ROMA, 27 GIU - L'Anief plaude alla decisione di cancellare la chiamata diretta degli insegnanti. "La decisione di introdurre un modello di scelta del personale di stampo privato in un contesto pubblico si è rivelata inutile, poco praticabile e per di più immotivata, perché - afferma Marcello Pacifico - per scegliere dei docenti già formati e graduati in base ai titoli e servizi svolti, non c'era alcuna esigenza di selezione. Basterebbe ricordare che in Italia per diventare oggi insegnante occorre intraprendere un percorso universitario lungo ben otto anni. La norma avrebbe voluto fare assegnare alle scuole le professionalità di cui avevano bisogno, ma poi nella realtà è risultato tutto pasticciato, perché in mancanza di linee guida univoche, ci siamo ritrovati con adozioni troppo diversificate e quindi discriminanti". Inoltre il cosiddetto "'potenziamento' degli istituti - osserva ancora Pacifico - è stato assegnato prima della scelta delle scuole nel Piano dell'offerta formativa triennale e comunque, spesso, anche in contrasto con il bisogno delle scuole. Infine, quando la chiamata diretta è andata deserta, le scuole hanno ricevuto insegnanti assegnati d'ufficio dagli Uffici scolastici regionali. Senza contare il fatto che il nostro sindacato ha ancora pendente una questione pregiudiziale di costituzionalità al Tar Lazio". (ANSA).
ROMA, 26 GIU - Gli aumenti dell'ultimo triennio nel mondo della scuola "dovevano avere tutt'altra portata, mediamente del triplo rispetto a quelli accordati: a fronte dello 0,36% per il 2016, l'1,09% dell'anno scorso e del 3,48% del 2018, gli incrementi da applicare dovevano essere rispettivamente del 4,26%, del 4,66% e del 5,51%". A mettere a punto i numeri è l'ufficio studi del sindacato Anief dopo la relazione odierna della procura generale della Corte dei conti nella requisitoria sul giudizio relativo al rendiconto generale dello Stato relativamente al personale della scuola. Per Marcello Pacifico, leader di Anief-Cisal, "le questioni messe in risalto oggi dalla Corte dei Conti devono essere da monito per i nostri governanti, perché partono da un organismo super partes che opera per lo Stato. La mancanza di cambiamento, registrata dalla Corte, è significativa di come il sistema organizzativo della scuola risulti purtroppo bloccato, tendente al trascinarsi piuttosto che all'innovazione. Costringere centinaia di migliaia di docenti e Ata a rimanere in servizio loro malgrado, dopo decenni di lavoro svolto a stretto contatto con gli alunni, rappresenta una scelta che alla lunga costerà molto cara al sistema Paese". (ANSA).
ROMA, 23 GIU - Il Miur ha pubblicato un decreto, il DM 506, "che disciplina le operazioni di inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento alla vecchia maniera: niente reinserimento per gli esclusi e passaggio dalla quarta a terza fascia; graduatorie precluse anche per i laureati in Scienze della formazione primaria col vecchio ordinamento; aggiornamento vietato, infine, per tutti coloro che, pur stando già nelle Graduatorie ad esaurimento, sono interessati a far valere i nuovi titoli e servizi maturati negli ultimi quattro anni oppure hanno intenzione di cambiare provincia di appartenenza per ritrovarsi con maggiori chance di essere assunti anche a tempo indeterminato". Ad affermarlo è il sindacato Anief, secondo il quale "il Miur continua a sbagliare" e che ha già impugnato il provvedimento. (ANSA).
BOLOGNA, 8 GIU - Il Tribunale del Lavoro di Bologna ha "accolto senza riserve" le tesi dall'Anief (Asssociazione sindacale professionale), condannando il Miur a risarcire tre insegnanti precari per una cifra complessiva che supera di poco i 100mila euro. La sentenza ottenuta oggi dai legali del sindacato - Fabio Ganci, Walter Miceli e Tiziana Sponga - fa registrare la condanna del Ministero dell'Istruzione per "l'illegittima reiterazione di contratti a termine stipulati oltre i 36 mesi di servizio - ha spiegato Anief - su posti vacanti e disponibili e per la mancata assegnazione delle progressioni stipendiali", come indicato di recente anche dalla Corte di Cassazione. "L'azione vincente dell'Anief ha segnato un importante successo nella tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola - ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - ma non si può più attendere oltre: tutte le discriminazioni poste in essere nella contrattazione collettiva a discapito dei precari devono essere superate. La direttiva comunitaria 1999/70/Ce non può essere ancora ignorata dopo quasi 20 anni - ha concluso Pacifico - e noi ci batteremo ai tavoli della trattativa perché finalmente il personale precario abbia il pieno riconoscimento di tutti i diritti". (ANSA).
