Il tribunale di Torino accoglie il ricorso presentato dal legale Anief: un docente riceve 3mila euro di risarcimento anche per gli anni precedenti. Sono migliaia i supplenti che stanno aderendo al ricorso
Sul diritto dei supplenti annuali ad avere la Carta del docente da 500 euro l’anno, Anief non ha mai avuto dubbi: dopo il Consiglio di Stato che ha cambiato orientamento a seguito della remissione in Corte di giustizia europea della questione comunitaria - su ricorso presentato dai legali Anief al tribunale di Vercelli - adesso anche i giudici del lavoro lo sostengono. La prima sentenza è arrivata dal Tribunale di Torino e riguarda il ricorso di un insegnante assistito dai legali dell’Anief Giovanni Rinaldi, Fabio Ganci e Nicola Zampieri. Il Giudice ha assegnato al docente che aveva presentato ricorso i 500 euro dell’annualità corrente, più quelli delle cinque supplenze annuali precedenti, per un totale di 3mila euro di risarcimento. Nella sentenza si legge che “il docente a tempo determinato” deve avere il “beneficio della c.d. Carta del docente, atteso che ai sensi degli artt. 63 e 64 del CCNL di categoria l’Amministrazione scolastica ha l’obbligo di fornire a tutto il personale docente, senza alcuna distinzione tra docenti a tempo indeterminato e a tempo determinato, “strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio”, tra le quali certamente può comprendersi la Carta del docente”.
“Giustizia è fatta – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: abbiamo sempre sostenuto questa tesi e creduto in tale epilogo. Come pensiamo che debba valere pure per il personale Ata, gli educatori e tutte le professionalità che sottoscrivono un contratto annuale. Perché i diritti non cambiano con il tipo di contratto sottoscritto. Consigliamo, a questo punto, a tutti coloro che negli ultimi anni, dal 2015, abbiano firmato uno o più contratti fino al termine delle lezioni, al 30 giugno o al 31 agosto successivo, di presentare il medesimo ricorso con i legali Anief: l’esito positivo dell’impugnazione Tribunale del Lavoro riscontrata a Torino, non lascia più spazio a dubbi. Lo stesso devono fare anche gli Ata e gli educatori ancora oggi in cerca di giustizia. Nel frattempo Anief sta cercando di cambiare il contratto per ottenere la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, punto che ha inserito nella piattaforma contrattuale e nel programmare elettorale per il rinnovo RSU di aprile 2022".
L’avvocato Walter Miceli, che opera per Anief, ripercorre come si è giunti a questo felice epilogo: “Nel mese di dicembre 2020, nonostante una giurisprudenza negativa e quando nessuno avrebbe scommesso un euro su questo contezioso, Anief Piemonte ci chiedeva di depositare il primo di due ricorsi volti a rivendicare la carta docenti per il personale precario. Eravamo consapevoli – continua il legale - del rischio di una sconfitta, ma non volevamo rinunciare a provarci e così abbiamo predisposto un articolato ricorso. Dopo solo otto mesi otteniamo una storica remissione in Corte di Giustizia Europea (Tribunale di Vercelli) e la partita viene così riaperta tanto che pochi giorni fa il Consiglio di Stato, cambiando posizione e orientamento, conferma il diritto alla carta docenti anche per i docenti di religione a tempo determinato. Oggi, con grande soddisfazione, arriva la prima sentenza italiana del Giudice del Lavoro che riconosce il diritto alla Carta Docente per un docente precario della scuola media di I grado. E siamo felici”, conclude Miceli.
Nella sentenza si ricorda che la carta del docente – introdotta dall’articolo 1 comma 121 della L. 107/2015 - è “un bonus da utilizzare per l'acquisto di libri, riviste, ingressi nei musei, biglietti per eventi culturali, teatro e cinema o per iscriverti a corsi di laurea e master universitari, a corsi per attività di aggiornamento, svolti da enti qualificati o accreditati presso i Ministeri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca”.
Il giudice del Tribunale di Torino ricorda che “il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842/2022, nel riformare la sentenza del TAR Lazio che aveva ritenuto legittima l’esclusione da parte del Ministero dell’Istruzione dei docenti a tempo determinato dal beneficio della carta elettronica del docente, ha ritenuto, con argomentazioni del tutto condivisibili, che il sistema adottato dal Ministero convenuto determini una sorta di formazione “a doppia trazione”, ossia quella dei docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale e quindi sostenuta sotto il profilo economico con l’erogazione della Carta, e quella dei docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcuna obbligatorietà, e, dunque, alcun sostegno economico”.
In conclusione, “deve, dunque, accertarsi il diritto del ricorrente ad usufruire del beneficio economico di euro 500,00 annui tramite la Carta elettronica del docente per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, con condanna dell’Amministrazione convenuta al pagamento in favore del ricorrente, per gli anni scolastici dal 2015/16 al 2020/21 della complessiva somma di € 3.000,00 (€ 500,00 per ciascun anno), oltre accessori come per legge”.
PER APPROFONDIMENTI:
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