Si fanno sempre più insistenti le indiscrezioni su una stroncatura di quel testo da parte del Ministero della PA, della Ragioneria del MEF e anche dall’Aran. Tutte le istituzioni, preposte per legge ad esprimere il loro parere sul contratto nazionale della mobilità scolastica, avrebbero posto i loro veti a proposito di più parti dell’accordo. Bocciate le proposte sul trattamento diversificato del personale in base all’anno di assunzione.
Marcello Pacifico (presidente Anief): avevamo proposto un compromesso, ma non siamo stato ascoltati ed ora tutti ne subiranno le conseguenze. Non rimane che la strada del tribunale per dire no alle nuove regole sui trasferimenti e il blocco delle assegnazioni provvisorie, volute a tutti i costi dal Governo e avallate dal Parlamento.
Da Viale Trastevere si cerca di tranquillizzare la “piazza” asserendo “il Governo non intende toccare gli aumenti stipendiali collegati all'anzianità di servizio” e pertanto “l'affermazione contenuta nel comunicato di una nota sigla sindacale è destituita di ogni fondamento e potrebbe creare un allarme ingiustificato fra i docenti”.
I fatti dicono che c’è poco da stare tranquilli. Basti poi pensare all’accordo interconfederale del 4 febbraio 2011 (non firmato da Flc-Cgil e Confedir), premessa dell’atto di indirizzo sottoscritto all’Aran qualche giorno dopo, in ossequio sempre alla riforma della PA, che sacrificò i fondi da dedicare al miglioramento dell’offerta formativa proprio per garantire gli scatti di anzianità. E un anno fu irrimediabilmente perso per tutti. Sempre nel 2011 fu approvato un Contratto collettivo di lavoro che ha sacrificato per sempre l’anzianità di servizio maturata dei neo-assunti, i quali oggi per percepire il primo scatto devono vantare qualcosa come 13 anni di pre-ruolo. Il passo successivo dopo la cancellazione del primo gradone stipendiale, è quello dell’addio agli scatti stipendiali. Lo stesso ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, un anno e mezzo fa ha ammesso che sull’argomento “c'è un forte dibattito in corso”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per quale motivo il Governo, visto che le progressioni di carriera per tutti i lavoratori sarebbero confermate, nell’ultima Legge di Stabilità non ha stanziato le coperture finanziarie per questo scopo ma appena 5 euro a lavoratore che non coprono nemmeno l’indennità di vacanza contrattuale? Al personale della scuola, 800mila dipendenti, vanno assegnati almeno 200 euro di aumento mensile per 9 mensilità. Quindi 1.800 euro che in tutto fanno quasi un miliardo e mezzo di euro: dove sono? Solo abolendo, per via legislativa la Legge Brunetta 150, si potrà dire che gli scatti di anzianità sono al sicuro. E tentare di far togliere a docenti e Ata la maglia nera della PA per gli stipendi più bassi. Tentare di rassicurare il personale della scuola con comunicati-spot è una tecnica che non funziona più.
Presso la sede dell’Anief a Roma, in via Leone XIII, nei pressi di Piazza San Pietro ha avuto luogo l’incontro della sezione Dirigenti Anief, costituitasi a gennaio al fine di dare reale azione sinergica tra docenti e dirigenti per una sempre elevata qualità didattica e formativa della scuola.
Inaugurata a Catania, la sezione Anief Dirigenti, sono stati promossi incontri zonali a Napoli, Milano, e Palermo suscitando interesse e coinvolgimento dei Dirigenti, i quali hanno apprezzato i positivi risultati dell’Anief specie per i docenti precari e tramite una capillare azione d’interventi giuridico-amministrativi.
L’attenta riflessione sulle difficoltà di applicazione della Legge 107, spesso carica di contraddizioni e che rendono confusionarie le azioni ad essa connesse, sollecita nuove competenze dirigenziali sempre più cariche di responsabilità e non adeguatamente sostenuta da meritati riconoscimenti stipendiali e garanzie legali.
La Buona Scuola prevede un meccanismo premiale, ai sensi del Decreto Legislativo 150/2009, che presto riguarderà soltanto i docenti individuati dal dirigente scolastico. Quindi, non oltre il 10 per cento o poco più del personale sarà “meritevole” degli aumenti stipendiali. Lo stesso ministro Giannini, nel presentare il decreto di ripartizione dei 200 milioni prevista dalla Buona Scuola per il merito, ora sotto la “lente” della Corte dei Conti, ha detto che il fondo “non potrà essere distribuito a pioggia né dato solo a uno o due docenti”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la grande maggioranza dei docenti si ritroverà a lavorare con lo stesso stipendio per l’intera vita lavorativa. Non è una minaccia, ma un’amara constatazione: perché ormai da sei anni è stata bloccata l’indennità di vacanza contrattuale. La cui applicazione, prevista per legge, sarebbe servita almeno a tenere testa all’inflazione. Senza più aumenti automatici e con la la miseria di cinque euro di aumento a lavoratore proposti dal Governo, l’unica cosa da fare è ricorrere al giudice.
I capi d’Istituto percepiscono meno di 59mila euro lordi l’anno. Mentre sono i dirigenti amministrativi di II fascia che operano all’interno dell’amministrazione scolastica centrale (Miur) e periferica (Usr, Ambiti territoriali) a portare a casa circa 100mila euro annui.
Tuttoscuola: eppure il capo d’istituto ha alle proprie dipendenze in media almeno 100 persone (tra docenti e amministrativi), mentre un dirigente amministrativo ne ha mediamente 5-6. Il dirigente scolastico amministra un migliaio di studenti, spesso di settori scolastici diversi, e ne ha la responsabilità civile. Che sono estese alla sicurezza degli edifici scolastici, alla gestione previdenziale, alla trasparenza dei siti web.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per comprendere la gravità della situazione, basta dire che quattro anni fa la retribuzione media era più alta, ma ora è diminuita di oltre 4mila euro. Gli aumenti previsti dal Miur non cambiano molto la situazione, per questo siamo pronti ad impugnarli e chiedere adeguamenti veri.