Venerdì mattina l’organizzazione rappresentativa parteciperà al sit-in davanti al ministero dell'Istruzione e al corteo che partirà alle 10.30 da Piramide verso viale Trastevere insieme alle altre sigle sindacali per fare fronte comune contro le politiche del Governo che hanno prodotto una Legge di Bilancio che per l’Istruzione non prevede alcun investimento. “La scuola merita rispetto” è il motto scelto da Anief, anche nella piattaforma rivendicativa, mentre al Senato sono in corso di votazione gli emendamenti alla Legge di Bilancio e al Decreto Legge sull’obbligo vaccinale che il sindacato reputa illegittimo e contro il quale ha prodotto un doppio ricorso.
“Scioperiamo perché questa manovra non sostiene gli studenti, le loro famiglie e il personale che lavora nella scuola - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –: l’istruzione doveva essere rilanciata, con i fondi della Legge di Bilancio e del Pnrr, invece assistiamo anche stavolta a un totale disinteresse per l’intero settore e verso chi si spende ogni giorno per la formazione dei nostri giovani. Come se non bastasse, si procede con assurdi licenziamenti del personale, la conferma dei blocchi della mobilità, non si fa nulla per assicurare la sicurezza in piena pandemia, per cancellare la precarietà, le classi pollaio, il taglio degli organici e delle sedi, il rinnovo del contratto che ancora una volta diventa una ‘mancia’, conferma gli stipendi tra i più bassi d’Europa e nemmeno prevede quell’indennità di rischio che in tempo di Covid dovrebbe essere automatica. Si impone poi – conclude Pacifico – un obbligo vaccinale che non ha motivo di esistere, perché illegittimo e vessatorio. Noi a tutto questo non ci stiamo: ‘la scuola merita rispetto’, non può essere abbandonata al suo destino”.
La decisione di fermare le scuole giunge per la grande delusione per le decisioni prese dal Governo italiano per il rilancio della scuola, a partire dallo schema della Legge di Bilancio 2022 e dalla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanze 2021, che disattendono totalmente il “Patto per la Scuola al centro del Paese”, sottoscritto lo scorso maggio dal ministro dell’istruzione e dalle Confederazioni sindacali, relativo alla necessità di adottare interventi urgenti, strutturali e organici per rilanciare il sistema nazionale di istruzione: invece, non si ravvisa alcun provvedimento per sdoppiare le classi, aumentare gli stipendi per portarli finalmente ad una dimensione europea, incrementare gli organici, le scuole e il tempo scuola, assumere tutti i precari, a partire dai diplomati magistrale che attendono anche da decenni.
A convincere il sindacato a scioperare e scendere in piazza c’è anche l’imposizione dell’obbligo vaccinale Covid-19 per il personale scolastico, a partire dal prossimo 15 dicembre, che peraltro segue l’introduzione dell’obbligo di possesso ed esibizione dal 1° settembre 2021 della certificazione verde Covid-19, procedendo in entrambi i casi alla sospensione dal servizio e della retribuzione, ma violando la normativa comunitaria richiamata nella raccomandazione dell'assemblea del Consiglio d'Europa n. 2361/2021 proprio contro l'obbligo vaccinale. Nel frattempo, in attesa delle pronunce di merito sull'obbligo di Green pass, Anief ha prodotto un nuovo ricorso contro l'estensione dell'obbligo vaccinale ai lavoratori della scuola, oltre che alle forze dell’Ordine e ai militari.
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