzonte Scuola, frutto dell’elaborazione dei dati della Ragioneria generale dello Stato, confermano che i docenti sono il fanalino di coda della pubblica amministrazione: il compenso annuo è pari a soli 29.629 euro lordi, con gli insegnanti a tempo indeterminato appena sopra di quasi 300 euro, i colleghi precari fermi a 27.173 euro; si elevano un po’ i docenti di religione, il cui guadagno medio annuo arriva a 32.321 euro (sempre lordi).
Ancor meno dei docenti guadagna il personale ATA, per il quale la Ragioneria generale dello Stato propone un unico dato stipendiale di categoria: lo stipendio medio annuale è di 22.154 euro, anche questi lordi. Una cifra che, al netto, per un collaboratore scolastico neo assunto si trasforma in mille euro al mese e che per gli amministrativi a fine carriera arriva a malapena a 1.400 euro. Sono stipendi che si commentano da soli, talmente bassi, che al di sotto non vengono riscontrati in nessun’altra categoria dell’amministrazione dello Stato.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “nel computo della Ragioneria dello Stato, mancano gli aumenti-mancia del 3,48% del Governo Gentiloni, arrivati dopo quasi dieci anni di blocco, più l’indennità di vacanza contrattuale, di poco superiore allo 0,5%, introdotta da aprile dalla maggioranza giallo-verde per la scadenza di quel contratto. Tuttavia, si tratta di incrementi, che mediamente si attestavano a 85 euro lordi mensili, e che non hanno nemmeno messo nel mirino l'inflazione degli ultimi dieci anni, salita di circa il 14%, di cui 8 punti accumulati tra il 2007 e il 2015. Ecco perché agiamo su due fronti, sia su quello giudiziario nazionale sia su quello europeo, e non ci rassegniamo a soccombere”.
Gli interessati sono i circa 25 mila insegnanti che hanno appena sottoscritto il contratto a tempo indeterminato, oltre 7 mila tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici anche loro appena immessi in ruolo. Il giovane sindacato Anief ricorda di stare attenti alla valutazione per intero di tutto il servizio pre-ruolo, perché in caso contrario sarà necessario ricorrere al giudice del lavoro per ottenere quanto spettante in base all'orientamento della giurisprudenza sulla materia. Le scuole dovranno inviare i decreti al MEF entro il 31 dicembre. Per adesioni vai al seguente link.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “per il personale scolastico neo assunto è importantissimo farsi riconoscere per intero tutto il servizio pre-ruolo. Perché è un diritto che non va calpestato. Perché gli stipendi di chi lavora nella scuola sono già tra i più bassi dell’area Ocde. Perché l’incremento ha riflessi diretti positivi anche sulla previdenza, che con la revisione dei calcoli, conseguenti alla riforma Monti-Fornero, con gli stipendi fermi, penalizza ancora di più i lavoratori. Ecco perché invitiamo tutti coloro che si vedono considerare solo i primi quattro anni di ricostruzione di carriera a ricorrere con Anief”.
Sotto organico, mal retribuiti e sfruttati. Ecco perché protestano, tra temporizzazioni, vecchie promesse di revisione dei profili, facenti funzioni ignorati come se fossero precari. Il presidente Anief, Marcello Pacifico, ricorda come, “in assenza di una risposta immediata della politica, saranno le vertenze in tribunale, portate avanti dal giovane sindacato, a segnare un punto di svolta dall'attuale bando di concorso all'ultimo decreto interministeriale sugli organici, passando per le ricostruzioni di carriera dichiarate illegittime dalla Corte dei Conti di Roma in adunanza plenaria”.
“Devono essere assunti subito. Il nuovo anno scolastico inizia con 20 mila posti su Quota 100 che potevano essere dati in ruolo. Per le graduatorie di merito dei concorsi ordinari e straordinari, invece, è necessario sbloccare, a domanda, le assunzioni a livello nazionale anche su altre regioni”. Con queste dichiarazioni il presidente Anief, Marcello Pacifico, commenta le ragioni dei manifestanti, mentre ancora non si sa quale Governo dovrà prendere le opportune decisioni.