Cominciano a trapelare i dettagli sui contenuti del vertice di maggioranza di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, al quale erano presenti il premier Giuseppe Conte, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, il commissario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri e tutti gli altri attori principali per la riapertura delle scuole. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è tranquillo e ha voluto che fosse chiaro a tutti che la responsabilità della scuola non è solo della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Ai presenti ha chiesto conto nel dettaglio della situazione e ha ribadito: “La responsabilità è di tutti”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’impegno trasversale dei dicasteri deve partire senz’altro da uno sforzo maggiore da parte del ministero dell’Economia, per andare a rimpolpare gli organici e gli istituti autonomi, oltre che cancellare le classi ‘pollaio’, dopo anni di tagli, ma anche da un coinvolgimento costruttivo con il dicastero dei Trasporti e del Lavoro, occorre introdurre un impianto normativo che supporti l’azione delle scuole attraverso interventi diretti da parte di altri agenti sociali istituzionali che operano nei territori e quindi anche con il coinvolgimento attivo, con spazi di autonomia decisionale sulla base delle necessità locali, di Regioni, Comuni e Città metropolitane”.
È partito il conto alla rovescia per la riapertura delle scuole. Le questioni da risolvere sulla scuola sono molte. L’organico dei docenti, per esempio, sul quale il presidente del Consiglio ha chiesto chiarimenti alla ministra dell’Istruzione. Si è trattato solo di una riunione interlocutoria, tanto è vero che oggi - riporta Orizzonte Scuola - si terrà un altro incontro. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato al premier le modalità di intervento nel caso in cui risultasse positivo uno studente o un insegnante. Palazzo Chigi tiene a ribadire che non è in discussione la data di riapertura delle scuole, che sarà il 14 settembre, ma le incognite restano tante. Per questo Conte ha voluto un cambio di rotta, assumendo in prima persona il coordinamento delle attività.
IL CONSENSO DEL SINDACATO
Anief ritiene condivisibile la linea assunta dal presidente del Consiglio. “Prima di tutto – dichiara il presidente del giovane sindacato, Marcello Pacifico – perché la funzione della scuola è di interesse per definizione non propriamente didattico, ma ancora prima sociale. E quindi molto più rilevante. Non è una caso se già all’inizio del 2020, prima quindi della pandemia, la nostra organizzazione aveva lanciato un appello pubblico per combattere con un piano piano interministeriale la cosiddetta ‘'descolarizzazione', il triste fenomeno che affranca dagli studi ogni anno oltre mezzo milione di giovani tra i 18 e i 24 anni”.
SERVE L’IMPEGNO DI TUTTI CON REGOLE CHIARE
Secondo il presidente Anief “diventa ancora più necessario, lo ribadiamo adesso, esercitare una serie di interventi che vanno oltre le competenze del ministero dell’Istruzione, perchè la scuola non può vincere sfide importanti come l’abbandono scolastico, la fuga di cervelli od ora pure il complicatissimo rientro sui banchi in una fase tra l’altro poco tranquillizzante di ascesa dei contagi. Ecco perché serve uno sforzo, certamente anche interministeriale: occorre fare del tutto per evitare, lo avevamo detto anche qualche giorno fa, quando si ipotizzava uno spostamento del ritorno in classe a dopo la tornata elettorale del 20 e 21 settembre, che il ritorno a scuola si realizzi con la politica dello stop and go. Servono, piuttosto, regole certe e da comunicare in modo chiaro, per arrivare – conclude Pacifico – al ritorno sui banchi in uno stato di sicurezza massima”.
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25 agosto 2020
Ufficio Stampa Anief