Ai sindacati è arrivata in queste ore una nuova convocazione all’Aran, in vista del rinnovo del contratto “Istruzione e Ricerca” 2019/21: l’incontro si svolgerà martedì 7 giugno e verterà molto probabilmente sulla parte economica, quella che Anief chiede di chiudere in fretta, considerando che stiamo affrontando un Ccnl scaduto ormai da 150 giorni, per poi concentrare gli sforzi – economici e di adeguamento normativo - sulla nuova gestione contrattuale che riguarda il periodo 2022/24. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sostiene che conviene realizzare una trattativa il più possibile veloce sul contratto già scaduto, ma non riunendo in un unico testo le norme contrattuali, come invece chiede la parte pubblica: "quello che serve ai lavoratori della scuola è un contratto ‘ponte’ proprio perché il periodo 2019-2021 è trascorso e l'inflazione ha raggiunto livelli impressionanti, l’Istat ci ha detto che nell’ultimo anno siamo arrivati ad un incremento del 6% dell'aumento del costo della vita. Come si può pensare di fronteggiare un’inflazione del genere con un solo aumento della busta paga negli ultimi 12 anni, quello del 3,48% del 2018?".
Il problema è, scrive oggi la stampa specializzata, “con le risorse a disposizione, circa 2 miliardi, si punta a riconoscere al corpo docente, un incremento del 3,8%, cioè circa 90 euro lordi, dunque 50-55 euro netti in busta paga. Ai 90 euro, poi, va aggiunta il taglio cuneo e a luglio arriveranno anche i 200 euro decisi dal governo contro l’aumento dei prezzi. Per gli Ata, invece, risorse aggiuntive sono previste dalla manovra 2022, legate alla revisione dei sistemi di classificazione: fino a un massimo dello 0,55 (secondo primissimi calcoli sindacali si tratterebbe di 10-12 euro aggiuntivi)”. Ci sono poi dei margini di incremento ulteriore, seppure lievi. “La partita è aperta e al Ministero dell’Istruzione si conta di arrivare a 102-105 euro lordi, le famose tre cifre del Patto per la scuola firmato un anno fa a Palazzo Chigi”.
“Già nel primo incontro all’Aran – continua Pacifico – abbiamo detto qual è la strada da intraprendere: recuperare gli arretrati, circa 3mila euro, e portare a casa di docenti e Ata i 100 euro di aumento già stanziati, per poi affrontare nel contratto 2022-2024 un rinnovo più sostanzioso e anche le modifiche normative, stavolta finalmente indirizzate verso la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, specifiche indennità (per il rischio biologico, le sedi disagiate e altre), con nuovi profili professionali Ata, la valorizzazione dei Dsga e dello staff dell'autonomia. Nel frattempo spetterà al Parlamento, ora al Senato, andare a cambiare quel Decreto Legge n. 36 pubblicato lo scorso 30 aprile in Gazzetta ufficiale contro il quale dopodomani sciopereremo con manifestazione in piazza Santi Apostoli a Roma. Governo e parte pubblica è bene che sappiano che le due ‘partite’, contratto e decreto di riforma del reclutamento più formazione, sono legate a doppio filo: gli accordi da prendere – conclude il sindacalista autonomo – devono poggiare su un piano di coerenza”.
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