Da Modena arriva un’altra sentenza che fa giustizia sulla mancata piena valutazione del servizio precedente all’immissione in ruolo: la sezione Lavoro del Tribunale emiliano ha recuperato per intero i 9 anni, 9 mesi e 17 giorni svolti da precaria da una collaboratrice scolastica, considerati dall’Istituto Comprensivo dove era entrata in ruolo solo in parte ai fini della ricostruzione carriera. Inoltre, il ministero dell’Istruzione è stato condannato a pagare alla stessa lavoratrice oltre 2 mila euro di differenze retributive derivanti dall’applicazione degli incrementi stipendiali. Il giudice ha verificato che la donna ha “subito una discriminazione vietata dalla clausola 4 dell'Accordo Quadro CES, UNICE e CEEP allegato alla direttiva 1999/70/CE. Clausola alla stregua della quale deve affermarsi il diritto della medesima al riconoscimento ad ogni effetto dell'intero servizio effettivo pre-ruolo prestato, nel corso del quale ha espletato le stesse mansioni poi svolte una volta assunta a tempo indeterminato, sussistendo tutti i presupposti individuati dalla giurisprudenza per configurare il potere-dovere del giudice nazionale di disapplicare l'art 569 del d.lvo 297/1994 in ragione del suo contrasto con la normativa europea”.