ROMA, 8 GIU - "Anche l'Ue ci ha detto, proprio in questi giorni, con una risoluzione del Parlamento Ue che dopo 36 mesi di servizio da precario il datore di lavoro deve per forza assumere". A ricordarlo è l'Anief, intervenendo a proposito della questione dei maestri diplomati magistrali. "Qualsiasi soluzione, governativa o parlamentare che sia - osserva Marcello Pacifico, leader del sindacato - deve passare necessariamente per una riforma dell'attuale sistema di gestione delle graduatorie ad esaurimento (Gae). Le contraddizioni che persistono sono troppe. Basti pensare che i laureati di Scienze della formazione primaria esclusi nel 2006 dalle Gae sono stati poi accolti nel 2008 e nel 2012: oggi, invece, non si capisce perché non possono trovare spazio nello stesso canale. Quella della stabilizzazione dei lavoratori precari, una volta raggiunto il periodo-soglia, rappresenta la nuova frontiera dell'occupazione. Quello che dovrebbe essere il Governo del cambiamento non può che prenderne atto e agire di conseguenza". In caso contrario, Anief, che ha presentato un nuovo reclamo collettivo al Parlamento europeo, annuncia che attiverà tutte le sue forze per avviare un ulteriore maxi-contenzioso, da condurre nelle aule dei tribunali. "L'esito - conclude Pacifico - non potrà che andare ad aggravare i conti della collettività, con la striscia di effetti negativi che si ripercuoterebbe sulle tasche degli incolpevoli cittadini italiani, costretti a sovvenzionare all'erario milioni di risarcimenti complessivi. Anche perché al diritto negato alla stabilizzazione si aggiungeranno altre istanze, a partire dagli scatti d'anzianità da assicurare sempre ai precari, come indicato dalla Corte di Cassazione". (ANSA).
ROMA, 4 GIU - "La fatidica soglia, frutto della somma degli anni anagrafici e di quelli contributivi, per mesi indicata dal M5S come imprescindibile per superare l'assurda Legge Fornero, confermata anche nel contratto di governo sottoscritto con la Lega, potrebbe valere solo a partire da una soglia minima. Questa, perlomeno, è la richiesta formulata in queste ore dalla Ragioneria generale dello Stato". A sostenerlo è il sindacato Anief, secondo il quale "a questo punto, è chiaro che se il neonato governo vorrà tenere fede a quanto detto nel corso della campagna elettorale sarà obbligato a reperire i finanziamenti utili. Altrimenti, ci troveremo davanti all'ennesima promessa incompiuta". "I lavoratori non accetterebbero - sottolinea il sindacato - un passo indietro rispetto a quanto espresso per mesi e risultato tra i motivi principali che hanno portato al consenso per il nuovo assetto politico, da cui è scaturito il novello assetto parlamentare e governativo. Anzi, per i lavoratori della scuola serve sempre l'inclusione tra le categorie che svolgono una professione usurante". Per Marcello Pacifico, leader di Anief-Cisal, "introdurre la clausola dei 64 anni d'età andrebbe a costituire un grave cambiamento del programma di governo: nessuno ha obbligato i partiti a promettere la nuova soglia. Visto che si sono presi l'impegno, evidentemente gradito dalla maggior parte degli italiani, ora è bene portarlo avanti. Costi quel che costi. Come si sono trovati i soldi per sanare altre emergenze nazionali, ora si trovino quelli utili per mandare in pensione chi ha lavorato una vita e ora vuole passare la mano". (ANSA).
