Il Tribunale di Roma accoglie otto ricorsi patrocinati dall’ANIEF e condanna il Ministero dell’Istruzione per illecita reiterazione di contratti a termine e abuso di lavoro precario. Condanna esemplare quella ottenuta per il nostro sindacato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo a carico dell’Amministrazione scolastica cui il Giudice del Lavoro della capitale impone un risarcimento danni per violazione di norme comunitarie pari a un totale di 37 mensilità e condanna a corrispondere, in favore di ogni ricorrente, anche gli scatti di anzianità mai riconosciuti per un totale complessivo che supera i 100.000 Euro.
Su ricorsi patrocinati dallo studio legale dell’Anief, complessivamente, il Tribunale del lavoro di Torino, per illecita reiterazione di contratti a termine, ordina il risarcimento del danno subito dai lavoratori quantificandolo in 80 mensilità stipendiali, a cui aggiungere, per alcuni docenti, 8.000 Euro di scatti stipendiali e 16.000 Euro di condanna alle spese legali, più gli interessi maturati. Questa è la risposta del sindacato alla mancata stabilizzazione del personale precario. D’altronde, la stessa legge 107/2015 prevede un fondo per coprire le spese delle condanne in tribunale. Per aderire ai ricorsi, clicca qui.
Con ben sette sentenze ottenute dall’ANIEF presso i Tribunali del Lavoro di Torino e Ivrea, il Ministero dell’Istruzione è stato condannato per discriminazione e violazione di norme comunitarie nei confronti di 22 docenti precari cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi – che con la solita professionalità hanno saputo ottenere ragione patrocinando i diritti dei nostri iscritti – dimostrano in tribunale l’illecita discriminazione posta in essere da sempre dal MIUR nei confronti dei dipendenti precari e ottengono la condanna dell’Amministrazione a più di 70.000 Euro di risarcimento.
Ancora una volta, viene premiato il lavoro dell’ufficio legale dell’Anief che, a ridosso della procedura concorsuale, fa immettere in ruolo migliaia di docenti in possesso del diploma abilitante conseguito sino al 2002, ancora prima della sentenza di merito, vista l’evidente giurisprudenza in materia, dopo che gli stessi erano stati esclusi dalle GaE e dalle convocazioni per le assunzioni dei mesi scorsi. Molti Ambiti Territoriali provinciali (gli ex Provveditorati agli Studi) hanno già provveduto ad annullare e a predisporre i contratti a tempo indeterminato. Per i pochi inadempienti, come già accaduto con i mancati collocamenti a “pettine” dei precari nelle graduatorie, scatteranno apposite denunce alla Corte dei Conti (nei confronti dei dirigenti responsabili) e i ricorsi per “lite temeraria” al giudice del lavoro (per l’assunzione dei docenti ricorrenti).
Marcello Pacifico (presidente Anief): stiamo monitorando come in ogni provincia sia stato ottemperato l’ordine ministeriale. Aspetteremo qualche giorno per quelle sedi ministeriali periferiche recidive o in difficoltà, poi ricontatteremo il commissario ad acta e in base alle nuove determinazioni, promuoveremo ricorsi individuali per ottenere le immissioni in ruolo urgenti al giudice del lavoro. Se vi sono ancora dei posti vacanti, è giusto nel rispetto del principio costituzionale del merito, che siano assegnati da subito.
Stavolta è toccata alla Corte d’Appello partenopea respingere il ricorso proposto dal Ministero dell’Istruzione e confermare il diritto dei docenti precari ad essere inseriti a “pettine” nelle Graduatorie ad esaurimento 2009/2011. L’esito nuovamente favorevole per l’Anief, dunque, conferma la sentenza già ottenuta in primo grado dagli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Michele Speranza. Miur condannato anche a 3.500 euro di spese di lite. Cassato, ancora una volta, il tentativo maldestro del dicastero di Viale Trastevere di “punire” i supplenti impedendo loro nel 2009 il trasferimento della provincia di inserimento in GaE. Il nostro sindacato ha nuovamente dimostrato che i principi costituzionali, la tutela del diritto al lavoro e all’accesso per merito nella Pubblica Amministrazione, non possono essere calpestati neppure per un solo biennio.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): l’aver ammesso nelle varie fasi giudiziarie la non pertinenza di quel modello di collocazione in graduatoria - non solo nelle corti di appello ma anche presso i Tribunali Amministrativi, la Corte Costituzionale e i Tribunali del Lavoro di tutta Italia – costituisce una vittoria completa. Perché rappresenta non solo un traguardo morale, ma anche un diritto riconosciuto che conduce verso le supplenze annuali e soprattutto l’assunzione a tempo indeterminato degli effettivi aventi diritto.