Il numero risibile di stabilizzazioni di presidi, peraltro già previsto dalla Legge n.107/2015, avverrà tramite lo scorrimento delle graduatorie del concorso del 2011. L’attenzione si sposta sulla selezione nazionale: solo che con il bando pronto, i tempi dell’iter, che prevede l’esame anche della Funzione Pubblica e del Mef, non sono brevissimi e la procedura concorsuale non potrà concludersi a settembre, ma solo nel 2017. Per i Dsga va ancora peggio: si continuano ad utilizzare gli amministrativi, che in cambio di una maggiorazione di stipendio quasi insignificante continueranno a farsi carico di responsabilità enormi. Non avendo, tra l’altro, mai avuto una formazione specifica per attuare al meglio il compito di Direttore dei servizi generali ed amministrativi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per uscire da questo ingorgo di scuole, tutte concentrate sullo stesso capo d’istituto, bisognava far partire prima di subito il concorso per dirigenti scolastici. Non è stato fatto, perché hanno prevalso le lungaggini cui siamo, purtroppo, abituati.
L’Anief sbaraglia il Ministero dell’Istruzione anche presso la corte d’Appello di Trieste e ottiene il completo rigetto dell’appello proposto dall’Amministrazione avverso al favorevole sentenza che riconosceva a una docente precaria il diritto al risarcimento del danno per illegittima reiterazione di contratti a termine su posti vacanti e gli scatti di anzianità. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Fortunato Niro non danno tregua in tribunale al MIUR che, nuovamente soccombente contro le ragioni sostenute dal nostro sindacato, è condannato anche al pagamento delle spese di lite.
Dopo quattro ordinanze di accoglimento, ora lo stop. Ci vuole l’abilitazione e le prove suppletive potranno essere ripetute anche dopo anni dopo le udienze di merito senza provvedimenti cautelari. Con decreto monocratico, ammessi, invece, candidati PAS/TFA sostegno con riserva che devono ancora conseguire il titolo. Cosa è successo dopo tre settimane? Anief lo chiederà negli appelli avverso le altre ordinanze negative del Tar Lazio, perché è assurdo che alcuni ricorrenti siano stati ammessi ed altri no, senza fatti nuovi in punto di diritto. La partita continuerà nei prossimi mesi.
(Teleborsa) - Scuole chiuse da oggi in tutta Italia e, mentre gli studenti già festeggiano le vacanze estive, gli insegnanti e il personale della scuola fa un bilancio dell'anno scolastico. Ci ha provato anche il sindacato della scuola Anief, che fa un resoconto ancora disastroso. La riforma scolastica ha acuito, anziché risolvere, i problemi dell’istruzione pubblica, basti pensare all'imminente istituto della chiamata diretta dei docenti da parte del preside o all'assegnazione del bonus di 24 mila euro a pochi docenti meritevoli (alle superiori anche attraverso il giudizio degli allievi). Per non parlare del boom di supplenze annuali, anche dopo il piano straordinario di reclutamento, e di mancate stabilizzazioni, malgrado vi siano 80 mila laureati abilitati che chiedono solo di essere inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento e di essere immessi in ruolo. Preoccupa poi lo stallo degli stipendi, sempre più divorati dall'inflazione, e privati pure dell’indennità che per legge avrebbe dovuto tenere il passo. Intanto, tutto il personale Ata continua ed essere dimenticato e pure il concorso per dirigenti non arriva... Marcello Pacifico, leader del sindacato, cita l'esempio di Pantelleria, dove "le penalizzazioni toccheranno pure gli studenti, visto che i fondi per il Miglioramento dell’offerta formativa continuano ad essere dimezzati rispetto al 2011, con le scuole costrette a fare pressioni sui genitori dei loro allievi, per chiedere dei contributi che sanno poco di volontario".
Con due sentenze di identico tenore l’Anief ottiene la condanna del MIUR al risarcimento del danno per abusiva reiterazione di contratti a termine in violazione della normativa comunitaria e a far corrispondere a due docenti anche le spettanze retributive in base alle medesime progressioni stipendiali riconosciute ai docenti di ruolo. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Chiara Costagliola ottengono piena conferma dell’illegittimo comportamento dell’Amministrazione nei confronti dei docenti precari e la sua condanna a corrispondere circa 10.000 Euro a ciascuna ricorrente.
