Uno dei sistemi per prevenire il Covid a scuola è la ventilazione forzata nelle aule: lo dice La Repubblica, riportando studi nazionali (Università di Brescia e di Cassino) e internazionali (la scienziata polacca Lidia Morawska), dai quali risulta che l’aerazione meccanica “è un'efficace arma per difendere studenti e docenti dal Sars Covid-19, allargato nelle classi affollate attraverso l'effetto aerosol”. Invece, almeno in Italia la ventilazione forzata è stata installata in appena 200 scuole: negli altri 8mila istituti della Penisola l’unica soluzione per contrastare il ristagno di aria è quella di tenere perennemente le finestre aperte, anche quando, come in questi giorni, fuori si gela: solo che gli stessi studi nazionali e non hanno appurato che “gli impianti di ventilazione forzata tre volte più efficaci delle finestre aperte”.
“Considerando che dallo scorso 1° settembre è venuto meno anche il distanziamento minimo di un metro – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –, quella della ventilazione delle aule era una misura indispensabile. La verità è che servivano investimenti pubblici importanti, che il Governo ha ancora una volta, anche in piena pandemia, pensato bene di negare alla scuola, continuando a considerarla importante solo nelle linee guida e negli annunci: visto che i tecnici ci dicono che il costo medio di un impianto di ventilazione forzata è di 5 mila euro per aula, poiché abbiamo in Italia circa 370mila classe, considerando anche i laboratori e le aule speciali, solo per l’aerazione servivano almeno 2 miliardi di euro. Invece l’abbiamo installata su non più di 4-5mila aule e solo grazie a stanziamenti degli enti locali”.
“Se a questo aggiungiamo i mancati sdoppiamenti delle classi, gli inesistenti aumenti degli spazi, le mascherine Ffp2 per tutti solo promesse, esce fuori quella verità che la maggioranza di Governo e l’amministrazione scolastica continuano a tenere sotto il tappeto. E si è cercato di trasmettere pure l’illusorio messaggio che l’obbligo vaccinale dei lavoratori della scuola avrebbe risolto tutto: il risultato, oltre 65mila classi in dad forzata e un docente su cinque in quarantena, con una curva di contagi sempre preoccupante, non ha bisogno di commenti”, conclude il presidente Anief.
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