Il Ministero dell’Istruzione e i sindacati sono al lavoro per la stesura di un protocollo di sicurezza per garantire l’avvio dell’anno scolastico. Il protocollo prevede una serie di punti: dall’obbligo della mascherina per chiunque entri a scuola alla misurazione della temperatura prima di entrare in classe. Bozza protocollo di sicurezza. Diverse sono state anche le richieste delle parti sociali su cosa fare in caso di positività, ma anche sulla necessità di introdurre un medico in ogni scuola, un adeguato sostegno psicologico per personale scolastico e studenti. Molta attenzione dovrà quindi essere posta sulla gestione, nelle scuole, degli gli spazi comuni. Risultano, intanto, in via di adeguamento alla nuova situazione epidemiologica le Linee guida nazionali prodotte a fine giugno. Sono state invece approvate in via definitiva le linee guida 0-6 anni, attraverso l’accordo raggiunto in Conferenza Unificata di pochi giorni fa, con accorgimenti specifici per i bambini in tenera età. Nel frattempo, alcune regioni hanno già deliberato le loro linee guida, come l’Emilia Romagna, il Lazio, la Sicilia e il Veneto. Come è prevista una dotazione organica aggiuntiva, fino a 50mila docenti e ATA per gestire l’emergenza; un organico che la Ministra ha definito “il personale Covid”. Infine, risultano al parere del Cspi le indicazioni del MI sulla possibile Didattica a distanza, con le scuole realizzeranno piano per la didattica digitale integrata.
Anche l’Anief risulta in prima linea per dare il suo contributo al ritorno a scuola in sicurezza, attraverso le richieste prodotte durante i tavoli di confronto organizzati dal Ministero. “Stiamo chiedendo – ha detto Marcello Pacifico, in una intervista pubblicata in queste ore da Orizzonte Scuola - delle modifiche. In particolare Anief chiede che si firmi l’accordo sullo svolgimento dell’attività didattica a distanza e sul lavoro agile, come prevede la legge 41. Devono essere chiari i diritti dei lavoratori, anche perché ricordiamo che nel vecchio contratto si parla di diritto alla disconnessione e invece con la didattica a distanza è tutt’altro”. Il sindacalista autonomo ha detto che c’è l’esigenza pure “di chiarire le norme sui lavoratori fragili: più del 60% del personale scolastico è over 55, una fascia di età in cui il lavoratore è più a rischio contagio”.
Mancano meno di 30 giorni al nuovo anno scolastico e al ritorno negli istituti in sicurezza. Ma come si concretizzerà questo obiettivo? Ci sono già alcuni punti fermi.
I PUNTI FERMI SUL RIENTRO IN CLASSE
Uno di questi è la somministrazione dei test sierologici al personale scolastico e a campione agli alunni, sempre comunque su base volontaria. A prevederlo, ricorda Orizzonte Scuola, è la bozza del protocollo d’intesa tra Ministero dell’istruzione e sindacati per garantire l’avvio dell’anno scolastico, le cui lezioni riprenderanno per tutti il 14 settembre. Secondo la ministra Lucia Azzolina, i test “possono permettere di tornare ancora più in sicurezza a scuola. Su modalità e tempistica ha competenza il ministero alla Salute. E comunque non ritarderanno l’inizio dell’anno scolastico”. La somministrazione dovrebbe partire dalla seconda metà di agosto in tutte le scuole che cominceranno il 1° settembre le attività di recupero degli apprendimenti, in tutte le altre scuole si comincerà la somministrazione il 1° settembre. Mentre l’assenza del personale scuola in caso di test sierologico positivo sarà assimilata alla quarantena, con le tutele del caso.
Altre importante indicazioni su come ripartire riducendo al minimo i rischi di contagio sono inserite nelle linee guida nazionali, comprensive di regole sul distanziamento e sui banchi, nonché nei piani scuola delle singole regioni. Per quanto l’acquisto di un massimo tre milioni di banchi di tipo moderno, il Commissario straordinario per l’Emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, ha indetto una Gara pubblica, un bando europeo, che dovrebbe garantire la consegna dei banchi entro l’inizio delle lezioni.
LE PAROLE DI MATTARELLA E CONTE
Sullo sfondo, vi sono anche le recentissime dichiarazioni delle più alte cariche dello Stato. Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “la riapertura regolare delle scuole costituisce obiettivo primario” e deve avvenire “in un clima di condivisione”. Gli ha fatto eco il Premier Giuseppe Conte, rassicurando sul rientro in presenza a settembre: “La scuola è una grande sfida per il Paese, stiamo parlando di oltre dieci milioni di persone – tra studenti, docenti e personale – che dovranno rientrare nelle aule. Siamo al lavoro per garantire loro condizioni di massima sicurezza”, ha detto Conte.
L’AZIONE DELL’ANIEF
Sul fronte del rientro a scuola in sicurezza, il giovane sindacato Anief è pronto a fornire un’informativa a tutte le proprie Rsu, Rls, Rspp perché chiedano ai dirigenti scolastici chiarimenti sulla richiesta eventuale sugli organici aggiuntivi, e per capire quali sono le richieste che il dirigente scolastico deve produrre, alla luce delle problematiche specifiche di ogni istituto. “Questo è il vero ruolo del sindacato – puntualizza Marcello Pacifico, leader dell’Anief – per tale motivo abbiamo avviato da un anno l’Operazione Verità chiedendo alle nostre Rsu di vedere il rapporto alunni per classe e se si rispetta la normativa vigente. Per quanto riguarda gli organici aggiuntivi, Anief sta chiedendo al governo che vengano messi nell’organico di diritto tutti i posti che i dirigenti scolastici chiedono per l’emergenza, e vengano quindi dati a tempo indeterminato. Il problema è a monte: non esiste un organico definito dal ministero”.
L’Anief reclama da tempo anche un numero maggiorato di docenti (160 mila) e Ata (40 mila) proprio per rispondere all’esigenza della ripresa a settembre in sicurezza. E non certo con la modalità “usa e getta” sinora prospettata. “Nell’ordinanza del Ministero – ricorda Pacifico - si parla di investire soprattutto per la scuola dell’infanzia e primaria. Noi su questo punto abbiamo ribadito di aprire il tavolo per i diplomati magistrale. Stiamo assistendo alle sentenze che li stanno licenziando, sarà lesa la continuità didattica, con le nuove GPS il punteggio di chi ha un diploma magistrale è nettamente inferiore rispetto ad altri abilitati. La prima soluzione è bandire un concorso straordinario per infanzia e primaria e per gli insegnanti di religione cattolica, che sono stati dimenticati”.
“La seconda cosa da fare – conclude il sindacalista a capo de giovane sindacato rappresentativo - riguarda il personale Ata: bisogna andare a ripristinare i profili professionali negati, oltre alle richieste di incremento di organici che arriveranno da dirigenti scolastici. Parliamo dei profili As e C che da 25 anni dovrebbero svolgere il lavoro ma mai negli organici sono stati inseriti”.
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