Tutte le notizie

° L’ufficio legale dell’ANIEF è al lavoro sul pastrocchio della preselezione TFA
E’ di tutta evidenza che il MIUR non è stato in grado di sanare in autotutela gli errori compiuti, e che dunque occorre ricorrere alla magistratura amministrativa.

Il Miur ha inteso sanare le irregolarità in tutta fretta ma il rimedio non ha curato il male. Questa è la valutazione generale degli interessati ed è anche quella dell’ANIEF. Il sindacato riceve proteste e segnalazioni di errori. Ci sarebbero errori perfino nel conteggio delle risposte esatte date dai candidati, qual è stato fatto dopo che la una commissione nominata ad hoc da Profumo aveva dato indicazioni per la revisione del criterio valutativo. Se davvero sono state considerate erronee risposte giuste, il rimedio più urgente, per i candidati che si ritengono danneggiati, è il ricorso al Tar del Lazio, per ottenere di partecipare – con riserva - alle successive prove scritte. L’ANIEF ha messo a disposizione il proprio studio legale.

° Soprannumerari e neoimmessi in ruolo. La procedura delle nomine
Le nuove assunzioni sono subordinate alle utilizzazioni (nella classe di concorso di titolarità o in altre classi di concorso) del personale in esubero; le nuove immissioni in ruolo restano tuttavia 21122 complessivamente. Riportiamo da ItaliaOggi.

“Le assunzioni che non saranno effettuate in una classe di concorso, perché il posto deve essere occupato da un docente in esubero altrimenti incollocabile, saranno recuperate in altre classi di concorso con più disponibilità. Lo prevede la bozza decreto sulle immissioni in ruolo e la circolare 6103 del 10 agosto scorso. … L'amministrazione centrale richiama l'attenzione delle amministrazioni periferiche su quanto previsto dal decreto in applicazione dei criteri di cui al decreto legge 95/2012 «ed in particolare sull'articolo 14, commi 17-20, ed all'art. 2 comma 3 dell'ipotesi di contratto integrativo sulle utilizzazioni del personale scolastico». Il decreto chiarisce, inoltre, che l'utilizzazione del personale in esubero in altra classe di concorso (anche senza abilitazione e sulla base dei soli titoli di studio posseduti) cancella la possibilità di disporre immissioni in ruolo nella classe di concorso dove viene utilizzato il personale in esubero. Sebbene solo in numeri pari alle utilizzazioni. Ma non fa diminuire il contingente complessivo dei posti autorizzati. E quindi il posto o la cattedra non più attribuibili ad immissione in ruolo nella classe di concorso di riferimento vengono assegnati in altra classe di concorso dove vi siano disponibilità a sufficienza. L'amministrazione ha spiegato inoltre che l'utilizzazione prioritaria deve essere effettuata anche a vantaggio degli insegnanti tecnico pratici destinati alla ricollocazione nei ruoli del personale Ata, prima di effettuare tale ricollocazione. … La procedura per ricollocazione risulta così come segue. Prima di tutto si tenta di ricollocare il docente in esubero nell'ambito della classe di concorso di appartenenza ( art. 2 , comma 3 lettera a) dell'ipotesi di contratto). Poi si prova ad utilizzarlo in altra classe di concorso dove abbia l'abilitazione (art. 2, comma 3 lettera b). Infine si tenta di ricollocarlo in altra classe di concorso dove abbia il titolo di studio di accesso, ma sia sprovvisto di abilitazione, secondo le richieste del docente interessato (art. 2, comma 3 lettera c) o, in assenza, d'ufficio (art. 14, comma 17 del d.l. 95/2012).
(Fonte: Antimo Di Geronimo - ItaliaOggi – 14 agosto 2012)

