Basta con le classi da 28 studenti e più docenti di sostegno specializzati. Sono due degli obiettivi che il ministro dell’Istruzione ha dichiarato pubblicamente di volere attuare durante il suo mandato a viale Trastevere: Patrizio Bianchi ha intenzione di eliminare le cosiddette classi pollaio che, soprattutto negli istituti secondari di secondo grado dei grandi centri, si sono moltiplicati negli ultimi due decenni. Inoltre, il ministro ha spiegato di essere cosciente che 15mila assunzioni di docenti di sostegno sono insufficienti e che occorre incrementare il numero di insegnanti specializzati nella didattica speciale.
Anief ritiene più che condivisibili le esternazioni del ministro dell’Istruzione: “riduzione del numero di alunni per classe e innalzamento del corpo insegnante specializzato sul sostegno sono due perni centrali di una scuola di qualità, che non guarda più all’istruzione come risparmio pubblico ma come viatico per la promozione dei cittadini più formati e consapevoli. È chiaro che ridurre le classi comporta delle spese, perché è inevitabile l’incremento degli organici del personale docente e Ata. Si tratta, comunque, di un progetto che abbiamo già tracciato con il ministro sottoscrivendo quel Patto per la Scuola che ha nella stabilizzazione del personale scolastico con un retroterra di supplenze, nella mobilità senza vincoli e nel rinnovo del contratto teso alla valorizzazione dei dipendenti dei punti fondamentali da centrare. Inoltre, è indispensabile portare nell’organico di diritto gli 80mila posti in deroga su sostegno e decine di migliaia di cattedre in organico di fatto. Non farlo, piegandosi ad esempio al decreto Sostegni-bis licenziato dal Governo, senza dare seguito alle proposte dettate da Anief, rappresenterebbe l’ennesimo fallimento. Con l’aggravante che stavolta non si centreranno gli obiettivi pur avendo diversi miliardi a disposizione, provenienti dal Pnrr”. A questo proposito, Cisal e Anief hanno chiesto un miliardo proprio per la riduzione del numero di alunni per classe, anche alla luce dell'andamento demografico della popolazione, nell’ottica di migliorare il servizio e favorire la diffusione del tempo pieno.
Il ministro dell’Istruzione ammette gli errori dei governi degli ultimi 15-20 anni. “Il tema classi sovraffollate, classi pollaio, è frutto di una scelta fatta in passato – ha detto oggi Bianchi - : sono stati concentrati gli istituti nei grandi capoluoghi ma si è rivelata una trappola e sta creando problemi di gestione. Su questo io sto facendo le mie battaglie, non metto certezze sui risultati. Io sto cercando di fare sì che non ci siano classi da 28 studenti e di prevedere istituti superiori non solo nelle grandi città, cambiando modo di fare politica che negli ultimi 20 anni ha guardato altrove”.
Bianchi ha anche parlato di sostegno agli alunni con disabilità. “Agire sull’inclusione – ha detto - significa agire su un punto forte della nostra storia: stiamo lavorando molto con le forze in Parlamento per giungere alla possibilità di una soluzione che permetta non solo 15mila assunzioni di insegnanti di sostegno, ma qualcosa in più. Ma bisogna che anche le nostre università mettano a disposizione più posti per la specializzazione nel sostegno, serve un’azione di sistema. Se moltiplichiamo i 300mila casi di studenti che in Italia hanno bisogno del sostegno, per il numero dei ragazzi che sono nelle classi in cui quei ragazzi vivono, si vede come questo coinvolge tutta la scuola italiana”.
“Avere persone specializzate dalle nostre università, in grado di agire come sostegno a un cambiamento dell’intera classe è un elemento fondamentale. Su questo con molta fatica stiamo raccogliendo anche un consenso tra le forze politiche”, ha spiegato ancora Bianchi. Il ministro ha quindi evidenziato il tema dei troppo pochi posti per le scuole di specializzazione, “un elemento che dobbiamo risolvere: ne ho parlato a lungo con la ministra dell’Università. Dobbiamo portare le persone alla specializzazione avvalendoci delle esperienze che hanno avuto”.
È evidente, quindi, l’intenzione del titolare del dicastero dell’Istruzione di portare avanti gli impegni presi meno di un mese fa a Palazzo Chigi, a iniziare dall’esigenza di assumere nuovi docenti con modalità più snelle e moderne, in linea con quelle adottate dall’Unione europea, anche per evitare che la prossima estate si arrivi a coprire nemmeno il turn over. “Per noi – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è troppo importante rivedere il rapporto alunni-classi, oltre che quello alunni-plessi scolastici, alunni-insegnanti: se si vuole davvero migliorare l’offerta formativa e ridurre la dispersione scolastica, sono tutti passaggi ineludibili”.
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