Il Covid ha reso i lavoratori più vulnerabili, non solo al virus. Anche sul piano dei diritti. Il problema della disconnessione dall’attività lavorativa è solo uno dei punti. Vanno definite contrattualmente moltissime questioni che da un anno si trascinano o che hanno avuto risposte parziali, come l’accesso alle tecnologie, le spese per le connessioni, l’ostracismo delle amministrazioni a concedere lo smart working anche laddove le condizioni sono inequivocabili, il riconoscimento del lavoro extra, i rischi per la salute derivante dall’eccesso di esposizione alle attività realizzate in via telematica. E tante altre. Per rispondere a tutto questo, il compito del sindacato diventa ancora più centrale e rilevante. Partendo da questo assunto, l’organizzazione sindacale Anief e l'Unione dei Sindacati Liberi dell'Insegnamento Pre-universitario di IAŞI (USLIP), Romania, hanno stipulato una collaborazione “per attuare in modo efficace politiche in materia di istruzione che permettano di raggiungere la qualità e l'uguaglianza nei sistemi d’istruzione pubblica di tutto il mondo”.
“Con questo accordo – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si intende contribuire allo studio e alla difesa degli interessi economici, materiali, morali, individuali e collettivi dei lavoratori. Ma anche puntare dritto, in questo modo, all’innalzamento del livello intellettuale, civico e morale di chi svolge una professione che con il Covid è cambiata profondamente”.
L'attività di collaborazione tra i sindacati Anief e Iași Romania seguirà anche lo sviluppo delle pratiche comuni in materia di protezione giuridica dei lavoratori (compresi gli insegnanti titolari e temporanei) che devono avere gli stessi diritti conformemente alle norme di applicazione del diritto nell'UE e ai piani di sviluppo e di resilienza approvati dalla Commissione Europea.
Sono diverse le domande a cui la collaborazione vuole rispondere: come possono i diritti essere protetti ed esercitati durante un confinamento? Come rispondono i governi alle sfide di garantire la sicurezza degli alunni e dei lavoratori dell'istruzione nei paesi in cui le scuole sono rimaste parzialmente aperte? Come funzionano i metodi abituali di dialogo sociale in questo periodo di crisi? In che misura i sindacati dell'istruzione possono continuare a prendere l'iniziativa per giungere a sistemi educativi migliori e più equi per tutti gli alunni?
La mission delle due organizzazioni sindacali è la difesa dei diritti dei lavoratori dell'insegnamento, delle libertà individuali e collettive previste nella legislazione dell'insegnamento, l’indicazione del culto dei valori umanistici come la responsabilità, la fraternità, la solidarietà, l'uguaglianza. “L'istruzione e l'insegnamento – si legge nel documento di collaborazione sottoscritto - svolgono un ruolo importante nella costituzione dei valori trasmettendo conoscenze e competenze fin dalla più tenera età, partecipando attivamente alla costruzione del loro ambiente e della loro identità.
Attraverso questo partenariato, le due parti intendono arricchire le conoscenze, scambiare, condividere, prendere esempi di altri paesi, oltre che avanzare verso un'idea contenuta nella «Dichiarazione di Parigi» del maggio 2017: “Gli insegnanti e i tutori a tutti i livelli hanno un dovere di memoria. Dovrebbero essere orgogliosi del loro ruolo di ponte tra le generazioni del passato e quelle future. Dobbiamo rinnovare la cultura d'élite dell'Europa definendo il sublime e il bello come il nostro stallone comune, respingendo il degrado delle arti in una forma di propaganda politica”.
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