° Visti dal ministero, sono “tollerabili”
In un'intervista a 'Science', il ministro Profumo minimizza gli effetti della spending
“Dopo le accese polemiche che hanno seguito un possibile e poi scongiurato ridimensionamento dei finanziamenti agli enti di ricerca, a inizio luglio, nel decreto sulla Spending review, Profumo ricorda di avere già incontrato i responsabili degli Enti coinvolti, riferendo che ‘insieme abbiamo concordato di pianificare un percorso concertato per condividere i sacrifici tra i vari istituti’. Il ministro quindi annuncia che ‘nel mese di settembre ci incontreremo di nuovo per avviare un processo per decidere dove intervenire. Il nostro ministero deve dare il suo contributo al Paese che si trova in seria crisi economica. Penso che gli effetti di questa spending review sulla ricerca siano tollerabili, se si considera che il totale dei fondi del Miur per la ricerca sono pari a 7 mld di euro. Ma abbiamo bisogno di definire quale istituto di ricerca può dare il maggior contributo. E dobbiamo riconsiderare il modello di management della ricerca nel nostro Paese e puntare ad una maggiore efficienza’. Soprattutto, aggiunge il ministro, mirando a drenare più fondi dall'Europa.”
(Fonte: La tecnica della scuola - 19 agosto 2012)

° Funzione Pubblica e Mef non danno il via libera alle utilizzazioni e alle assegnazioni provvisorie, ma le nuove nomine devono essere assegnate entro il 31 agosto.
Riportiamo in sintesi i contenuti preoccupanti dell’articolo di Reginaldo Palermo “Mobilità annuale: E' il caos”. Potrebbe ripetersi la situazione dello scorso anno: in mancanza di certificazione della FP e del Mef, il Miur emanò autonomamente una OM.

Il Ministero della Funzione pubblica fa notare al Ministero dell’Istruzione che l’assegnazione alle sedi scolastiche (artt. 4 e 15 del CCNI) e la gestione delle attività di formazione finalizzata alla riconversione professionale (articolo 21) “vanno ricondotte alle prerogative e responsabilità datoriali tramite autonome determinazioni organizzative e gestionali”, anche se non è da escludersi “la possibilità di prevedere adeguate sedi partecipative e/o di confronto informativo tra dirigente scolastico e organizzazioni sindacali” Ma i rilievi più pesanti riguardano il mancato riferimento, nel testo del contratto, alle novità introdotte dal D.L. n. 95 del 6 luglio scorso. Reginaldo Palermo commenta con queste parole: …”a questo punto il pasticcio non è davvero di poco conto anche perché in molte regioni e province si stava già lavorando ai movimenti annuali. Adesso si tratta di capire con quali regole dovranno essere disposti i movimenti. In mancanza di un urgente intervento del Miur c’è il rischio che si sviluppi un ampio contenzioso e che l’anno scolastico inizi nella confusione più totale”. (La tecnica della scuola, 14 agosto 2012).
Ovviamente, non si procederà a nuove nomine finché non si effettuino le operazioni di mobilità annuale, e tra queste una seguirà regole del tutto nuove, quelle di cui all’art.14 d.l. 95/2012). E’ la procedura di ricollocazione dei docenti, con tentativi in sequenza: 1. nell'ambito della classe di concorso di appartenenza; 2. in altra classe di concorso per cui il soprannumerario abbia l'abilitazione; 3. in altra classe di concorso per cui abbia anche soltanto il titolo di studio di accesso, secondo le richieste del docente interessato o, in subordine, d'ufficio.

