Secondo il giovane sindacato, nel decreto legislativo della Legge 107/15 sulla ‘istituzione del sistema integrato di educazione e d’istruzione dalla nascita sino a sei anni’ è necessario un sensibile aumento degli organici e l’introduzione di personale potenziato nell’infanzia. Tra le modifiche richieste, c’è anche quella di prevedere l’anticipo di un anno dell’obbligo scolastico in classi in compresenza (con docenti della scuola dell’infanzia e della primaria assieme) e la riapertura delle GaE a tutto il personale docenti abilitato, nonché l’assunzione di tutti gli idonei dei concorsi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sarebbe importante anticipare l’obbligo scolastico, inserendo l’ultimo dei sei anni del Sistema integrato nel primo del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. Il fine risponde ai mutamenti culturali del nostro tempo, offrendo un servizio che valorizzi le potenzialità di bambini, i quali in questo modo vivono uno spazio relazionale e cognitivo più dinamici rispetto alle precedenti generazioni. La scelta, inoltre, pur mantenendo in 10 anni la durata del diritto-dovere alla formazione, allinea ai colleghi europei gli studenti italiani che conseguono il diploma in uscita dal sistema di istruzione e formazione secondaria.
A seguito delle numerose richieste d’intervento ricevute negli ultimi giorni, il sindacato ha deciso di attivare uno specifico ricorso al Presidente della Repubblica per consentire l'accesso dei docenti in possesso di diploma ITP al corso di specializzazione sul sostegno. Aperta, anche, la possibilità di ricorrere per il Personale Educativo intenzionato a partecipare al corso TFA Sostegno per scuola primaria e per i docenti in possesso di Diploma Magistrale a indirizzo sperimentale linguistico, in caso non dovessero poter correttamente partecipare al corso, perché espressamente esclusi dai bandi universitari in via di pubblicazione.
ROMA, 1 FEB - Il contratto integrativo sulla mobilità degli insegnanti non mette la parola fine alla questione dei trasferimenti dei prof. E non soltanto perché per arrivare al traguardo manca ancora la parola del Mef, della Funzione Pubblica e della Corte dei Conti. L'Anief ritiene, infatti, che il contratto sia "illegittimo e ad alto rischio di impugnazione" e il Moige è preoccupato che mini la continuità della didattica. "Non è stato disposto un concreto adeguamento dell'accordo con le disposizioni normative di rango primario, andando così a ledere i diritti - spiega l'Anief - di chi ha svolto servizio pre-ruolo o nelle paritarie". Senza contare che sulle norme definite ieri sera pesa il mancato accordo sulla chiamata diretta, che - aggiunge - potrebbe rimettere tutto in discussione. Per l'associazione dei genitori l'intesa siglata "sconfessa la riforma, cancella uno dei pochi punti condivisibili e va in chiaro senso contrario rispetto al principio espresso nella Buona scuola, ovvero quello di garantire agli studenti continuità e stabilità didattica. E' altissimo il rischio per i nostri figli - denuncia il Moige - di cambiare i docenti per il prossimo anno, in barba alla promessa espressa nella riforma". Il riferimento è al vincolo triennale. E i timori evidentemente non sono stati fugati dalla precisazione, più volte fatta dal ministro Fedeli, che la cancellazione del vincolo vale solo per il 2017-18 e quindi l'impianto della legge 107 non viene toccato. Pende comunque come una spada di Damocle la chiamata diretta. Nell'accordo di dicembre era stato concordato che l'intesa su questa questione sarebbe stata contestuale al contratto. Il tema fino a pochi minuti prima della conclusione della vertenza è stato al centro della discussione. Nel comunicato ufficiale del ministero si è poi spiegato che "a seguito di questo accordo partirà ora la contrattazione sull'individuazione dei docenti per competenze". Un rinvio, dunque, che lascia margini di incertezza. Su alcuni punti, tuttavia, le parti si sono messe d'accordo: la mobilità avrà un'unica fase per ciascun grado scolastico e consentirà a tutti i docenti, anche i neo assunti, di presentare istanza; il personale docente potrà esprimere fino a 15 preferenze: potranno essere indicate, oltre agli ambiti, anche scuole, per un massimo di 5; e questo varrà sia per gli spostamenti all'interno che fuori dalla provincia.