ROMA, 1 GIU - L'Anief dà il suo benvenuto al nuovo esecutivo, "è bene però che ora la maggioranza si impegni con celerità per salvare la scuola dal baratro, iniziando l'opera con la cancellazione del precariato, riaprendo le GaE e assumendo tutti i precari sui 100mila posti vacanti". L'Anief vede di buon occhio "la volontà di modificare la Legge Fornero, introducendo quota 100, sempre a patto che quelle della scuola vengano considerate professioni usuranti. A questo proposito - si osserva - è sempre bene ricordare che si tratterebbe di una norma che riavvicina l'Italia all'Europa, dove l'età media pensionabile è 63 anni, ad iniziare dagli insegnanti". "Chiediamo di mantenere fede ad alcuni degli obiettivi sulla scuola espressi durante la campagna elettorale e ribaditi nel contratto di governo sottoscritti qualche settimana fa", aggiunge Marcello Pacifico di Anief-Cisal. "Ci sono delle parti che se attuate libererebbero la scuola da pesanti fardelli che rischiano di compromettere l'avvio del prossimo anno", aggiunge. (ANSA).
ROMA, 1 GIU - Il concorso docenti abilitati parte col piede sbagliato: ritardi ingiustificabili e in Lombardia denunce di prove difformi. E' quanto fa sapere, in una nota, Anief-Cisal. "Al problema dei tempi biblici per la preparazione della prova concorsuale, legati soprattutto alla logica mancanza di commissari disposti a sobbarcarsi un onere non indifferente, senza esoneri dal servizio abituale ed in cambio di cifre a dir poco ridicole - sostiene Anief-Cisal - si stanno aggiungendo delle inspiegabili prove difformi per verificare l'attitudine all'insegnamento dei candidati: dalla Lombardia, l'unica regione dove si è partiti con lo svolgimento dell'unica prova prevista, l'orale, i candidati lamentano un impegno fortemente diversificato, variabile in base alle commissioni di collocazione". Sempre secondo Anief "diversi docenti precari abilitati che hanno svolto la prova in più di una classe di concorso, ci segnalano, in particolare, contenuti e tempi di attuazione fortemente diversificati. Con inevitabili effetti sulla valutazione finale, la cui consistenza diventa fondamentale ai fini della collocazione nelle graduatorie regionali che si andranno a determinare, al termine del concorso riservato, per decidere quali precari accederanno al terzo anno di Fit pre-ruolo. Quella che doveva essere una sorta di sanatoria del Governo a maggioranza Pd, si conferma sempre più inutile, se non dannosa". Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal) "la realtà è che si è voluto complicare la vita, anziché ammettere una volta per tutte che un supplente, come qualsiasi precario dell'amministrazione pubblica con titoli e abilitato ad acquisire un posto vacante, dopo tre anni di servizio svolto va assunto a tempo indeterminato". (ANSA).
ROMA, 30 MAG - "Nel mirino del Tribunale amministrativo del Lazio è andata a finire la decisione del Ministero dell'Istruzione di attribuire al biennio iniziale dei licei specializzati nell'offerta formativa musicale una sola ora, anziché le due previste, di esecuzione per il primo strumento, andando così a determinare un danno evidente agli studenti". Così una nota dell'Anief. "I giudici, replicando la posizione già espressa lo scorso anno, hanno ritenuto errata la scelta ministeriale per violazione della normativa primaria - spiega il sindacato - ritenendo quindi illegittima la Nota Miur che ha definito le regole di formazione degli organici del personale docente del prossimo anno scolastico perché emanata in violazione del Dpr n. 89 del 15 marzo 2010. In quella Nota ministeriale, l'amministrazione aveva previsto per l'insegnamento della materia Esecuzione e interpretazione soltanto un'ora per il primo strumento (come per il secondo strumento) trasformando l'ora decurtata in attività di ascolto musicale, ritenendolo equivalente". Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal) "l'ascolto della musica, sebbene rappresenti una parte della didattica all'interno del liceo musicale, non ha nulla a che vedere con l'esecuzione tecnico-pratica. La quale incarna la finalità principale di questa particolare tipologia di liceo, peraltro sempre più richiesto a livello nazionale. A questo punto, l'Anief è intenzionato a chiedere un incontro urgente al Ministero dell'Istruzione, per far sì che i provvedimenti giudiziali non restino lettera morta e chiedere all'Amministrazione di attivare tutte le procedure utili per ripristinare immediatamente l'ora di esecuzione del primo strumento". (ANSA).