° Imminente il decreto interministeriale che riconverte i docenti in Ata
In attuazione dei commi 13 e 14 dell’art.14 d.l. 95/2012, i docenti inidonei all'insegnamento per motivi di salute, i docenti di esercitazioni pratica professionale e quelli addetti ai laboratori transiteranno nei ruoli Ata. Riportiamo da ItaliaOggi.
“I docenti permanentemente inidonei all'insegnamento per motivi di salute, ma idonei ad altri compiti sono circa 3.100. Verranno immessi in ruolo dal 1° settembre 2012 su tutti i posti vacanti e disponibili di assistente amministrativo o tecnico della provincia di appartenenza, ovvero di altra provincia a scelta dell'interessato, tenuto conto delle preferenze espresse. In caso di concorrenzialità tra più aspiranti la valutazione dei requisiti dei medesimi sarà operata facendo ricorso alle tabelle relative al personale docente, allegate al vigente CCNI utilizzazioni. Qualora all'atto dell'inquadramento non sia possibile attribuire la sede di titolarità per indisponibilità di posti, il personale dovrà essere assegnato con sede provvisoria sull'organico provinciale del profilo professionale di inquadramento. Il personale già in servizio presso gli uffici dell'amministrazione centrale( ministero) e periferica( regionale e provinciale), per continuità dell'azione amministrativa e per ragioni di carattere organizzativo e funzionale, può essere utilizzato presso i predetti uffici fino a nuova disponibilità dei posti. In tale ipotesi la maggiore anzianità di servizio in detti uffici costituirà titolo di precedenza. Il personale docente che sarà dichiarato temporaneamente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, entro 20 giorni dalla data di notifica del verbale della commissione medica operante presso le aziende sanitarie locali dovrà essere utilizzato, su posti di fatto disponibili di assistente amministrativo o tecnico nella provincia di appartenenza tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia. Anche il personale docente titolare dei contingenti ad esaurimento denominati C555 (ex esercitazioni di pratica professionale) e C999 (ex assistenti di laboratorio dipendenti dagli enti locali) - 800 secondo gli ultimi dati ministeriali – dovrà transitare, in base al titolo di studio posseduto, nei ruoli del personale Ata con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico o di collaboratore scolastico. Se in possesso di abilitazione all'insegnamento per classe di concorso diversa da quella di appartenenza ovvero di titolo di studio valido per altro posto di insegnamento tecnico-pratico sarà inquadrato, a domanda, nella nuova classe di concorso, con sede definitiva nella provincia di appartenenza, a decorrere dal 1° settembre 2012. In assenza di posti disponibili nella nuova classe di concorso e prima del transito nei ruoli del personale Ata avranno diritto ad essere utilizzati prioritariamente per l'insegnamento a cui avrebbero diritto in forza del titolo posseduto. (Fonte: Franco Bastianini, ItaliaOggi, 14 agosto 2012)

