° Economie nel bilancio MIUR. Quanto costa tagliare cattedre nelle scuole del Sud?
A saldo nazionale immutato per l’organico docenti, quello regionale sarà modificato.
Con riferimento alla C.M. 34 del 1 aprile 2014 “Dotazioni organiche del personale docente per l’anno scolastico 2014/2015”, si sa che l’organico complessivo nazionale degli insegnanti di ogni ordine e grado non sarà modificato, e che però sarà modificata (mediante compensazioni) la distribuzione regionale e quella tra gli ordini e i gradi del sistema Scuola. Nella distribuzione territoriale si segnalano piccoli incrementi all’organico della Scuola dell'infanzia (+ 419 posti) e a quella della Scuola secondaria superiore (+ 559), con decremento soprattutto nella Scuola secondaria di I grado. Nella distribuzione regionale, la batosta riguarda il Meridione d’Italia (Sicilia – 504; Campania - 387; Puglia – 340; Calabria - 183). I colleghi che si accingono a scegliere la provincia in cui inserirsi (per graduatorie a esaurimento e graduatorie di istituto) dovranno guardare al Nord (Lombardia + 410; l'Emilia Romagna + 396; Toscana + 269; Lazio + 246). Il preventivato decremento del numero degli studenti iscritti sancisce una ragione aggiuntiva di emigrazione dei docenti meridionali; e lo stesso vale per il personale ATA. E’ evidente che la politica del ministro Giannini si riduce al calcolo ragionieristico; la Questione Meridionale, un argomento storiografico rilevante, non risulta all’attenzione dei decisori politici. In effetti, preso atto della flessione di iscritti nelle regioni meridionali, il MIUR si accinge a ridimensionarvi gli organici, quando invece dovrebbe contrastare il trend che vede il livello culturale nel Meridione impoverirsi per effetto del combinato di due macrofenomeni: l’esodo verso Nord dei laureati (negli ultimi dieci anni, 170mila unità) e l’ingresso dall’estero di decine di migliaia di giovani privi di formazione accademica. Questo MIUR che ridistribuendo l’organico nazionale risparmia nel bilancio, quanto farà spendere ai docenti precari e alle loro famiglie ormai stremate supplendo in funzione di welfare ? E l’amministrazione delle comunità abbandonate dai figli più colti, nelle mani di chi andrà? Un recente studio, (Rapporto Bes 2013) che mette a confronto i diversi sistemi educativi nello Stivale, segnala esiti formativi modesti della Scuola, in quella Sicilia alla quale il MIUR infligge adesso il taglio più profondo: “Se la Sicilia racimola appena 26 punti significa che in quasi tutte e 10 le graduatorie si piazza all'ultimo, penultimo o terzultimo posto”. In testa alla classifica Trento e Bolzano. Il calcolo al risparmio ha un costo. Si è valutato se la Scuola meridionale può sopportare l’impoverimento dell’organico ? Non è equo fare parti pari tra coloro che pari non sono.
° Il TAR Lombardia giudica incongrui i contributi agli studenti delle scuole paritarie
Riportiamo da un articolo sulla sentenza depositata lo scorso 2 aprile: “A parità di reddito di famiglie in difficoltà economiche, gli studenti delle scuole pubbliche sono «discriminati» rispetto a quelli delle private.
Lo stabilisce una sentenza del Tribunale amministrativo regionale, che scardina il sistema di aiuti economici distribuiti dalla Regione. La sproporzione è evidente: per l’acquisto di libri e materiale scolastico, la famiglia di un allievo iscritto alla scuola pubblica può sperare di ottenere un sostegno variabile tra i 60 e i 290 euro. A parità di reddito, se il ragazzo frequenta invece un istituto paritario, il sostegno della Regione parte da un minimo di 400 euro e può arrivare fino a 950. Secondo i giudici amministrativi si tratta di «una diversità di trattamento ingiustificata», frutto di una scelta «illogica»…. I giudici riconoscono piena legittimità all’impostazione di base data dalla Regione, in base ai principi della «pluralità dell’offerta formativa» e della garanzia di «pari opportunità di accesso» ai diversi percorsi scolastici offerti dalle scuole pubbliche o paritarie. Per questo il ricorso è stato accolto solo in una parte e respinto per il resto. È prevedibile che la contesa legale viva un secondo tempo al Consiglio di Stato, con due impugnazioni, da parte delle due famiglie e da parte della Regione…. Per le scuole statali (o paritarie, ma che non richiedono una retta di iscrizione o frequenza) esiste un «sostegno al reddito». Viene calcolato in base al parametro Isee, (l’«indicatore di situazione economica equivalente») ed è destinato all’acquisto di libri o altro materiale scolastico. Oscilla tra 60 euro e 290. Gli studenti che frequentano una scuola privata, se in condizioni economiche disagiate, hanno diritto al «buono scuola» (tra 450 e 900 euro) per il pagamento della retta. Ma possono ottenere un altro sussidio, per comprare libri e altro materiale: è l’esatto corrispettivo dell’aiuto previsto per gli istituti pubblici. La somma però è diversa: da 400, a un massimo di 950 euro. Dato che il sostegno è identico nella funzione (acquisto libri), i giudici ritengono che le «diversità di trattamento» tra scuole pubbliche e private «non trovano giustificazione». (Fonte: Corriere della sera – 6 aprile 2014)