La disparità di trattamento tra docenti di ruolo e precari sull’assegnazione annuale della carta del docente non è “in alcun modo giustificata”: è il parere del Tribunale di Marsala, sezione Civile e Lavoro, dopo avere esaminato il ricorso di un docente che nell’anno scolastico 2017/2018 aveva sottoscritto un contratto di supplenza annuale senza vedersi assegnare i 500 euro invece accordati ai colleghi di ruolo.
Le ferie non utilizzate dal supplente vanno pagate: lo conferma il giudice di Piacenza, settore Lavoro e Previdenza e Assistenza, che nell’esaminare il ricorso presentato dai legali Anief a difesa di una docente precaria ha emesso una sentenza esemplareche assegna all’insegnante ricorrente 1.886 euro con “gli interessi delle singole scadenze a saldo”.
Lo Stato sbaglia a negare ai precari della scuola gli avanzamenti retributivi connessi all’anzianità di servizio precedente all’immissione in ruolo. Anief lo dice da oltre dieci anni, da qualche tempo i giudici stanno assumendo sempre più questa posizione contro la valutazione ridotto di una parte delle supplenze. La pensa in questo modo anche il Tribunale di Chieti, al quale un’assistente amministrativa ha presentato ricorso per la mancata considerazione nella ricostruzione di carriera di alcuni anni: una interpretazione errata che ha prodotto la perdita secca di quasi 8 mesi di anzianità, con danno per la collocazione in fasce stipendiali inferiori a quella in cui doveva essere inserita.
Le supplenze sono servizi utili al 100% per la ricostruzione di carriera e per salire nelle fasce stipendiali di docenti e Ata: a confermarlo è il tribunale di Lanciano, che ha esaminato il ricorso prodotto da un assistente tecnico, assunto a tempo indeterminato 1° settembre 2016 in un istituto scolastico di Lanciano, poiché nella ricostruzione di carriera si è visto riconoscere non tutti i diversi anni “di pre-ruolo resi”, producendo in tal modo un grave ed “evidente ritardo nella progressione stipendiale”. Pertanto, l’assistente tecnico, attraverso i legali Anief, ha chiesto al Tribunale di Lanciano “l’integrale riconoscimento di detto servizio, con condanna del MIUR resistente al pagamento in suo favore delle differenze retributive maturate tra il corrisposto ed il percipiendo oltre alla maggior somma tra interessi e rivalutazione monetaria come per legge”.
Parla chiaro la sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso 18 maggio: il personale docente a tempo determinato ha pieno diritto a percepire la carta del docente da 500 euro annui. Il diritto va riconosciuto anche quando il numero di ore settimanali di insegnamento è ridotto. A stabilirlo è stato il Tribunale di Terni che ha accordato 1.500 euro di risarcimento ad una docente precaria che ha svolto, tra il 2016 e il 2019, tre supplenze annuali di cui la prima con un monte orario settimanale dimezzato.