Roma, 18 nov. - (AdnKronos) - "A meno di una settimana dal via libera della Cassazione sui risarcimenti pecuniari nei riguardi di chi ha svolto almeno due anni di supplenza, arriva la prima sentenza in tribunale che riconosce ai lavoratori precari il diritto a uno stipendio adeguato agli anni di servizio effettivamente prestati anche se con contratti a tempo determinato: a stabilirlo e' stata la Corte d'Appello di Torino, che ha dato il suo assenso al ricorso formulato da docente precario 'storico' che lamentava la condotta illecita del Miur: l'amministrazione, ha spiegato ai giudici il docente attraverso i legali del sindacato, ha stipulato un'interminabile serie di contratti a tempo determinato andando ben oltre i 36 mesi di servizio". Lo afferma in una nota l'Anief. "I giudici, esaminato il caso, non solo gli hanno dato ragione, ma gli hanno anche riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per abuso del lavoro precario, poiché in palese disparita' di trattamento rispetto al personale di ruolo. Al docente, in pratica, e' stato illegittimamente negato il diritto alle periodiche progressioni stipendiali, riconosciute solo ai docenti di ruolo, nonostante i tanti anni di servizio alle dipendenze del Miur", prosegue il sindacato. Esulta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, a nome dei tanti precari che ora potranno seguire l'esempio del docente piemontese: "Non c'e' alcun dubbio che il Ministero dell'Istruzione stia tutt'ora palesemente violando le imperative disposizioni comunitarie discriminando i lavoratori precari della scuola e abusando dei contratti a termine ben oltre il limite consentito. Procederemo a depositare nei prossimi mesi centinaia di ricorsi per restituire dignità ai lavoratori della scuola e per far ottenere loro le progressioni stipendiali mai riconosciute e un equo risarcimento dei danni, anche in relazione al diritto all'integrale ricostruzione di carriera per il periodo pre-ruolo". "Il contrasto con i principi comunitari in materia di lavoro a tempo determinato, cosi' come interpretati dalla Corte di Giustizia - continua Pacifico - e' evidente anche alla luce della recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha fatto chiarezza sul pieno diritto dei lavoratori precari al riconoscimento delle mancate progressioni stipendiali e all'immediata e integrale ricostruzioni di carriera del personale scolastico già di ruolo che ha prestato anni di servizio a tempo determinato". "Bisogna rivendicare il rispetto del proprio lavoro e della propria professionalità: aggiunge ancora Pacifico - un docente o un Ata con contratto a termine svolge la propria attività con le stesse mansioni e assumendosi le medesime responsabilita' del lavoratore a tempo indeterminato e a volte ha anche maggiore esperienza maturata in tanti anni di servizio". "Il riconoscimento del diritto alla medesima progressione stipendiale applicata ai lavoratori a tempo indeterminato e alla pari dignità con tempi certi per l'immissione in ruolo e' solo doveroso e il nostro sindacato dara', nuovamente, una risposta forte a questo governo che si finge 'cieco e sordo' davanti ai veri problemi dei lavoratori che da anni permettono il regolare svolgimento delle attività didattiche", conclude Pacifico.
Con provvedimento d'urgenza, il Tribunale del Lavoro di Civitavecchia sancisce il pieno diritto di un’insegnante - immessa in ruolo a seguito del piano straordinario decretato con la Legge 107/2015 - a ottenere l’assegnazione della sede di servizio definitiva “alla sede più vicina al domicilio della figlia minore da assistere tra quelle risultanti disponibili nella fase B della mobilità per l'anno scolastico 2016/2017”. Dal giudice è stata rilevata l'assoluta gravità e urgenza della situazione, proprio considerando come “la permanenza della ricorrente presso una sede di lavoro molto distante dal domicilio della figlia dunque, pregiudicherebbe in modo irreparabile l’assistenza e la cura della bambina”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la sentenza ha rilevato il contrasto tra il disposto normativo che tutela le persone disabili e il Contratto collettivo nazionale sulla mobilità del personale docente educativo ed Ata in corso. È doveroso che una mamma possa assistere la propria figlia e, contemporaneamente, svolgere l'attività di docente con serenità: i diritti dei lavoratori e delle persone con disabilità, che gli stessi assistono, non possono, infatti, essere violati con una generica norma transitoria o pattizia.