ROMA, 29 MAG - Carlo Cottarelli riapra le graduatorie ad esaurimento (Gae) alla prima riunione della presidenza del Consiglio dei ministri. A chiederlo è il presidente di Anief Cisal, Marcello Pacifico, nel corso di un intervento a Piazza Montecitorio, dopo un incontro al Tar del Lazio e al Ministero dell'Istruzione nell'ennesima giornata di protesta contro l'esclusione dei maestri con diploma magistrale dalle graduatorie ad esaurimento. "Qualora il nuovo esecutivo dovesse vedere la luce - ha detto il sindacalista - è bene sin da adesso che sappia qual è la priorità per non fare tracollare la scuola; bisogna riaprire le GaE dei precari prima di subito e il Parlamento confermi il decreto legge. In caso contrario saranno entrambi responsabili del licenziamento di 50 mila insegnanti della scuola italiana e dell'aumento della spesa pubblica dovuta a risarcimenti milionari che saranno richiesti a partire proprio dai tanti docenti assunti in ruolo e poi messi alla porta dopo avere addirittura superato l'anno di prova". Intanto, la protesta degli esclusi non si arresta. Oggi pomeriggio è previsto un sit-in di una rappresentanza di maestre, stavolta davanti Viale Trastevere. (ANSA).
ROMA, 27 MAG - Domani, lunedì 28 maggio, verranno pagati gli stipendi ai lavoratori della scuola e gli arretrati derivanti dagli incrementi previsti dal nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (C.C.N.L.) del comparto Istruzione e Ricerca per il periodo da gennaio 2016 a maggio 2018. L'effettiva disponibilità delle somme sui conti correnti può avvenire nell'arco dell'intera giornata, in relazione alle diverse modalità operative degli istituti bancari. Il pagamento riguarderà il personale con contratto a tempo indeterminato e supplenti con contratto al 30 giugno o 31 agosto nell'anno scolastico 2017/18. Gli arretrati dei supplenti temporanei, ovvero dei docenti e del personale Ata (amministrativo tecnico e ausiliario) che stanno svolgendo una supplenza che vada non oltre il termine delle lezioni nell'anno scolastico 2017/18, indipendentemente dal tipo di supplenza che hanno svolto negli anni precedenti. Per i supplenti temporanei ci sarà una emissione a parte, in una data che non è stata ancora comunicata. "Perché gli unici a non essere pagati nei tempi previsti devono essere i supplenti brevi e saltuari? Chi gestisce l'amministrazione pubblica continua ad operare come se debbano esistere dei precari di serie A e di serie B. Tutto questo è intollerabile", accusa Marcello Pacifico, presidente di Anief. Le cifre spettanti varieranno in base all'anzianità di servizio. A partire dal mese di giugno invece il valore mensile dello stipendio tabellare lordo sarà adeguato, a regime, ai nuovi valori previsti dal Contratto nazionale di lavoro. L'applicazione contrattuale interessa circa 1.200.000 dipendenti della Scuola, Istituti di alta formazione artistica e musicale ed Enti di ricerca. Il nuovo contratto, siglato definitivamente nell'aprile scorso, riconosce aumenti da 84 a 111 euro mensili in coerenza con l'Intesa del 30 novembre 2016 tra Governo e i sindacati, e prevede un elemento perequativo, che interessa soprattutto le qualifiche iniziali. (ANSA).
