A fine estate avremo il record di supplenze annuali, però con più di 200 mila precari in lista di attesa e il ministro dell’Istruzione secondo il quale mancano insegnanti. Anief chiede di tornare alla normalità, con un semplice doppio canale di reclutamento e un facile e immediato sistema di attribuzione delle supplenze. Il Miur e i sindacati devono finirla di giocare con l'abuso dei contratti a termine alimentato da una guerra tra poveri e immorali clientele. Attualmente sono cinque le graduatorie dei tanti insegnanti che aspirano a un posto fisso nella scuola (GM, GMRE, GAE, GI, MAD) e si potrebbe aggiungere una sesta (GPS). Tra graduatorie permanenti, ad esaurimento, i genitori italiani, assieme ai presidi, stavolta rischieranno di impazzire prima di trovare un docente per i loro figli, quando basterebbe fare incontrare domanda e offerta, garantendo anche la continuità didattica.
Uno studente su tre che inizia le superiori non prenderà mai il diploma di maturità. Così è fallito il diritto costituzionale all'istruzione e per questa ragione continuiamo ad avere poco laureati. Marcello Pacifico (Anief): Bisogna ripristinare l'obbligo a 18 anni già pensato vent'anni fa, differenziare gli organici in base ai problemi del territorio piuttosto che agevolare l'autonomia differenziata di alcune regioni, investire in risorse umane e finanziarie nel settore dell'istruzione, università e ricerca con una maggiore copertura delle borse di studio.
Gli aggiornamenti sugli abbandoni scolastici non ci dicono nulla di buono. Secondo l’ultima “puntata” del dossier di Tuttoscuola sugli addii anticipati dai banchi, risulta infatti che dal 1995 a oggi 3 milioni e mezzo di studenti hanno abbandonato la scuola statale, su un totale di oltre 11 milioni iscritti alle superiori. Praticamente ha lasciato prima del tempo un giovane su tre. Il fenomeno ha per le casse dello Stato un costo enorme: 55 miliardi di euro. Quello che più preoccupa è il fatto che l’emorragia, così la definisce la rivista specializzata, è in calo ma nello stesso tempo risulta molto lontana dall’essere arrestata. Anzi, è diventata l’anticamera dei Neet (di cui l’Italia ha il record europeo), con picchi particolarmente alti al Sud.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “per invertire la tendenza sono diverse le azioni da attuare, ad iniziare dall’incremento del tempo scuola, passando per l’anticipo dell’obbligo formativo almeno a cinque anni di età, con contestuale obbligo formativo a 18 anni. Va poi incrementato e uniformato l’utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla didattica, considerando che oggi tra Nord e Sud c’è un gap ancora considerevole. Infine, per migliorare il sistema è anche importante valorizzare la funzione dei docenti e di tutti i lavoratori che operano nella scuola, dando loro stipendi adeguati. È chiaro che si tratta di provvedimenti che necessitano di investimenti importanti, ma senza il loro stanziamento non è nemmeno pensabile raggiungere quel 10% massimo di dispersione indicato dall’Europa. Il Def 2019, invece, ci dice che le intenzioni del Governo, approfittando del calo di nascite, sono addirittura di ridurre la spesa nei prossimi 20 anni”.
Il M5S si vanta di aver lavorato per cancellarla e di essere pronto a una nuova grande fase di ascolto, il Pd ammette gli errori fatti. L'Anief invita ad aprire il dibattito in Parlamento e ad ascoltare i migliaia di manifestanti che in questi anni hanno chiesto profonde modifiche e portato avanti istanze migliorative per una scuola giusta. La prima occasione è quella della riforma del sostegno all'attenzione delle commissioni parlamentari cui seguirà il decreto legge del Governo sul reclutamento. Bisogna passare dalle parole ai fatti.
Anief conferma la sua netta contrarietà e annuncia fin da adesso che raccoglierà le firme per un referendum abrogativo e metterà a disposizione dei governatori delle altre regioni non coinvolte il proprio ufficio legale per impugnare l'eventuale norma in Consulta e farla dichiarare incostituzionale.
A spiegare i motivi del decremento di iscritti al nido o all’infanzia è stata in queste ore la rivista Linkiesta, secondo la quale “i posti messi a disposizione dai Comuni sono sempre meno delle richieste. Inoltre, sul fronte 0-3 anni c’è una preoccupante situazione di stallo, sebbene “alcuni anni fa si era arrivati, con le indicazioni dette ‘di Lisbona’ a quantificare nella percentuale del 33% il numero minimo adeguato di posti al nido in rapporto ai bambini nati”. Tra i bambini di 4-5 anni in meno di 10 anni si è passati dal 95,6% al 91,1%.
Anief torna a chiedere l’anticipo scolastico almeno a 5 anni, con obbligo formativo sino alla maggiore età, attraverso il quale si andrebbe ad attaccare il 15% di dispersione, contro il 10% chiesto da Bruxelles. “La nostra proposta è supportata da studi scientifici di rilievo – spiega il presidente Marcello Pacifico – con prolungamento della scuola dell’obbligo fino a 18 anni, andando in questo modo ad incidere direttamente sulla lotta alla dispersione. Seguendo tale strada, nemmeno si aggraverebbero i costi per lo Stato. Inoltre, allargandosi gli organici nella scuola dell’infanzia, si andrebbero finalmente ad assumere quei maestri che la Buona Scuola ha dimenticato, sia a livello di piano di immissioni in ruolo straordinario sia di potenziamento”.