La commissione istruzione e cultura del Senato ha oggi approvato a larga maggioranza il disegno di legge sugli Istituti Tecnici Superiori post-maturità. “Sono molto soddisfatto per l’approvazione a larghissima maggioranza, si tratta della prima riforma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prende sempre più forma e sta per diventare legge. Con 1,5 miliardi di euro a disposizione potenzieremo i percorsi, rafforzando la rete, strutturando sempre di più il rapporto con le Regioni e i loro territori”, ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Il presidente della VII Commissione, Riccardo Nencini, ha ricordato che per l’approvazione del ddl “c’è stata molta collaborazione con la Camera e il Governo”, dimostrando consapevolezza sulla “crescita di un settore della conoscenza indispensabile per il nuovo mondo del lavoro”.
Gli ITS, infatti, sono "scuole ad alta specializzazione tecnologica" nate per rispondere alle imprese che hanno bisogno di elevate competenze tecniche e tecnologiche. Dall’ultimo report Indire, risulta che l’80% dei diplomati ITS ha trovato lavoro a un anno dal diploma, il 92% degli occupati in un’area coerente con il percorso di studi. Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal e presidente Anief, ricorda che “gli ITS rimangono molto al di sotto della media Europea ed è giusto invertire la rotta utilizzando i finanziamenti proprio del Pnrr. Ma questi fondi sarebbero dovuti servire anche per rivedere le politiche di reclutamento nella scuola, per aumentare gli organici in base ai bisogni e agli abbandoni concentrati in determinate aree, ampliare le sedi e l'obbligo scolastico, valorizzare il personale, introducendo forme di carriera e aumenti di stipendio legati al costo della vita, assieme a specifiche indennità, anche di rischio, oltre che cambiare le regole sulla mobilità con l'abolizione degli attuali vincoli incostituzionali”.
Gli fa eco Andrea Messina, delegato Cisal, che rimarca “l’utilità sociale della formazione realizzata con gli ITS e la compatibilità ambientale dei processi produttivi; in considerazione delle assunzioni che le imprese intendono realizzare è giusto investire in questo segmento”. Anche Gian Mauro Nonnis, delegato Cisal, ritiene che “l’obiettivo minimo dovrebbe essere di 100.000 studenti in tutta Italia a cui collegare assunzioni con contratto a tempo indeterminato. Lo stesso obiettivo del PNRR, di incremento del 100% fino a 18.750 iscritti e 5.250 diplomati, va considerato come un target nemmeno troppo ambizioso”. Gli altri Paesi europei hanno infatti tassi di partecipazione ai percorsi d’istruzione terziaria breve di gran lunga superiori al nostro: nel 2017 la Spagna contava ben 392.000 iscritti su un totale di 2.010.000 studenti immatricolati nell’istruzione terziaria in generale, la Francia 501.000 su 2.532.000, il Regno Unito 287.000 su 2.431.000, la Germania 192.00049 su 3.091.000. In Italia solo 11.000 su 1.837.000.
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