ROMA, 26 MAG - Il nuovo inquilino di viale Trastevere dovrà riuscire a mettere in pratica il programma sulla scuola contenuto nel Contratto di governo M5S-Lega dovendo fare a meno di 160 milioni di euro nei prossimi tre anni. A sostenerlo è il sindacato Anief, secondo il quale conti alla mano, dai documenti interministeriali emerge che ci sono tagli importanti sia nella scuola, sia nei fondi destinati alla formazione. Nei primi due anni le scuole dovranno fare a meno di 36 milioni di euro (sia per il 2018 che per il 2019) e scendere di altri 35 milioni di euro alla fine del triennio. Lo stesso dicasi per i tagli ai fondi destinati all'offerta formativa che saranno di 18 milioni per quest'anno, di 19 milioni per il prossimo e di poco più di 17 milioni per il 2020. "Si va a tagliare al cuore della scuola, sulle spese vive di prima necessità. È come se agli ospedali si andassero a tagliare i materiali per le operazioni chirurgiche e per la gestione dei pazienti. È un andare inaccettabile", commenta Marcello Pacifico, leader di Anief. Anche "La tecnica della scuola" fa notare che il rinnovo contrattuale (quello appena firmato scadrà già il 31 dicembre prossimo) e la perequazione saranno le prime grande che si troverà il nuovo titolare del Miur. Per gli stipendi più bassi, infatti, è stato introdotto un meccanismo di perequazione in modo da consentire a tutti di arrivare almeno a 80 euro di aumento lordo. Ma questa perequazione scade a dicembre e quindi - se non ci saranno interventi tempestivi - a gennaio gli stipendi di un buon 50% dei dipendenti della scuola diminuiranno: il "taglio" sarà tanto più consistente quanto più basso è lo stipendio, e si andrà quindi da un manciata di euro (3-4) per i docenti con una anzianità media fino ai 29 euro di decurtazione per gli Ata con meno di 10 anni di anzianità. A questo si aggiunge la questione del rinnovo contrattuale: quello appena firmato, infatti, scadrà già il 31 dicembre prossimo. Il problema a medio termine riguarderà il rinnovo contrattuale (quello appena firmato scadrà già il 31 dicembre prossimo) ma già da subito bisognerà dare risposta alla questione del cosiddetto "elemento perequativo" introdotto proprio con il contratto 2016/2018. Se infine con la legge finanziaria del 2019 il nuovo Governo dovesse decidere anche di cancellare il bonus introdotto dal governo Renzi di 80 euro mensili per gli stipendi più bassi, per molti insegnanti e per tutto il personale Ata il taglio potrebbe diventare insopportabile. (ANSA).
ROMA, 19 MAG - No a vincoli sulla mobilità del personale e sull'assegnazione dell'insegnante di sostegno; forti riserve anche sulla volontà espressa dai decisori del prossimo Governo di trasformare in college gli attuali istituti alberghieri: lo rileva l'Anief a commento dei contenuti del contratto di governo sui temi della scuola. "Considerando la volontà del nuovo esecutivo di risolvere il problema dell'alto numero di alunni per classe e del precariato", l'Anief "ritiene che servirebbe un decreto legge ad hoc che affronti il tema delle classi pollaio e del reclutamento, in modo da ridefinire i parametri di assegnazione degli organici in base alle esigenze del territorio, al tessuto socio-economico in cui è inserita ogni scuola. La realizzazione di questo piano comporterebbe, certamente, un nuovo piano straordinario di assunzioni (che parta dagli attuali 120 mila docenti e 25 mila Ata supplenti), con l'utilizzo del presente doppio canale di reclutamento per il personale docente, attraverso lo scorrimento delle graduatorie di merito e delle GaE". (ANSA).
Arriva un nuovo soddisfacente successo in Consiglio di Stato per l'Anief sulla partecipazione al concorso a cattedra bandito dal MIUR nel 2012: il Consiglio di Stato conferma l'illegittimità del DDG n. 82/2012 nella parte in cui prevedeva la separazione del punteggio della prova scritta dalla successiva prova pratica o di laboratorio prevista per alcune classi di concorso ed escludeva quei candidati che non avevano conseguito un punteggio di almeno 21/30 nelle prove scritte senza prima far loro sostenere anche la successiva prova laboratoriale.