° Un nuovo modello della valutazione di sistema della Scuola.
Sarà attivato da Invalsi, ANSAS e da ispettori interni al Miur (e esterni, reclutati nella società civile, nelle università, negli enti di ricerca, nelle associazioni professionali)
La valutazione del sistema scolastico non comporterà, per le scuole o per i singoli docenti, penalizzazioni né premi; è questa la linea proposta nello schema di decreto presentato (10 agosto) dal ministro Profumo al Consiglio dei Ministri, e che sarà esaminato nel prossimo C dei M., probabilmente il 24 agosto, per poi passare al vaglio del Consiglio di Stato, del CNPI, e delle commissioni parlamentari competenti, e ritornare a Palazzo Chigi. Con questa trafila, si darà attuazione normativa a quanto stabilito dal decreto legge “mille proroghe” del dicembre 2010 che prevedeva l’emanazione di un nuovo regolamento del sistema nazionale di valutazione. Questa la notizia, come riportata su La Tecnica della scuola: “L’articolo 6 dello schema di regolamento prevede per le istituzioni scolastiche diverse procedure valutative. La prima riguarderà l’autovalutazione, che dovrà partire dalla analisi e dalla verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili da sistema informativo del Ministero oltre che dalle rilevazioni sugli apprendimenti e dalle elaborazioni relative al “valore aggiunto” individuato dall’Invalsi (non si esclude ovviamente il riferimento a ulteriori elementi significativi individuati dalla scuola stessa). La seconda concerne invece la valutazione esterna, a partire dalla individuazione delle situazioni da sottoporre a verifica sulla base di indicatori di efficacia ed efficienza definiti dall’Invalsi. Ogni anno appositi nuclei di valutazione, formati da un ispettore tecnico e due esperti designati dall’Invalsi, potranno visitare le scuole (si parla di 400 istituzioni scolastiche) anche allo scopo di aiutare dirigenti scolastici e organi collegiali a mettere a punto eventuali piani di miglioramento”. Sempre su La tecnica della scuola, Reginaldo Palermo esprime una perplessità non da poco: “Ora, i conti sono presto fatti: le istituzioni scolastiche sono circa 8mila e se anche si arrivasse a mille visite all’anno ogni scuola verrebbe visitata esattamente una volta ogni 8 anni. Con duemila visite, la verifica verrebbe fatta una volta ogni 4 anni. Per arrivare ad uno standard accettabile (visita ogni due tre anni per ciascuna scuola) bisognerebbe mettere in cantiere non meno 2.500/3.000 verifiche all’anno: obiettivo impossibile da raggiungere soprattutto se si pensa di non spendere neppure un euro. D’altronde il Governo dei professori dovrebbe ben sapere che già nel 2008, tre loro illustri colleghi (Andrea Ichino, Andrea Checchi e Giorgio Vittadini) avevano provato a mettere a punto un progetto per attribuire all’Invalsi compiti analoghi a quelli previsti dall’attuale bozza di regolamento. Ma i costi erano tali che il ministro Gelmini, da poco arrivata a Viale Trastevere, decise di non farne nulla. Il progetto dei tre super-esperti sfiorava un costo di 80 milioni di euro, con una differenza significativa rispetto al programma di Profumo: non erano previste le visite alle scuole da parte dei nuclei esterni. Ad un primo esame, insomma, il provvedimento esaminato dal Consiglio dei Ministri sembra più un libro dei sogni che non un progetto concreto. Aggiungiamo qualche nostra riflessione. La valutazione di sistema è uno strumento. Qual è l’idea di scuola alla quale lo strumento è orientato ? La società e i decisori politici che cosa chiedono che la scuola faccia ? Che cosa la Confindustria chiede alla scuola è noto da parecchi decenni: non la formazione culturale generale ma la istruzione/formazione professionalizzante. E certo non ha tutti i torti, se consideriamo qual è il livello di dissociazione tra ciò che la scuola insegna e ciò che serve sul posto di lavoro, con la conseguenza che l’imprenditoria stenta a trovare, tra milioni di diplomati disoccupati, cento, duecentomila giovani che abbiano le qualifiche richieste in atto nel mondo del lavoro. E però, l’orizzonte della nostra civiltà non può racchiudersi nei confini della produttività, né – a nostro parere – può essere la produttività il modello di valore al quale orientare la funzione complessiva della Scuola. Spesso da questa rubrica abbiamo plaudito alle dichiarazioni di principio e alle iniziative con cui governi di ogni colore hanno provato a dare impulso alla formazione professionale e a quella tecnica, anche in un’ottica post-secondaria - alternativa a quella formazione universitaria che già quindici anni addietro Luigi Berlinguer, e poco sembra essere cambiato, giudicava incapace di mettere gli studenti in situazione lavoro. Resta, però, prioritaria la formazione culturale dei giovani e quella ai valori civili e sociali. Il livello di coscienza culturale non è senza un peso sulla qualità della convivenza interpersonale, in termini di prevenzione della devianza, in termini di qualità della vita, e anche in termini di produttività nel lavoro. Se questo è ciò che la società chiede alla scuola, la valutazione di sistema non può consistere delle prove Invalsi agli studenti; a parte il fatto che la valutazione didattica è di esclusiva competenza dei consigli di classe, con strumenti docimologici intrinseci alla programmazione e che prendono a riferimento le indicazioni nazionali circa gli Obiettivi Specifici di Apprendimento. La valutazione d’insieme di sistema è altra cosa rispetto alla valutazione didattica degli alunni, ed è successiva, scaturendo dalla sintesi comparativa (di carattere meramente statistico) dell’attività docimologica che le scuole conducono. Quanto alla attività interne di autovalutazione delle singole scuole – delle quali la notizia di Tuttoscuola parla al primo punto, ben venga nelle scuole la presenza degli esperti-osservatori che saranno inviati - insieme agli ispettori che dei nuclei di valutazione - sotto l'indirizzo e il coordinamento dell'Invalsi, l'istituto nazionale di valutazione, per capire e individuare i miglioramenti possibili nelle singole scuole. Occorre ribaltare l’attuale topica del rapporto tra, da un lato INVALSI, guidato da Paolo Sestito, e l’ANSAS (l’Agenzia per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, l’ex INDIRE; Invalsi e Ansas si stanno dotando di un organico interno), e dall’altro lato le scuole.

