L’emergenza sanitaria ferma i concorsi per l’assunzione di quasi 75 mila docenti, ma non blocca i pensionamenti andando a determinare grossi rischi per la tenuta del sistema didattico in vista del prossimo settembre: secondo le stime odierne di Tuttuscuola, “se tutto andrà bene a settembre, attraverso il concorso straordinario della secondaria, entreranno in ruolo 8-10 mila professori”. Inoltre, “è del tutto improbabile che i concorsi ordinari di infanzia, primaria e secondaria si svolgano in tempo utile per nominare i primi vincitori al prossimo settembre, mentre nel frattempo aumenta il numero di posti vacanti da coprire.
L’allarme di oggi della rivista specializzata è lo stesso che l’Anief ha lanciato da tempo: il sistema di reclutamento italiano, almeno nella scuola, fa acqua da tutte le parti. I concorsi ordinari e straordinari non bastano a sopperire all’altissimo numero di cattedre vacanti: occorre tornare al doppio canale, un sistema che nella fase emergenziale che stiamo vivendo sarebbe ampiamente giustificato. Perché chi ha acquisito titoli, specializzazioni e almeno 36 mesi di servizio ha pieno diritto a essere immesso in ruolo. Ancora di più perché il nostro Paese ha neanche due mesi di tempo per rispondere all’UE e dimostrare che non produce dei danni professionali e una discriminazione reiterata verso i precari nella pubblica amministrazione. La scadenza è scritta in una recente lettera fatta pervenire da Bruxelles al nostro Governo, dopo che le risposte fornite a seguito della procedura d’infrazione avviata nel luglio 2019 sono state inadeguate.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i concorsi lumaca (straordinari e ordinari, ora pure bloccati per via del Covid-19) hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza. Per fare assunzioni ed evitare che a settembre un terzo delle cattedre siano vuote, è giunto il tempo di tornare al doppio canale di reclutamento, ma anche all’utilizzo delle graduatorie d’istituto per assumere in ruolo. Cosa aspettiamo, visto che già quest’anno abbiamo avuto 250 mila supplenze annuali, di cui oltre 70 mila su sostegno. Se l’Italia continua a temporeggiare significa che si esporrà alla procedura d’infrazione 4231/2014 ancora pendente. La nostra strada l’abbiamo indicata anche con una serie di emendamenti sul precariato al Disegno di Legge di Bilancio 2021. E ribadita in occasione del Congresso nazionale svolto alcuni giorni fa, dove abbiamo approvato una mozione specifica sul precariato per l’approvazione a livello nazionale di ‘procedure snelle di reclutamento a tempo indeterminato con graduatorie per titoli e servizio’. Adesso, però, passiamo ai fatti: settembre non è lontano”.
Le domande di pensionamento presentate da docenti dei vari ordini di scuola per lasciare il servizio dal prossimo anno scolastico sono un campanello ulteriore d’allarme: altri 27.600 posti che si liberano e che in larga parte non potranno essere coperte dal turn over, sia per l’esaurimento di molte graduatorie per varie classi di concorso e per l’inadeguata disponibilità di graduatorie di merito delle precedenti procedure concorsuali.
I NUMERI DELLA STAMPA SPECIALIZZATA
La rivista Tuttoscuola ricorda che “nel settembre scorso, nonostante l’autorizzazione del MEF a ricoprire 84mila posti, nonostante la call veloce per cambiare l’iscrizione in GAE per una provincia diversa con posti vacanti, nonostante insomma questa complessiva situazione oltremodo favorevole, sono rimasti vacanti migliaia di posti che nemmeno gli iscritti in GAE sono riusciti a coprire per esaurimento di graduatorie. Sono stati coperti soltanto 18.254 posti, costringendo l’Amministrazione scolastica ad attivare 66.654 supplenze annuali sui posti rimasti vacanti”.
E non è finita qui, perché “a queste supplenze se ne sono aggiunte altre fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) per circa 70 mila posti di sostegno in deroga e per altre migliaia su posti disponibili in organico di fatto, soprattutto per spezzoni di cattedra”. In conclusione, “se l’anno scolastico 2020-21 ha fatto segnare un record negativo di precariato nella scuola (stimabile intorno al 25%), quello che si prospetta per l’anno prossimo segnerà un nuovo record negativo, in particolare nelle scuole settentrionali dove ai numerosi posti e cattedre già vacanti e non coperti nel settembre scorso, andranno ad aggiungersi i vuoti per nuovi pensionamenti (più di 4.700 nella sola Lombardia)”.
LA PROPOSTA ANIEF
Secondo l’Anief diventa vitale, per il bene della scuola e dei suoi discenti, riattivare con urgenza il doppio canale di reclutamento, come è già accaduto nel 2008 e nel 2012 per volontà del Parlamento. Alle scuole serve più che mai l’apertura delle GaE e la trasformazione dei concorsi in procedure utili a stilare delle graduatorie a scorrimento, da utilizzare ogni anno per assumere tutti i precari, anche a seguito di corsi abilitanti e sul sostegno aperti a tutti, pure a distanza. Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, “avere aggirato per oltre vent’anni le direttive europee contro l’abuso delle supplenze, avere ignorato storiche sentenze sullo stesso tema emesse dalla nostra Cassazione italiana e dalla Corte Costituzionale, significa avere abbandonato la causa della Conoscenza e migliaia di lavoratori precari, collocati tra i docenti e tra gli Ata, come dipendenti dell’Università, dell’Afam, degli Enti di Ricerca e di tutta la PA”.
PER APPROFONDIMENTI:
Sostegno negato agli alunni disabili, in attesa di nomina ancora 100 mila docenti
Emergenza sostegno: pochi specializzati, 100 mila supplenze e tante ore ancora negate