Cambia la metodologia di insegnamento di contenuti in una lingua straniera: il CLIL, Content and Language Integrated Learning, introdotto dal DD 8/2012 è infatti in procinto di essere revisionato, a partire dall’organizzazione dei corsi di perfezionamento: a confermarlo è stato oggi il ministero dell’Istruzione ai sindacati rappresentativi. Cambierà a breve, dunque, l’approccio metodologico rivolto all’apprendimento integrato di competenze linguistico-comunicative e disciplinari in lingua straniera.
La Carta del Docente è ad un passo dalla conferma: il taglio di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023 per finanziare la Scuola di Alta Formazione, previsto dal comma 9 dell’articolo 44 del decreto legge 36 contenuto nel PNRR, sta venendo meno grazie ad alcuni emendamenti provvidenziali approvati dalla I e VII commissione del Senato che hanno avuto il via libera del Ministero dell’Economia. Con il probabile salvataggio dei 500 euro annui della Carta Docente, diventa ancora più importante ricorrere al giudice per l’assegnazione della somma anche ai docenti precari: decisiva è, a questo scopo, l’Ordinanza della Corte di Giustizia Europea di alcuni giorni fa che ha esteso a tutti i docenti annuali la fruizione della card.
Il ministro dell’Istruzione continua nella sua opera di difesa della riforma reclutamento dei docenti, contenuta nel Decreto Legge n. 36 inserito nel Pnnr ed ora al vaglio delle commissioni Istruzione e Affari Costituzionali del Senato dove il 20 giugno è prevista la votazione dell’Aula: oggi Patrizio Bianchi ha ribadito che il Pnrr “è fondamentale e determinerà la trasformazione della nostra scuola”, attraverso i “sei pilastri che riguardano come si formano i docenti e il modo in cui si assumono i docenti”. Secondo il ministro, inoltre, questa riforma eleverà “la qualità della formazione dei nostri insegnanti”.
Sarebbero pochi i fondi messi a disposizione dal Mef per evitare il dimezzamento della carta docente e al corpo insegnante, che nel volgere di alcuni anni perderà circa 10.000 posti di potenziamento, già previsti dalDecreto Legge n. 36inserito nel Pnnr ed ora al vaglio dellecommissioni Istruzione e Affari Costituzionali del Senato. Le forze politiche hanno chiesto oltre 450 milioni di euro per modificare la parte relativa alla scuola del decreto PNRR 2, ma, secondo quanto segnala Italia Oggi, dal Mef pare siano arrivate rassicurazioni solo per 16 milioni, una cifra decisamente bassa, probabilmente necessari solo ad evitare il taglio della carta docente e soltanto per il 2022”. Inoltre, “fumata nera anche per il finanziamento volto a coprire gli aumenti ai docenti che parteciperanno alla formazione incentivata. Servirebbero 380 milioni di euro per evitare il taglio di oltre 11mila cattedre, troppo per il Ministero dell’Economia. Bisognerà attendere, dunque, la prossima Legge di Bilancio, ma, ripete il ministro Daniele Franco, dovrà esserci la volontà politica per compensare i tagli previsti. Difficilmente, però, questo sarà possibile con il decreto PNRR 2, il cui varo è atteso entro il 29 giugno”.