 

° Risorse per 950 milioni di euro alle Regioni “Convergenza”.
L’Ufficio Stampa del MIUR dà notizia degli accordi di programma.
Gli accordi sono finalizzati al potenziamento e alla creazione dei Distretti ad alta tecnologia, aggregazioni e laboratori pubblico-privati, previsti nell’ambito del PON Ricerca e Competitività. Si favorirà il rafforzamento del potenziale scientifico e tecnologico delle Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, e si darà attuazione a progetti di ricerca, sviluppo e formazione caratterizzati dall’impiego di nuove tecnologie, presentati da Università, Enti di Ricerca, Centri di ricerca pubblici e privati, grandi, piccole e medie imprese. Gli interventi saranno concentrati sui più rilevanti ambiti tecnologici di interesse per il nostro Paese: biotecnologie, aerospazio, nuovi materiali e nanotecnologie, ICT, energia e ambiente, trasporti e mobilità sostenibile, agroalimentare, beni culturali. Per ciascun ambito sono state selezionate le migliori proposte in grado di generare le ricadute più significative sulla competitività dei territori, per fare da volano per l’attrazione di investimenti e di talenti, per favorire il trasferimento tecnologico e di conoscenze verso il sistema delle imprese e creare le condizioni per lo sviluppo di nuove occasioni di lavoro per nuovi profili professionali.

° TFA. Il sollecito lavoro dei revisori per il rattoppo ai quiz errati.
Il Ministero ha deciso che sia considerata esatta qualunque risposta data a quesiti formulati in modo errato; avrebbe potuto decidere che il punteggio di ciascun candidato fosse calibrato in proporzione alle domande valide. Due criteri da rattoppo.
Ciò che è davvero triste è la condizione di incertezza nella quale questa generazione di giovani è costretta a vivere per l’inefficienza dei decisori politici e degli esperti da questi nominati. “Cialtroneria”, scrive un commentatore; ma noi riteniamo che le persone non vadano offese. Semmai insistiamo: le preselezioni non vanno fatte con quiz a risposte multiple ma con altri tipi di prove strutturate nella preparazione delle quali i valutatori intervengano marginalmente.
Segnaliamo, infine, la non remota eventualità che il CINECA, nel secondo round abbia potuto sbagliare il conteggio di qualche candidato. Stiamo monitorando qualche caso. Nei casi dubbi, gli interessati potrebbero essere ammessi con riserva alle prove concorsuali successive. C’è da augurarsi che non vi siano altri intoppi, perché i corsi dei Tfa devono poter iniziare e concludersi nei tempi compatibili con la partecipazione degli abilitati al concorso a cattedre che, secondo quanto preventivato, dovrebbe essere bandito nella primavera prossima.

° Una sola classe di concorso per il Sostegno nella scuola secondaria di II grado
Il MIUR sta completando l’iter per la definizione del nuovo regolamento e delle modalità riguardanti le classi di concorso; il Sostegno vi figurerà come area unica.

Questa indicazione, venuta anche della Commissione Cultura della Camera, sembra gradita a non poche associazioni dei disabili. In atto figurano quattro aree distinte: scientifica (AD01), umanistica (AD02), tecnica professionale artistica (AD03) e psicomotoria (AD04).
(“Fonte: La tecnica della scuola.it – 11 agosto 2012)

° Posti di Sostegno, “in deroga” al rapporto medio di un insegnante per due alunni
Anche per il prossimo a.s., i direttori generali degli UU.SS.RR. potranno autorizzarli secondo le esigenze rilevate dalla L. n. 296/06, ove ricorrano le condizioni previste dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80/10.

I genitori di alunni con certificazione che attesti gravità che non avessero ottenuto quanto richiesto potranno presentare ricorso entro il 31 agosto.
(“Fonte: www.disabili.com – agosto 2012)

