Il giovane sindacato rappresentativo fa i migliori auguri al neo ministro dell’Istruzione, dichiarandosi subito pronto ad incontrarlo al più presto, per portare soluzioni concrete e risolvere gli annosi problemi della scuola. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Chiederemo da subito al ministro dell’Istruzione di farsi tramite per bloccare le riduzioni progressive di spesa pubblica previste per la Scuola nell’ultimo Def, con decrementi continui fini al 2040. Sull’immediato, sarà altrettanto importante intervenire su sei punti di legislatura, con il vero #decretosalvascuola, non fermandosi ai già annunciati interventi per stabilizzare i supplenti storici, entrati nel mirino della Commissione UE, e cancellare le classi troppo numerose: sarà indispensabile agire con immediatezza sull’adeguamento degli organici di fatto a quelli di diritto e organici differenziati per territorio; sul reclutamento dalle attuali graduatorie (GaE, graduatorie di merito e d’istituto); certamente sull’immissione in ruolo dei precari, non solo docenti, ma anche Ata, educatori ed assistenti alla comunicazione, lsu; sulla conferma dei ruoli degli insegnanti assunti con riserva dopo il superamento dell'anno di prova; sulla parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con rivisitazione della ricostruzione di carriera; sull’utilizzo delle risorse risparmiate nella scuola per rinnovare i contratti con incrementi medi di 200 euro mensili e mobilità ordinaria annuale insieme a corsi abilitanti ordinari”.
La formazione professionale è un processo continuativo e fondamentale, da considerare ormai parte integrante della propria attività, innalza i propri standard lavorativi e veicola l’appagamento personale. Acquisire nuove abilità specifiche crea la possibilità di variare la propria attività e modulare nuovi approcci e strategie
Il giovane sindacato continua la sua battaglia in favore dei precari e travolge il Ministero dell’Istruzione in tribunale ottenendo la conferma del pieno diritto dei lavoratori precari a percepire la medesima retribuzione, comprensiva delle progressioni stipendiali, riconosciuta ai lavoratori a tempo indeterminato. Marcello Pacifico (Anief): “Il nostro sindacato sempre pronto a tutelare i diritti dei lavoratori della scuola”
Ad ottobre si svolgeranno le prove scritte del Concorso Dsga. È fondamentale prepararsi con largo anticipo alle selezioni che saranno molto difficili
I precari della scuola scendono ancora in piazza: lo hanno fatto oggi, davanti a Montecitorio, quelli della terza fascia d'Istituto, per i quali il governo uscente aveva previsto, con il decreto approvato in Cdm a inizio agosto ma mai pubblicato in Gazzetta Ufficiale, l'avvio di corsi abilitanti attraverso i cosiddetti Pas
Il Direttore Generale dell’Usr piemontese lancia l’allarme sulla mancanza di docenti, che all’ombra delle Alpi assume ogni giorno contorni più drammatici. “Abbiamo bisogno di un concorso per riuscire a migliorare una situazione che si sta aggravando”, ha dichiarato in una lunga intervista rilasciata all’edizione torinese di Repubblica. Il giovane sindacato rappresentativo condivide in larga misura la sua analisi, ma va detto che le procedure concorsuali non bastano a risolvere il problema. Lo dimostra il fatto che ancora quest’anno si è attinto alle graduatorie di merito di due concorsi (quello ordinario del 2016 e quello straordinario del 2018) e la situazione è paradossalmente peggiorata. Bisogna tornare al doppio canale con la riapertura delle GaE, l’abilitazione rapida e gratuita di tutti i precari con almeno tre anni di servizio, l’utilizzo delle graduatorie d’istituto anche per le assunzioni a tempo indeterminato e non solo per le supplenze, come invece accade oggi.
Marco Giordano (Anief Piemonte): La situazione è grave non perché manchino i prof, ma solo perché non c’è il coraggio di assumerli stabilmente. Serve un profondo ripensamento del sistema di reclutamento, è sempre più evidente che i concorsi da soli non bastano per una macchina complessa come quella della Scuola e bisogna attingere per forza di cose anche dagli altri canali.
Appello dell'associazione sindacale Anief al nuovo Governo che sta nascendo: "Sempre meno figli, sempre meno iscritti. Non riduca la spesa, subito un decreto salva-scuola. Secondo l'Anief, infatti, "il calo di iscrizioni non deve incidere assolutamente negli organici: questi vanno non solo mantenuti, ma in alcune circostanze maggiorati. Prima di tutto assorbendo nei ruoli tutto il precariato storico, fatto di personale già selezionato e con comprovate capacità d'insegnamento. Poi puntando su un'Istruzione di qualità, anche valorizzando docenti e Ata con stipendi finalmente adeguati al prestigioso ruolo che ricoprono"
Devono essere progressivamente immessi in ruolo tutti coloro che hanno superato i 36 mesi di supplenze, come dice l’UE da vent’anni, anche riaprendo le GaE e utilizzando al meglio le graduatorie derivanti dai concorsi (Gm e Gmre). Per le graduatorie di merito dei concorsi ordinari e straordinari, invece, è necessario sbloccare, a domanda, le assunzioni a livello nazionale anche su altre regioni. Invece, in Italia il nuovo anno scolastico inizia nel peggiore dei modi: con 20 mila posti su quota 100 che potevano essere dati in ruolo; ancora di più avanzati dalle assunzioni andate deserte per colpa della cattiva gestione del reclutamento e un numero inaudito di supplenze annuali. Con queste dichiarazioni il presidente Anief, Marcello Pacifico, commenta le ragioni dei manifestanti, mentre il Governo che dovrà prendere le opportune decisioni si accinge a costituirsi con il giuramento di rito.
Secondo l’Anief, il calo di iscrizioni non deve incidere assolutamente negli organici: questi vanno non solo mantenuti, ma in alcune circostanze maggiorati. Prima di tutto assorbendo nei ruoli tutto il precariato storico, fatto di personale già selezionato e con comprovate capacità d’insegnamento. Poi puntando su un’Istruzione di qualità, anche valorizzando docenti e Ata con stipendi finalmente adeguati al prestigioso ruolo che ricoprono.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Sulla scuola, per i nostri nuovi governanti c’è solo da scegliere tra la tentazione di fare ancora una volta cassa, come del resto giù previsto dall’ultimo Documento di economia a finanza, che ha fissato riduzioni progressive di spesa pubblica fino al 2040, approfittando proprio del calo delle nascite: in questo modo, si procederebbe a tagliare classi, scuole, organici e risorse da riversare agli istituti scolastici, introducendo un progressivo dimensionamento, come quello avviato dall’ultimo governo Berlusconi, in quel caso creando classi pollaio, riducendo tempo scuola e compresenze con la denatalità che era ancora agli inizi. L’altra strada da percorrere è quella che indichiamo noi: approfittare di questa situazione per puntare dritto a una scuola di qualità, fatta di non più di 20 alunni per classe, di organici potenziati nelle aree a rischio, introducendo una didattica per livelli con più docenti impegnati in contemporanea, il riammodernamento delle strutture, stipendi adeguati e la cancellazione di tutte le diversità di trattamento del personale precario”
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