Anief dissente con il Ministro Giannini, che oggi ha dichiarato: “in tre anni la ‘supplentite’ sarà curata: ci saranno supplenze sì, ma saranno quelle fisiologiche, brevi”. Basta ricordare che quest’anno, dopo il piano di assunzioni della Legge 107/2015, sono stati comunque stipulati oltre 115mila contratti a tempo determinato: gli stessi del passato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): c’è solo un modo per cancellare il fenomeno delle supplenze, quello di trasformare in cattedre al 31 agosto decine di migliaia di posti oggi conferiti solo fino al 30 giugno dell’anno successivo. Limitarle a quella data, infatti, è possibile solo nel caso in cui vi siano effettive ragioni sostitutive. Se si vuole davvero eliminare in modo chirurgico il precariato, una volta per tutte, il Miur attui il prima possibile tale monitoraggio. E, subito dopo, decida di immettere in ruolo sulle tante cattedre vacanti.
Per aderire ai ricorsi per la stabilizzazione del personale che ha svolto oltre 36 mesi di supplenze, per il recupero degli scatti di anzianità, delle ferie non godute e altri diritti negati dall’amministrazione cliccare qui.
Anche a fronte di un considerevole incremento di allievi a livello nazionale, l’amministrazione – sempre sotto pressione del Mef per limitare le spese - non viene meno alla decisione di eliminare oltre 2mila amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici. Dando seguito all’incredibile “dimenticanza” nella riforma 107/2015, nella quale non è stata prevista alcuna forma di carriera professionale, né un’immissione in ruolo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): continuare a cancellare posti di personale Ata rappresenta un errore che potrebbe costare caro. È un paradosso, perché così si mina una delle sezioni centrali della riforma, nella parte in cui prevede un’accelerazione verso l’autonomia degli istituti, anche attraverso l’immissione in ruolo di circa 50mila docenti ‘potenziatori’. Da chi verrebbe supportato – a livello tecnico, di segreteria, sorveglianza e pulizia – questo surplus di lavoro? Anche perché sono due anni che per questi lavoratori, dimenticati dallo Stato, non si fa nemmeno una stabilizzazione. Nemmeno per coprire il turn over.
ROMA, 9 GIU - La riforma della scuola? "A un anno dalla sua approvazione possiamo dire con certezza che non è buona". Nei giorni di fine anno scolastico, Anief fa un resoconto della legge 107/2015. "Ha acuito, anziché risolvere - afferma - i problemi dell'istruzione pubblica: basti pensare all'imminente chiamata diretta dei docenti da parte del preside o all'assegnazione del bonus di 24 mila euro a pochi docenti meritevoli, alle superiori anche attraverso il giudizio degli allievi. Per non parlare del boom di supplenze annuali, anche dopo il piano straordinario di reclutamento, e di mancate stabilizzazioni, malgrado vi siano 80mila laureati abilitati che chiedono solo di essere inseriti nelle GaE e di essere immessi in ruolo. Preoccupa - aggiunge il sindacato - lo stallo degli stipendi, sempre più divorati dall'inflazione, e privati pure dell'indennità che per legge avrebbe dovuto tenere il passo. Intanto, tutto il personale Ata continua e essere dimenticato, compresi i Dsga. E pure il concorso per dirigenti non arriva". Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal) ricorda che le penalizzazioni toccheranno pure gli studenti, "visto che i fondi per il Miglioramento dell'offerta formativa continuano a essere dimezzati rispetto al 2011, con le scuole costrette a fare pressioni sui genitori dei loro allievi, per chiedere contributi che sanno poco di volontario. Al Governo nessuno parla poi più di addio alla supplentite, visto che il numero di contratti annuali è rimasto in linea con gli anni passati. Come continua a far scalpore - conclude - l'estromissione di tanti laureati esclusi illegittimamente dal concorso a cattedra". (ANSA).
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