° Concorso dd.ss. Nervi saldi, e a casa chi sbaglia
Il concorso a dirigenti scolastici nato malissimo è andato avanti peggio. Ora il Tar Lombardia, con sentenza del 18 luglio, ha annullato, su ricorso di candidati esclusi, gli atti relativi alle prove scritte: in sostanza, era possibile leggere il nome di chi aveva svolto la prova, attraverso buste troppo sottili. L’USR si opporrà ma più tempo passa più gravose saranno le conseguenze sulla Scuola e sui candidati.
Inequivocabile il dispositivo dei giudici amministrativi della Lombardia: “… è emerso nitidamente che il contenuto del cartoncino contenente i dati anagrafici dei candidati risulta agevolmente leggibile se posto in controluce, anche all’interno della piccola busta…”. C’è da aggiungere che il Tar ha rilevato un’altra irregolarità procedurale: le operazioni di lettura e correzione degli elaborati non sono state condotte nella modalità del collegio perfetto; insomma il pasticciaccio del concorso dd.ss. del 2005 in Sicilia non ha insegnato nulla. Ciò che è gravissimo è che la selezione dei dirigenti è condotta su un modello inadeguato: -1. prove selettive a risposte multiple che, a differenza di altre prove “strutturate”, verificano obiettivi tassonomici di basso livello, e sono spesso formulate in modo da dare luogo a interpretazione non univoca (sul ricorso presentato dall’ANIEF, il Tar Lazio si pronuncerà il 22 novembre 2012); -2. Alcune procedure seguite dalle Commissioni esaminatrici sono messe in discussione, sotto più profili, da ricorrenti (in Molise, il concorso è stato sospeso, con l’Ordinanza Tar Molise n. 77/2012; il Parlamento si è occupato del concorso del Lazio, gestito da una commissione esaminatrice con dentro, sembra, sindacalisti, e si è occupato anche del concorso in Friuli Venezia Giulia). Per in concorso a dirigenti scolastici in Lombardia, i candidati ammessi alle due prove scritte (coloro che avevano superato i quiz preselettivi) erano stati 996; tutti tornerebbero in gioco. I problemi che si producono da questa gestione del concorso a dd.ss. sono solo un aspetto di una gestione della scuola deficitaria. Le assurdità si stratificano le une sulle altre; non facciamo in tempo a segnalarle e a tradurle in esposti alla magistratura, e altre se ne profilano all’orizzonte. La fatica di Tantalo; il governo emana provvedimenti legislativi di dubbia costituzionalità – come ai tempi di Berlusconi – e questi provvedimenti continuano a produrre effetti nel mentre che si cerca di dimostrarne la nullità. Le ultimissime assurdità si leggono nella spending review (il Governo cerca denaro tra le categorie più deboli): si tagliano fuori i supplenti precari da nomine che il Ministro preferisce conferire a insegnanti soprannumerari, qualunque titolo abilitante abbiano (tanto, a che serve fare lezione ?), e si stabilisce che gli insegnanti permanente inidonei passino a funzioni esecutive di tipo amministrativo (tanto, che se ne fa la Scuola delle loro competenze culturali ?).
° La Circolare Ministeriale n. 61, 18 luglio 2012, sull’organico di fatto a.s. 2012/13
Concepita secondo la logica per cui è già una gran concessione se non si procede a nuovi tagli, la C.M. n.61/2012 della D.G. per il personale scolastico è in piena continuità con la linea Tremonti-Gelmini; può essere consultata su www.istruzione.it.
Restano ingessati l’organico dei docenti, quello del personale educativo e quello del quello Ata e poco importa se il numero degli alunni è aumentato. Per i DS e per i DSGA, in agosto si vedrà come il MIUR intenderà gestire la doppia cura dimagrante (tagli per effetto del dimensionamento, e tagli della legge n. 183/2011 in materia di scuole sottodimensionate).
° Pensionamento del personale scolastico: un emendamento alla spending review
Lo ha proposto, unitamente ad altri senatori, la Bastico (PD); riguarda il personale che ha già raggiunto la quota 96, (criterio cancellato dalla Riforma Fornero).
I proponenti chiedono al Governo di modificare la legge n. 214/2011 introducendo, per il personale scolastico, la possibilità di differire al 31 agosto 2012 il termine previsto dalla riforma del sistema previdenziale per la maturazione dei requisiti di pensionamento (si chiede la modifica dell’articolo 24, comma 14, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214). Occorre ricordare che, in gennaio, il Governo aveva accolto, in sede di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, cosiddetto "decreto milleproroghe", un ordine del giorno in tale senso.
(Fonte: La tecnica della scuola – 20 luglio)