Ancora una volta l'Anief ottiene una dichiarazione di illegittimità della definitiva cancellazione dei docenti che non avevano prodotto domanda di aggiornamento/permanenza delle Graduatorie a Esaurimento: stavolta sono i tribunali del lavoro di Trapani e Taranto a dare pieno accoglimento alle tesi patrocinate dal nostro sindacato e a ordinare al MIUR l'immediato reinserimento di due nostri iscritti. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo, Maria Adamo e Massimo Menenti ottengono due sentenze impeccabili che impongono al Ministero dell'Istruzione il pieno rispetto della gerarchia delle fonti e, dunque, della normativa primaria che prevede la possibilità, per i docenti cancellati, di essere reinseriti nelle Graduatorie d'interesse all'atto dell'aggiornamento successivo a quello di cancellazione.
Mentre il premier Matteo Renzi conferma l’investimento dello Stato che arriva a 500 milioni di euro (nel 2014 erano 272), ma anche la revoca delle concessioni al 9% degli istituti paritari, il giudice del lavoro di Livorno riconosce il punteggio nelle operazioni di mobilità del personale docente: non vi è ragione per discriminare, sia in sede di formazione di graduatorie che ai fini della mobilità, tra servizi aventi per legge la medesima dignità e le medesime caratteristiche. Pronti centinaia di ricorsi anche per la ricostruzione di carriera.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il mancato riconoscimento del servizio svolto nelle paritarie viola la normativa primaria di riferimento che impone di valutarlo nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali. Vedersi, poi, negato ingiustamente quel punteggio potrebbe avere un costo molto caro: perdere la titolarità scolastica, scivolando negli ambiti territoriali per sempre, con tutte le conseguenze negative del caso. Questo vale sia per le operazioni di mobilità, sia per le graduatorie interne d'istituto, sia ai fini della ricostruzione di carriera, per cui l'Anief ha già attivato uno specifico ricorso.
Calendarizzati l'esame degli emendamenti alla legge di stabilità.
Roma, 19 nov. (askanews) - "Il futuro di 100mila precari è appeso al voto della Commissione Bilancio": avverte l'Anief, ricordando che è calendarizzato alla Camera l'esame degli emendamenti alla legge di stabilità, che "qualora approvati, permetterebbero di risolvere una volta per tutte la piaga della supplentite: i parlamentari si dovranno esprimere sull'aggiornamento annuale GaE e sull'inserimento in fascia aggiuntiva di tutti gli abilitati ed educatori sinora esclusi, oltre che sull'aggiornamento annuale delle graduatorie d'istituto per ambiti territoriali e inserimento in terza fascia dei laureati".
Continua la lunga serie di ordinanze favorevoli ottenute dall'Anief sul diritto al riconoscimento del punteggio nelle operazioni di mobilità per il servizio svolto nelle scuole paritarie Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Simona Fabbrini fanno centro anche presso il Tribunale del Lavoro di Livorno ottenendo in favore di un nostro iscritto la condanna del MIUR a “valutare, nella graduatoria per la mobilità a.s. 2016/17 e seguenti, il servizio di insegnamento svolto dal ricorrente in istituto scolastico paritario” con l'attribuzione del relativo punteggio. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Il mancato riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie viola la normativa primaria di riferimento che impone di valutarlo “nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali”. Questo vale sia per le operazioni di mobilità, sia per le graduatorie interne d'istituto sia, soprattutto, ai fini della ricostruzione di carriera per cui l'Anief ha già attivato uno specifico ricorso per sistemare questa ulteriore 'stortura' posta in essere illegittimamente dal MIUR”.
Da domani mattina, è calendarizzato alla Camera l’esame degli emendamenti Anief che, qualora approvati, permetterebbero di risolvere una volta per tutte la piaga della “supplentite”: i parlamentari si dovranno esprimere sull’aggiornamento annuale GaE e sull’inserimento in fascia aggiuntiva di tutti gli abilitati ed educatori sinora esclusi, oltre che sull’aggiornamento annuale delle graduatorie d’istituto per ambiti territoriali e inserimento in terza fascia dei laureati. Sono due emendamenti chiave relativi alle condizioni imprescindibili particolarmente sentite dai tanti lavoratori che hanno aderito allo sciopero indetto dal sindacato il 14 novembre con oltre mille manifestanti radunati davanti a Montecitorio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la loro approvazione permetterebbe anche l’utilizzo del doppio canale di reclutamento per gli abilitati delle graduatorie d'istituto. Sarebbe una prima risposta importante, probabilmente decisiva, al problema del precariato. Invece, sinora il Governo è riuscito a centrare un risultato incredibile: dove c’è offerta di posti non vi sono più candidati, poiché ha chiuso loro le porte d’accesso e bloccandoli, invece, laddove vi sia abbondanza di candidati. E intanto, numerosi posti per le immissioni in ruolo vanno persi.
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