Gli stipendi dei lavoratori statali, a partire dal milione e mezzo di lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca che hanno compensi ridotti, non sono stati coperti adeguatamente dalla Legge di Bilancio 2023: lo segnala l’Ufficio Studi del sindacato Anief, che ha esaminato il testo e gli impegni finanziari dell’ultima bozza della manovra di fine anno, facendo osservare che rispetto al tasso del +7,1% di inflazione programmata (aggiornato con la NADEF a settembre) per il 2022 e al +4,3% per il 2023, complessivamente a decorrere dal giugno scorso, per circa 3,5 milioni di dipendenti pubblici dovrebbero scattare adeguamenti automatici di stipendi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale in media del 3% per l'anno in corso e del 2% per l'anno successivo: “si tratta di un costo complessivo pari a 7 miliardi di euro, ma fino ad oggi la copertura non supera il miliardo, almeno andando a verificare quanto stanziato nell'ultima bozza della Legge di Bilancio”, dichiara il presidente Anief Marcello Pacifico.
Il sindacato ha verificato anche che l’unico miliardo presente nella manovra di bilancio è anche inserito come elemento accessorio una tantum diverso dall'assegno dell'indennità di vacanza contrattuale. Il presidente Anief spiega che “nella legge di bilancio 2022 (Legge 234/21), quando a settembre nella NADEF era previsto un TIP del + 1,5%, si decise al comma 609 dell'art. 1, di finanziare l'indennità di vacanza contrattuale da aprile 2022 con un +0,3% e da luglio 2022 con un +0,5% dello stipendio tabellare. Ad aprile 2022, il tasso di inflazione programmata era stato aggiornato a +5,4% e a settembre 2022 sempre per l'anno 2022 a +7,1%, mentre per l'anno 2023 la NADEF lo stima a un +4,3%. Pertanto, ad oggi, mancano 6 miliardi al netto di un solo miliardo stanziato per aggiornare l'aumento dell'indennità di vacanza contrattuale, esattamente come prevede la normativa vigente al 50% del tasso di inflazione programmata, soluzione foriera di contenzioso”.
“Rispetto al tasso del +7,1% di inflazione programmata (aggiornato con la NADEF a settembre) per il 2022 e al +4,3% per il 2023 – continua il presidente Anief –, complessivamente a decorrere dal giugno scorso, per 3,5 milioni di dipendenti pubblici dovrebbero scattare adeguamenti automatici di stipendi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale in media del 3% per l'anno in corso e del 2% per l'anno successivo: si tratta di un costo complessivo di 7 miliardi, rispetto invece al solo miliardo stanziato nell'ultima bozza”.
Anief ricorda che la norma attuale, infatti, prevede l'erogazione della Indennità di vacanza contrattuale (IVC) al 50% del tasso di inflazione programmata (TIP), sei mesi dopo la scadenza degli ultimi contratti validi per il triennio scorso 2019/2021. Pacifico rammenta che “nel settore dalla scuola, tra l’altro, c'è ancora una ipotesi di rinnovo da sottoscrivere nella versione definitiva, comunque in base alla quale a fronte di aumenti del 4,2%, i Governi Conte 1, Conte 2 e Draghi hanno stanziato 6 miliardi di euro. Se per il ‘Sole 24 ore’ mancano 16 miliardi per il rinnovo dei Contratti per il triennio 2022/2024, dall'abolizione della scala mobile, e fermo restando il blocco dell'indennità di vacanza contrattuale per il periodo 2009/2015, si tratterebbe di fatto di un nuovo blocco surrettizio di tale indennità per i dipendenti pubblici, dai dubbi di forte costituzionalità”.
“È dall’inizio della scorsa estate che - conclude il leader Anief - il nostro sindacato avverte la politica della necessità di trovare le risorse necessarie per adeguare l’indennità di vacanza contrattuale. A questo punto, per noi non c’è scelta: rispetto all'ultima bozza della legge di bilancio, le parti su Scuola, Università, Ricerca e Afam dovranno essere obbligatoriamente riscritte a Montecitorio. Da domani l’ufficio legislativo Anief si impegnerà per redigere una corposa revisione delle poche norme inserite, al fine di presentare ai deputati gli importanti e necessari interventi sui finanziamenti, come pure su Pnrr, reclutamento, formazione, mobilità, organici, redditi, pensioni e indennità da conferire al personale”.
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