Secondo Anief è però inutile parlare di una legge di questo genere dopo che da 40 mesi si aspetta il rinnovo di un contratto che comunque porterà aumenti chi rispetto a quanto accaduto dal 2008 lasciano gli stipendi di docenti e Ata ben 13 punti sotto l’inflazione. Inoltre, è non è ammissibile “punire” gli insegnanti anche in base alla valutazione degli apprendimenti degli studenti. Siamo pronti a impugnare in Corte Costituzionale la norma sugli aumenti legati alla formazione, sempre se verrà approvata.
C’è anche l’aumento stipendiale legato alla formazione tra i punti che il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sta annunciando ai sindacati per delineare la riforma del reclutamento degli insegnanti. Con il percorso di formazione e aggiornamento permanente, preannuncia la stampa specializzata, articolato in cinque gradi. Il primo grado è conseguito al termine di un percorso di durata quadriennale. Tutti i successivi gradi, dal secondo al quinto, durano cinque anni. Ogni livello si conclude a seguito di una verifica finale collegata anche a una “valutazione del miglioramento dei risultati scolastici degli alunni degli insegnanti che accedono al percorso di formazione e aggiornamento”. Al raggiungimento di ogni livello di formazione scatterà la progressione salariale prevista dalla contrattazione nazionale attualmente legata esclusivamente all’anzianità di servizio.
Il sindacato non crede che la proposta del ministero dell’Istruzione sia praticabile: “Con gli stipendi dei docenti e Ata – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - siamo indietro rispetto all’inflazione di oltre 15 punti, anche con l’aumento dell’ultimo triennio rimarrebbe comunque oltre 10 punti percentuali sotto il costo della vita. E questo vale per tutti. Prima di avviare qualsiasi riforma stipendiale, bisogna attivare un confronto negoziale e vanno allineate le buste paga di quasi un milione e mezzo di dipendenti della scuola all’inflazione. Abbiamo calcolato che occorrono 25mila euro di arretrati e 272 euro medi per ogni insegnante e lavoratore dell’amministrazione scolastica. Che si sommano ai 2.500 euro di arretrati e i 107 di aumento medio a dipendente già stanziati per il triennio 2018/2021”.
“Solo dopo avere finanziato queste somme, come in linea generale era stato anche sottoscritto a maggio a Palazzo Chigi con il Patto sulla Scuola, allora si potrebbe parlare di forme di incremento stipendiale associate a merito e formazione. Fermo restando che gli scatti automatici non si toccano, semmai si allargano, reinserendo il terzo anno anche nuovi “gradoni” dopo il 35esimo anno di carriera. E si deve comunque sempre mettere a disposizione il lavoratore di formarsi proponendogli un’offerta di aggiornamento professionale adeguata e comunque – conclude Pacifico – sempre in orario di servizio e continuando ad assegnare i 500 euro annui della carta docente, ovviamente anche ai tanti precari, come pure al personale Ata e a tutto il resto del personale che oggi non ne beneficia”.
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12 aprile 2022
Ufficio Stampa Anief
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ANIEF - Ufficio Stampa