L’intenzione è contenuta, tra le righe, nel Documento di Economia e Finanza 2016: con gli stipendi “congelati” ancora altri cinque anni, il destino dell’indennità che avrebbe almeno tenuto testa all’inflazione rimane ancora una volta da valutare. Per il prossimo triennio, dunque, sono previsti solo aumenti annuali per gli statali pari a 17,22 euro in media: è quanto deriva dalla somma messa a disposizione dal Governo, i 155 milioni stanziati nella Legge di stabilità 2016, suddivisi per tre anni e poi per circa 3 milioni di dipendenti statali. Non meno grave risulta la diminuzione dei fondi relativi alla contrattazione integrativa e l’inasprimento del blocco del turn-over. Preso atto della volontà governativa di far pagare la crisi principalmente ai lavoratori pubblici, Anief ribadisce la volontà di ricorrere per l’adeguamento dell’indennità di vacanza contrattuale.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): appena si firmeranno i contratti, quei dipendenti pubblici che ancora avevano degli scatti di anzianità non potranno più usufruirne: ci sarà un salario minimo garantito per legge, poi un surplus a seguito di tagli sempre nel settore, che andrà a finanziare questa prestazione. Ma il nostro sindacato non è d’accordo. Perchè l’indennità di vacanza contrattuale è prevista per legge. E dal 2008 deve essere pagata almeno al 50 per cento rispetto al costo dell’inflazione. Non può essere ancora una volta bloccata.