La problematica sollevata dall’Anief sul vincolo quinquennale di permanenza nella sede di assunzione dal 1° settembre 2020 viene accolta anche dai partiti che hanno guidato il paese fino a qualche giorno fa, prima dell’attuale crisi di governo: l’odiosa norma, introdotta con la Legge 159/2019, attraverso la quale si obbligano migliaia di docenti nominati in ruolo dal 2020/21 a rimanere 5 anni nella sede di titolarità senza diritto a trasferirsi e nemmeno a chiedere passaggi di ruolo o assegnazioni provvisorie, è stata presa di mira anche dal M5s. Con alcuni emendamenti a firma dell’on. Vittoria Casa, presidente della commissione cultura di Montecitorio, e dell’on. Virginia Villani, il Movimento 5 Stelle chiede quindi espressamente l’abolizione del vincolo quinquennale docenti.
Marcello Pacifico, a guida dell’Anief, ricorda che il suo sindacato ha chiesto la cancellazione di questa norma ingiusta che obbliga alla permanenza di 5 anni nella scuola dove si è stati immessi in ruolo “prima con un emendamento all’ultima Legge di Bilancio e ora con una richiesta specifica al decreto Milleproroghe fatta pervenire ai deputati della I e della V Commissione Affari Costituzionali e Bilancio e Tesoro della Camera, che stanno esaminando in modo congiunto l’Atto n. 2845. La deroga è possibile: è stata introdotta già nel 2011. E non si comprende per quale motivo debba esserci tanta ostinazione nell’anno dell’emergenza Covid19, per la quale appare più che logico ridurre al massimo gli spostamenti dei lavoratori, costretti a stare lontano da casa, per raggiungere periodicamente le loro famiglie”.
Continuano i malumori e le proteste da parte dei docenti che si vedono negato il ricongiungimento familiare, anche solo annuale. La rivista Orizzonte Scuola ricorda oggi che già “nel corso della Legge di Bilancio 2021 era stato l’ex Ministro Fioramonti a tentare di eliminare il vincolo”, ma poi “l’emendamento era stato respinto”. In attesa di conoscere più in dettaglio il testo, il sindacato reputa importante che in Parlamento ci si stia rendendo conto dell’illegittimità di quella norma.
La rivista Orizzonte Scuola ha definito “un annus horribilis” quello che si apprestano a vivere i docenti sottoposti a vincolo triennale o quinquennale: una modalità che li “inchioda alla cattedra sulla quale hanno già ottenuto il trasferimento o l’immissione in ruolo”. Inoltre, a complicare le cose c’è pure la decisione dell’amministrazione di evitare di ridurre al 25% il numero dei posti per i trasferimenti dei docenti: una circostanza che penalizza ulteriormente gli insegnanti di ruolo che hanno intenzione di spostarsi. Nel frattempo, Anief continua a raccogliere le preadesioni gratuite al ricorso contro il vincolo quinquennale.
LA NORMA DA CAMBIARE
LEGGE 20 dicembre 2019, n. 159
"17-octies. Il comma 3 dell'articolo 399 del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è sostituito dai seguenti:
- A decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l'anno scolastico 2020/2021, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, l'assegnazione provvisoria o l'utilizzazione in altra istituzione scolastica ovvero ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso soltanto dopo cinque anni scolastici di effettivo servizio nell'istituzione scolastica di titolarità, fatte salve le situazioni sopravvenute di esubero o soprannumero. La disposizione del presente comma non si applica al personale di cui all'articolo 33, commi 3 e 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, purché le condizioni ivi previste siano intervenute successivamente alla data di iscrizione ai rispettivi bandi concorsuali ovvero all'inserimento periodico nelle graduatorie di cui all'articolo 401 del presente testo unico”.
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