Attraverso la delega sulla ‘promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità’, il Governo vuole estendere per i docenti il vincolo a dieci anni di permanenza, pur piegandosi al riconoscimento del servizio pre-ruolo nel computo. Stretta, dunque, sulle certificazioni che saranno riscritte nelle modalità e nell’individuazione dei bisogni educativi, secondo quanto indicato dalla Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (lCD) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Nessuno sconto ai precari che chiedono l’aumento degli organici e la progressiva stabilizzazione nei ruoli.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il problema è che questo decreto non fa alcuno ‘sconto’ ai tanti precari di sostegno che da anni chiedono l’aumento degli organici e la progressiva stabilizzazione nei ruoli, in presenza di decine di migliaia di posti vacanti. Il tutto, supportato dalla sentenza della Corte Costituzionale che, con la sentenza n. 80/2010, ha detto che non vi può essere a priori un limite di cattedre di sostegno imposto dal legislatore sui temi dell’assegnazione del docente all’alunno con handicap grave. Il giovane sindacato, anche su questo punto, chiede di superare il limite anacronistico - introdotto con la Legge 128/2013 - del 70% dell’utilizzo in organico di diritto sui posti di sostegno presenti nell’organico dell’autonomia, introdotto alla luce della dottrina formatasi. Non si può continuare a mantenere in vita questo stato di cose e ricorrere sistematicamente al giudice.
Premesso che sulle norme definite nella serata del 31 gennaio pesa il mancato accordo sulla chiamata diretta, che potrebbe rimettere tutto in discussione, per Anief non è stato disposto un concreto adeguamento dell'accordo con le disposizioni normative di rango primario, andando così a ledere i diritti di chi ha svolto servizio pre-ruolo o nelle paritarie. Eppure al Miur conoscono queste gravi mancanze, a seguito delle sentenze emesse dai tribunali, con i giudici che hanno deciso di riformulare i trasferimenti nel rispetto della normativa nazionale e transnazionale, oltre che del principio del merito sul lavoro.
I punti oscuri del contratto sulla mobilità 2017/18 sono molti: si va dalla mancata considerazione del servizio pre-ruolo per il computo del quinquennio di permanenza sul sostegno, alla mancata valorizzazione completa della validità del periodo pre-ruolo (nella mobilità d'ufficio e nelle graduatorie interne d'istituto), dall’ancora scarsa trasparenza dell’algoritmo ministeriale, sino alla negata precedenza assoluta per i dipendenti con disabilità o che si occupano di familiari bisognosi d’assistenza.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): questa intesa sulla mobilità continua a non rispettare la normativa europea, poiché nega il giusto riconoscimento al servizio svolto durante il precariato, anche ai fini dell'assolvimento del vincolo sul sostegno. Infatti, già lo schema di decreto legislativo sulle ‘norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità’ approvato il 14 gennaio in Consiglio dei Ministri e ora al vaglio delle commissioni parlamentari, ci ha dato ragione. Avevamo auspicato la sottoscrizione di un contratto che avesse tenuto conto, nell’assegnazione del personale alle sedi, di tutti i periodi di servizio, a iniziare dalle supplenze e passando per le paritarie. Ciò vuol dire che la stagione dei ricorsi non è ancora finita.
L'Anief ottiene in tribunale una nuova sentenza che conferma il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante alla partecipazione al piano straordinario di immissioni in ruolo 2015/2016. Il giovane sindacato ritiene necessario riaprire le GaE per tutti gli abilitati.
Ancora una sentenza favorevole, che ristabilisce il diritto e la legalità, ottenuta dai legali Anief in merito alla partecipazione al piano straordinario di immissioni in ruolo stabilito dalla Legge 107/2015 dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante destinatari di favorevole sentenza del Consiglio di Stato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Marco Fusari ottengono piena ragione in favore di una nostra iscritta presso il Tribunale del Lavoro di Monza, con una sentenza esemplare che condanna il MIUR per l'illegittima esclusione della ricorrente dalla possibilità di partecipare alle immissioni in ruolo della cosiddetta Fase C del piano assunzionale, con conseguente declaratoria del diritto della docente alla stipula di contratto di lavoro a tempo indeterminato con decorrenza dal 1° settembre 2015 e condanna del Ministero dell'istruzione al pagamento di 3.000 Euro di spese legali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo soddisfatti, abbiamo ottenuto una sentenza che impone nuovamente al MIUR il rispetto del giudicato e dei diritti dei lavoratori della scuola e confermiamo il nostro impegno nella tutela di tutti quei docenti illegittimamente esclusi dalla possibilità di accedere alle Graduatorie a Esaurimento e all'immissione in ruolo. Per questo ci stiamo battendo e continueremo a batterci in tutte le sedi opportune per ottenere la riapertura delle GaE.
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