Sulla Carta del docente da assegnare agli insegnanti precari fioccano le sentenze di accoglimento, adesso anche cumulative: in una di queste, emessa dal Tribunale di Roma il 15 febbraio scorso, dieci docenti – con diversi periodi di supplenza svolti alle dipendenze di istituti scolastici pubblici dal 2016 ad oggi - hanno ricevuto complessivamente 16.500 euro. Decisiva, ai fine del parere del giudice, sono stati i numerosi orientamenti dei giudici europei e nazionali.
La carta del docente va anche ai supplenti annuali che hanno sottoscritto contratti su “spezzoni” di cattedra, su cattedra come su sostegno agli alunni disabili: lo ha stabilito con chiarezza il Tribunale ordinario di Parma, sezione Lavoro, che ha condannato il ministero dell’Istruzione ad assegnare 2 mila euro a un’insegnante che non aveva ricevuto la Carta del docente negli anni scolastici 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, durante i quali ha svolto supplenze tra le 10 e le 12 ore settimanali, a fronte delle 22 previste per la cattedra intera. Decisiva, ai fini della sentenza, è stata la risposta fornita dalla “Corte di Giustizia Europea, nella causa C-450/21, con ordinanza resa in data 18 maggio 2022, a mezzo della quale ha affermato che “la clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura nell’allegato della direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero dell’istruzione, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali”.
Anief ha avviato la campagna nazionale per il riconoscimento del titolo conseguito all’estero dopo l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato. L’obiettivo del sindacato è quello di accelerare le procedure di valutazione delle domande e una volta accolte di far sciogliere la riserva, anche attraverso la nomina di un commissario ad acta e l’assistenza sindacale. Come ha spiegato Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato, “serve un’azione incisiva per evitare ulteriori blocchi”.
Oggi in Italia lo stipendio degli insegnanti precari o assunti in ruolo nei primi otto anni di carriera risulta inferiore a quello di un operaio che opera nel campo edilizio: se questi percepisce in media 1.600 euro al mese, un docente laureato collocato nella fascia stipendiale iniziale si ferma a meno di 1.500 euro mensili. Anche in Francia i compensi iniziali risultano non altissimi, ma non certo ai livelli sotto la soglia della dignità che vengono assegnati nel nostro territorio nazionale: nel paese transalpino, scrive Le Monde, lo stipendio degli insegnanti pur risultando in decrescita si colloca sempre ben al di sopra di quello di un operaio edile.
Anief avvia la campagna nazionale per il riconoscimento del titolo conseguito all’estero dopo l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato. L’obiettivo del sindacato è quello di accelerare le procedure di valutazione delle domande e una volta accolte di far sciogliere la riserva, anche attraverso la nomina di un commissario ad acta e l’assistenza sindacale: sono già più di 700 le ordinanze di commissariamento del Tar Lazio secondo la nota interna del ministero dell’Istruzione e del Merito n. 3459 del 1° febbraio scorso. “Serve un’azione incisiva per evitare ulteriori blocchi”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Coloro che vogliono aderire alla campagna per il riconoscimento del titolo conseguito all’estero possono cliccare al seguente link.