ROMA, 9 MAG - Gli incrementi stipendiali netti di oltre 1 milione e 200mila dipendenti del mondo della scuola dopo il recente rinnovo del contratto, atteso da quasi 10 anni, si aggireranno intorno a soli 50 euro. A sostenerlo è il sindacato Anief, che ha sempre criticato la firma del contratto da parte dei sindacati confederali. Anief ricorda che secondo l'Aran per il periodo 2007/08-2015/16, gli anni del blocco del contratto della Scuola, la perdita progressiva di valore degli stipendi pubblici rispetto all'inflazione equivale all'8,1%. Inoltre, nel periodo in cui gli stipendi pubblici non facevano ravvisare incrementi, nel settore privato gli aumenti hanno toccato quota 3,6 punti. "Il fatto che a quantificare la distanza stipendiale sia stata proprio l'Aran, l'artefice del contratto collettivo nazionale assecondato dai sindacati Confederali - afferma Marcello Pacifico, leader dell'Anief - la dice lunga su quanto possa essere stato sconveniente sottoscrivere l'accordo del 20 aprile scorso. L'Aran sa bene che di indennità di vacanza contrattuale il personale avrebbe dovuto ricevere almeno il 4%. Anche il gap sullo stipendio tabellare grida vendetta: tra il 2010 e il 2016 il personale della scuola si è visto sottratto 1.147 euro, incluso di accessorio, complessivamente 353 euro rispetto al 2012. A questo punto, considerando la presa in giro cui il personale è stato sottoposto, con gli aumenti "mancia" che arriveranno nei prossimi 50 giorni, secondo noi è lampante che per avere giustizia non rimane che attivare la battaglia nei tribunali". Il sindacato quindi annuncia ricorsi per far attribuire ai lavoratori il conferimento dell'indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018 e recuperare cifre più alte di quelle accordate. Secondo il contratto firmato nelle settimane scorse all'Aran, gli aumenti medi lordi saranno pari a 96 euro, che differiranno ovviamente a seconda delle qualifiche e delle fasce di anzianità (gli aumenti vanno da 80,40 euro a 110). Gli arretrati arriveranno entro maggio; da giugno gli aumenti. "Gli aumenti sono stati stabiliti nel contratto - afferma Pino Turi, della Uil Scuola - non c'e' nulla da inventare. E' finita la campagna elettorale, le Rsu sono state elette e ora i toni si possono abbassare: basta andare a vedere il contratto e le tabelle allegate. Basta con la demagogia e con i denigratori". Saranno da trovare, invece, le risorse per confermare la perequazione stipendiale introdotta con il recente contratto nazionale: per una parte del personale della scuola, infatti, una quota dell'aumento stipendiale è garantita solamente fino a dicembre del 2018. Secondo alcune stime serviranno 7-800 milioni di euro che il nuovo governo dovrà prevedere nella prossima legge legge di stabilità. (ANSA).
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ROMA, 6 MAG - Nelle prossime ore, probabilmente già domani "ci sarà il 'verdetto' ovvero si saprà se ci sarà la possibilità di aprire una commissione speciale e quindi se continuare nel nostro sciopero della fame ad oltranza oppure interromperlo perché si va verso un accordo". E' quanto spiega una delle maestre che ha partecipato allo sciopero della fame dei giorni scorsi davanti al ministero dell'Istruzione, portato avanti dai maestri e dalle maestre con diploma magistrale che rischiano di perdere il posto di lavoro. Nei giorni scorsi, ricorda l'associazione sindacale Anief, diversi membri del Parlamento hanno dimostrato sensibilità al problema: parlamentari di Forza Italia, Fratelli d'Italia e di Liberi e Uguali, con disegni di legge o pubbliche dichiarazioni, hanno chiesto apertamente quello che l'Anief "rivendica con una bozza di decreto legge. Anche la Lega Nord ha chiesto di eliminare il divieto delle supplenze introdotto dalla Legge 107/2015. E il Movimento 5 Stelle ha chiesto di interrogare la ministra Valeria Fedeli per sapere quali soluzioni urgenti voglia avviare. Sulla stessa linea si è mosso, seppure tardivamente, anche il Pd", prosegue al nota. Secondo Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief, "la soluzione, invocata da tutti, rimane quella di riaprire per la terza volta le graduatorie ad esaurimento (Gae) a tutto il personale abilitato dall'infanzia alle superiori. Inoltre, vanno trasformate le graduatorie d'istituto in permanenti e provinciali. Tutti stanno comprendendo che chi è in possesso di un'abilitazione riconosciuta dallo Stato italiano deve essere assunto in base al punteggio ottenuto. Inoltre, che essere licenziati per via dell'Adunanza Plenaria del 20 dicembre scorso rappresenterebbe un'ingiustizia vera. La soluzione, infine, non può essere quella di estendere il fallimentare regime di reclutamento transitorio ai docenti della primaria e dell'infanzia. Per questo siamo pronti a continuare la protesta fino a quando non si approverà il diritto nella scuola". (ANSA).
