L’Esecutivo, che ha avuto l’incarico dal legislatore delle riforma della scuola di realizzare la legge delega sulla materia, vorrebbe trasformare il docente di sostegno in uno specialista dell’apprendimento in presenza di uno specifico disturbo. Così avremo lo specializzato di autismo, di sordità, di bambini Down e tanti altri.
Anief, che non è contrario alla formazione, a patto che non sia eccessivamente spostata sul versante medico, ritiene che il vero scoglio da superare rimane l’organico di diritto. Il quale, anche dopo l’intervento della Legge 128/2013, rimane a poco più del 70% di quello utilizzato annualmente. La vera continuità didattica passa per la copertura di tutti i 24mila posti rimasti oggi vacanti e affidati ai supplenti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): spostare l’attenzione sulla necessità di trasformare l’insegnante in una sorta di assistente sanitario, sarebbe un errore. Il docente di sostegno rimane un docente. Con l’intervento nei confronti degli alunni disabili che deve continuare ad essere collegiale del consiglio di classe, sempre sulla base del progetto educativo.