Nei prossimi giorni i docenti individuati per le assunzioni della Fase C del piano straordinario di cui alla Legge 107/2015 si recheranno presso gli uffici scolastici territoriali per scegliere la sede di servizio. Resta però da sciogliere il nodo di coloro che hanno in corso un contratto TD e intendono lasciare l’incarico per assumere immediatamente servizio presso la nuova sede. In questo caso, quando presentare le dimissioni dall’incarico TD?
Le immissioni in ruolo della fase C della riforma dovevano essere 55mila, sostegno compreso. Invece, se ne sono portate a termine oltre 6mila in meno, perché diverse graduatorie sono risultate prive di candidati. Il Miur ha tentato di sanare il problema escogitando la nomina dei nuovi docenti da annettere all’organico potenziato non su singole classi di concorso ma su aree disciplinari, che tra l’altro porteranno alle scuole tanti insegnanti ben diversi da quelli richiesti. Ma non è bastato. E bisogna ricordare che già nelle tre fasi precedenti - la 0, A e B – per lo stesso motivo non erano stati portati in porto altri 10mila posti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): alla fine della fiera, gli 86mila immessi in ruolo grazie alla Buona Scuola sono poco più della metà degli originari 150mila che il Governo aveva promesso di stabilizzare non più di un anno e mezzo fa con la prima versione della riforma presentata in ‘pompa magna’ dal premier. Non sarebbe stato più logico e utile assumere su quei posti persi dei docenti abilitati inseriti nelle graduatorie d’Istituto ad iniziare da quelli dell’infanzia, clamorosamente esclusi dalla fase C? È la stessa logica, tutta da capire, che ha portato alla mancata assunzione del personale Ata, utilissimo ma meglio se precario.
Lo sciopero e le manifestazioni di Anief e dei comitati di base di venerdì scorso producono un primo risultato tangibile: viene solo da chiedersi come mai una denuncia così circostanziata, dal contenuto più che condivisibile, arrivi solo oggi, dopo che la bozza della Legge di Stabilità è stata approvata da diverse settimane in CdM.
Marcello Pacifico (presidente Anief-Confedir). Dopo che pure la Consulta ha reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della PA, finalmente sui contratti scaduti dal 2009 ora tutto il fronte sindacale parla la stessa lingua.
Previste azioni sia per i diplomati magistrali che per gli altri docenti che hanno chiesto l’inserimento o il reinserimento in graduatoria. Due i requisiti necessari per rivendicare il ruolo:
1) aver presentato domanda cartacea per partecipare al piano straordinario di immissione in ruolo;
2) essere già beneficiari di provvedimenti (sentenze o ordinanze) del Giudice Amministrativo (TAR o CdS) o del Giudice del Lavoro che hanno accertato il diritto all’inserimento o al reinserimento in graduatoria.
Il problema riguarda tantissimi titolari di supplenze cosiddette “brevi”. Il Ministero dell’Istruzione scarica la responsabilità a quello dell’Economia. Che a sua volta prende ulteriore tempo, attribuendo i ritardi di pagamento a indefiniti “problemi di carattere amministrativo”. Gli scorsi anni, questo “balletto” è andato avanti sino a dopo Natale. Riforma della scuola e della PA, con tanto di innovazione dei sistemi di pagamento, non sono serviti a nulla.
Marcello Pacifico (presidente Anief): siamo di fronte ad un atto incostituzionale, ancor di più perché un’alta percentuale di questi docenti, assistenti e collaboratori scolastici, pur di lavorare, accetta la supplenza in scuole distanti dal proprio domicilio. Pertanto, sono costretti ad anticipare le spese per il viaggio, spesso anche per il pernotto o per l’affitto, oltre che per il vivere quotidiano. Lo Stato non può continuare a fare orecchie da mercante di fronte ai propri doveri. Per noi il tempo dell’attesa è finito.