Per l’ufficio legale e legislativo del sindacato ci sono 10 buoni motivi per ricorrere contro la norma se approvata dal Parlamento nell’attuale stesura.
Per l’ufficio legale e legislativo del sindacato ci sono 10 buoni motivi per ricorrere contro la norma se approvata dal Parlamento nell’attuale stesura.
Gli emendamenti approvati sui precari non risolvono un bel niente. Non serve la non retroattività sui 36 mesi né le rassicurazioni sulle assunzioni nel 2016 per i mancati immessi in ruolo dalle Gae perché sempre vincolate all’autorizzazione finanziaria né la riserva dei posti per i docenti della II fascia graduatorie istituto con servizio per i nuovi concorsi, chiusi ai giovani laureati. Così si va dritti in tribunale e lo Stato perderà ancora contro i legali del giovane sindacato. I politici dovrebbero pagare i danni erariali per le riforme anti-europee e incostituzionali.
Per la Curia europea i lavoratori, della scuola, come della pubblica amministrazione, al pari di quelli privati, hanno pieno diritto a essere stabilizzati quando sono in possesso dei titoli di studio, delle abilitazioni utili a svolgere quel determinato ruolo e dei fatidici 36 mesi di servizio minimo svolti su posti vacanti. La mancata ottemperanza di tali indicazioni nel disegno di legge Buona Scuola produrrà effetti rilevanti. Perché il numero dei supplenti abilitati che rimarranno fuori dal piano assunzioni, pur avendone pieno diritto, è altissimo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il Governo era partito bene, parlando di fine del precariato, ma sta andando avanti come in passato. A settembre continueranno a essere chiamati oltre 100mila docenti supplenti. Per non parlare dei 40mila Ata precari, anch’essi lasciati al palo. Intanto, Bruxelles, che ha già aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia, potrebbe presto intervenire. Con lo Stato italiano che rischia di pagare iper-risarcimenti, ai precari non assunti, fino a 6 miliardi di euro.
Alle elezioni per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, tenutesi lo scorso 28 aprile, i rappresentativi perdono 5% del consenso, nonostante lo sciopero proclamato. In discussione le regole per la rappresentanza. Marcello Pacifico, presidente Anief, ringrazia gli elettori, in attesa dei dati definitivi.
Su 16 province, 8 regioni, 48.500 voti espressi tra i sindacati rappresentativi (85,5%) che perdono una parte del consenso e i sindacati autonomi (14,5%) che raddoppiano il consenso preso alle recenti elezioni RSU. Anief e Cobas, rispettivamente con il 6,5% e il 6,3%, sorpassano la Gilda che scende al 5.3%. Per questo, Pacifico e Bernocchi hanno chiesto il cambio delle regole sulla rappresentanza sindacale, durante l’incontro con i vertici del PD al Nazareno, il 7 maggio scorso. Unicobas si attesta all’1,7%.
Nel testo di riforma che sarà votato nei prossimi giorni dalla Commissione Cultura della Camera continuano a figurare la mancata assunzione dei 23.000 docenti della scuola dell'infanzia e il divieto delle supplenze su posti vacanti e disponibili oltre i 36 mesi, con la sola esclusione dell'effetto retroattivo. Nessuna novità anche per altri grandi esclusi dalle assunzioni: chi ha svolto Tfa e Pas non entrerà nelle GaE, al pari degli idonei dell’ultimo concorso. Rimangono in vita anche gli albi territoriali, che avranno una dimensione sub-provinciale, con i dirigenti scolastici che avranno facoltà di scegliere i docenti sulla base del curriculum. Nessuna retromarcia neppure sulla premialità: i 200 milioni di euro da assegnare agli insegnanti più meritevoli, verranno distribuiti dai presidi.
Il sindacato: oltre ai 30mila docenti precari rimasti esclusi dal piano di assunzioni straordinario, ci sono altri 50mila supplenti, solo per la scuola magistrale, tutti regolarmente abilitati e con sufficiente servizio alle spalle, che hanno diritto ad entrare in quelle graduatorie per effetto dei ricorsi Anief.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): coloro che sono inseriti nelle GaE hanno diritto all’aggiornamento triennale ma anche all’immissione in ruolo nelle materie di competenza. Non assolvere a questo obbligo, visto che siamo anche in presenza di docenti con oltre 36 mesi di servizio svolto, come indicato dalla Commissione di giustizia europea, comporta un errore dalle conseguenze rilevanti. Allo stesso modo, rimane irrisolto il problema della seconda fascia d’Istituto, dove sono inseriti più di 80mila docenti abilitati. Eppure l’Europa l’ha detto chiaramente che vanno stabilizzati: esimersi dal farlo significa solo voler aumentare tensioni, disillusioni, allontanarsi dalla normativa sovranazionale prevalente su quella territoriale.
Si comunica che le consulenze in presenza presso lo sportello della Sede Nazionale Anief di Palermo saranno sospese nelle giornate di lunedì 11, martedì 12 e mercoledì 13 maggio.
Sarà comunque possibile consegnare brevi manu i plichi contenenti la documentazione per l'adesione ai ricorsi.
Rimarranno attivi i servizi di consulenza telefonica al numero 091-7098355, per e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e la consulenza tramite ticket disponibile a QUESTO LINK.
Ancora in tema di “chiamata diretta triennale”. Cui prodest?
Giova, la chiamata diretta triennale, all’autonomia scolastica o la inciampa? E’ utile a configurare, per i dd.ss., un più elevato inquadramento funzionale nella dirigenza, o li espone a responsabilità connesse a funzioni non pertinenti con la loro formazione? Configura un criterio meritocratico efficace, o per valutare gli insegnanti il criterio meritocratico è quello attuale delle graduatorie ? Rafforza, indebolisce (o non incide) sulla qualità dell’offerta formativa delle singole scuole e delle scuole nel complesso?
Pubblichiamo alcuni articoli sulla convocazione dell'Anief nella sede del PD
Tra le richieste principali del giovane sindacato formulate al Nazareno, anche la definizione di un ruolo dei dirigenti scolastici all’interno di un ambito fortemente collegiale e a stretto contatto con gli altri comparti interni alla scuola. Inoltre, i posti vacanti per assumere più precari già ci sono e vanno solo certificati. No tassativo alla chiamata diretta e a qualsiasi ipotesi di chiusura delle graduatorie ad esaurimento, che, anzi, dovrebbero tornare ad essere permanenti. Sì all’inserimento in una fascia aggiuntiva e all’assunzione allargata di idonei, collocati con riserva e tutti coloro che hanno svolto 36 mesi di supplenze. Sulla riforma occorre ascoltare anche il nuovo Cspi. Si provveda, infine, ad allargare organici e tempo scuola. E anche a liberare i ‘Quota 96’.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): per dire basta all’abuso di precariato serve una vera riscrittura del testo del ddl, altrimenti l’Italia rischia di andare incontro a censure e sanzioni pensanti da parte della Commissione europea. In caso contrario la mobilitazione in atto continuerà con nuove iniziative. Anche di carattere legale.
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