° Assunzioni. 21mila posti… C’è stato un effetto positivo dei ricorsi
I contratti autorizzati sono 21112: nella secondaria di I grado le assunzioni saranno 8.245; nella primaria, 3.718; nella scuola dell’Infanzia, 1.493 assunzioni, nella secondaria di secondo grado, 5.416. Le possibilità maggiori sono al Nord, in Lombardia (3158 posti), a Milano. I nuovi dd.ss. saranno 1.113.
Hanno avuto un peso le migliaia di ricorsi che abbiamo patrocinato, contro l’abuso di contratti a termine reiterati per oltre un triennio ? Le pesanti condanne alle spese a carico dell’amministrazione hanno avuto un peso. Lo crediamo, e continueremo per questa strada, con il sostegno dei precari e di tutti i colleghi che hanno a cuore il diritto di questi giovani. Adesso, la questione di maggiore urgenza è quella degli ausiliari, tecnici e amministrativi: il Governo dispone (in modo illogico e di dubbia legalità) che 3500 insegnanti - inidonei per motivi di salute – passino nei ruoli degli ATA, e che solo dopo questo mivimento si monitorino le reali disponibilità per nuove assunzioni di personale. In settembre l’ANIEF seguirà questo conteggio; in autunno ricomincerà ad incalzare il Ministero perché si proceda al riconoscimento degli scatti di anzianità per tutti. Intanto mandiamo idealmente una pacca sulla spalla ai colleghi che entro fine agosto firmeranno il contratto a t.i., e diranno addio al precariato; li immaginiamo, il primo settembre, entrare frastornati nelle scuole di assegnazione. - Ve lo siete guadagnato, e ancora una rata dovrete pagarla, in termini di sedi disagiate e di rallentamento del primo scatto di carriera (ma è poca cosa, per i tanti anni di precariato che avere maturato). Semmai, il problema è che sarete in pochi. Anche perché un posto su tre potrebbe andare alla sistemazione dei soprannumerari e Itp C999 e C555; dunque nella cifra 21mila c’è il trucco. Veniamo ai numeri delle assunzioni a t.i. Soprannumerari e ITP sono concentrati in prevalenza nella scuola secondaria di II grado; pertanto, per i precari di queste scuole sarà l’anno orribilis: 1. la riforma Gelmini, giungendo a regime, completa il taglio di cattedre nelle classi terminali; 2. i pochi posti in organico di diritto occorre spartirli con i colleghi soprannumerari e con ITP; 3. anche sulle supplenze brevi e temporanee conferite dai dd.ss., i precari si ritroveranno a concorrere con i soprannumerari, abbiano o no titolo abilitante: “al personale dipendente docente a tempo indeterminato che, terminate le operazioni di mobilità e di assegnazione dei posti, risulti in esubero nella propria classe di concorso nella provincia in cui presta servizio, è assegnato per la durata dell'anno scolastico un posto nella medesima provincia, con priorità sul personale a tempo determinato…. posti rimasti disponibili in altri gradi d'istruzione o altre classi di concorso, anche quando il docente non è in possesso della relativa abilitazione o idoneità all'insegnamento purché il medesimo possegga titolo di studio valido, secondo la normativa vigente, per l'accesso all'insegnamento nello specifico grado d'istruzione o per ciascuna classe di concorso”. Dixit la spending review, e più assurda non la si può immaginare. L’ANIEF condivide la necessità di tutelare i colleghi soprannumerari, e però occorre capire quale potrà essere, in futuro, il costo del comportamento arbitrario assunto dal Ministero: l’insegnante te lo manda su qualunque cattedra, se è il caso prescindendo dal titolo abilitante ! A noi sembra di intravedere una crisi di identità, nei vertici di Viale Trastevere: dirigono il servizio pubblico dell’istruzione o quello dell’assistenza ai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti ?

° Quando si parlava di “organico dell’autonomia”.
Sembra un secolo addietro ed è invece lo scorso febbraio (il cosiddetto “decreto sviluppo”). e la prospettiva si allontana, per via del taglio nel pubblico impiego prodotto dalla spending review. Riportiamo un passaggio da La tecnica della scuola.
“Il termine di due mesi previsto dall’articolo 50 della legge 35 con cui era stato convertito il decreto “sviluppo” è ormai ampiamente scaduto e nulla è dato di sapere sulle reali intenzioni del Ministro rispetto alle linee guida per l’attuazione dell’autonomia…. L’applicazione delle norme in questione dovrà attendere ancora. Ma di che si tratta, in concreto ? Le linee guida, secondo la legge, dovrebbero riguardare il potenziamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, il cosiddetto “organico dell'autonomia” oltre che la costituzione di reti di scuole con e del relativo organico. E’ molto probabile che Il ritardo dell’operazione sia legato al fatto che le linee guida devono essere concordate con il Ministero dell’Economia che, come di consueto, presterà la massima attenzione agli aspetti contabili. Ed effettivamente è difficile capire come si potranno attivare organici di rete o di altro genere “senza maggiori oneri per la finanza pubblica” come recita l’ultimo comma dell’articolo 50 della legge 35”.
(“Fonte: La tecnica della scuola.it – 5 agosto 2012)