ROMA, 3 MAG - Continua lo sciopero della fame delle maestre con diploma magistrale che rischiano di perdere il posto di lavoro dopo la sentenza dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato con cui è stato negato l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento ai diplomati magistrali ante 2001/02. "Sono tanti i docenti della scuola pubblica che oggi hanno partecipato alla manifestazione davanti al Miur - rende noto il sindacato Anief - per sensibilizzare Governo e Parlamento ad approvare un decreto d'urgenza per salvare migliaia di maestri con diploma magistrale. Pure il mondo della politica si muove a loro favore". Il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, ringrazia "chi da giorni in viale Trastevere e a casa ha messo in discussione la propria salute per chiedere il rispetto del diritto a poter insegnare in quanto docenti abilitati. La richiesta di un intervento della politica rimane, per tutti, chiara e semplice: bisogna subito riaprire le Graduatorie. La protesta continuerà fino a quando le maestre e gli insegnanti precari non potranno essere assunti evitando il licenziamento. Qualsiasi altra soluzione è francamente irricevibile. Premesso questo, Anief chiede a tutte le forze politiche di invitare il Governo ad approvare un decreto d'urgenza e di ratificarlo nelle commissioni speciali di Camera e Senato, già da noi informate sull'urgenza del caso". Oggi intanto, con una interrogazione parlamentare i senatori di Forza Italia, con in testa la capogruppo Anna Maria Bernini, hanno chiesto al ministro Valeria Fedeli e al governo "di trovare una soluzione all'annosa e grave questione con un provvedimento d'urgenza che produca effetti, in favore degli insegnanti diplomati, sin dal prossimo anno scolastico 2018/2019 e ciò anche a tutela della continuità didattica". Anche Liberi e Uguali, con la senatrice Loredana De Petris, ha chiesto un decreto "per confermare in servizio chi è stato assunto con contratto a tempo indeterminato e per confermare nelle Gae chi vi è inserito". Nei giorni scorsi la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli ha chiesto ai maestri di sospendere lo sciopero della fame e ha ricordato che la soluzione deve trovarla il Parlamento. La platea complessiva interessata da questa intricata vicenda si aggira intorno alle 50 mila unità inserite negli anni nelle graduatorie ad esaurimento che tuttavia lo sono state a vario titolo: alcune persone sono attualmente in servizio, molte altre invece non hanno fatto neppure un giorno di insegnamento. (ANSA)
ROMA, 29 APR - In 8 anni gli stipendi del personale della scuola e della pubblica amministrazione sarebbero stati "divorati dall'inflazione": ne è convinto l'Anief, secondo il quale "i dati, aggiornati al 20 aprile scorso, ci dicono che dal 2007/08 al 2015/16, negli anni del blocco dei contratti pubblici, gli aumenti nel settore privato sono stati pari a 3,6 punti. Nello stesso periodo, invece, i dipendenti del pubblico impiego e della scuola sono stati remunerati sempre con lo stesso stipendio, perdendo gradualmente oltre 8 punti. Salvo ritrovarsi, a seguito dell'accordo sul rinnovo del contratto definito nelle scorse settimane e ratificato dieci giorni fa, la miseria dello 0,36% di arretrati per il solo 2016". "I lavoratori pubblici e della scuola - afferma Marcello Pacifico di Anief-Cisal - sanno bene come stanno le cose ed è anche per questo motivo che il nostro giovane sindacato ha ottenuto un exploit di consensi in occasione del rinnovo delle Rsu di categoria, svolto a metà aprile: Anief nel suo programma aveva ricordato, anche nel programma sindacale ufficiale, la ridicolaggine degli arretrati corrisposti attraverso l'ultimo contratto, definito non a caso vergognoso. Soltanto di indennità di vacanza contrattuale, il personale avrebbe dovuto ricevere il 4%. Né va meglio esaminando il gap relativo allo stipendio tabellare: tra il 2010 e il 2016, il personale della scuola - ricorda da ultimo l'Anief - ha perso ben 1.147 euro, incluso di accessorio, complessivamente 353 euro rispetto al 2012. Per tale ragione, consideriamo l'ultimo accordo illegittimo e lesivo della Costituzione". (ANSA).