Pubblichiamo alcuni articoli su cara ministra Boschi, la scuola è di tutti e non del Governo che tira fuori dal cilindro la solita riforma impossibile.
Pubblichiamo alcuni articoli su cara ministra Boschi, la scuola è di tutti e non del Governo che tira fuori dal cilindro la solita riforma impossibile.
Pubblichiamo alcuni articoli su Governo e Pd che continuano a non ascoltare il sindacato, su DDL Scuola, per le mancate assunzioni dei precari lo Stato italiano rischia 160mila ricorsi e il monito della Commissione UE, su elezioni CSPI: Anief raddoppia i voti.
Dal testo “licenziato” dalla VII Commissione Cultura risulta che gli unici cambiamenti rispetto a quello iniziale riguardano solo il ruolo dei presidi nell’intraprendere le strategie generali della scuola dell’autonomia, che continueranno ad essere condivise con gli organi collegiali. Non c’è stato alcun progresso, invece, per quanto riguarda la scelta soggettiva dei docenti sulla base degli albi territoriali e i premi pecuniari da assegnare ad una nicchia del personale. Addirittura, sempre secondo il ddl da approvare, il preside potrà utilizzare i professori in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati. Brutte notizie anche per quanto riguarda gli incentivi da 60 euro netti mensili: non ne beneficerà il 66%, come previsto otto mesi fa, ma appena il 10% del personale ‘meritevole’.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): altro che venire incontro al sindacato, la nuova versione del ddl risulta peggiorativa: lascia inalterato l’incremento stipendiale, ma la rosa di docenti e Ata beneficiari degli incentivi si riduce drasticamente. Inoltre, continua a permettere ai dirigenti di scegliersi una parte del personale, come se si trattasse di dipendenti aziendali. E per la scelta del personale, si vorrebbero far cadere le graduatorie oggettive: il rischio è un modello di reclutamento che favorisce il nepotismo imperante.
1) Firma digitale: il MIUR procede ad adeguamenti dell’hardware e del software
Si rendono necessari entro il 1 settembre 2015, quando non avranno più validità le firme digitali apposte tramite dispositivi che non risultino conformi ai requisiti di sicurezza certificati dall’Organismo per la certificazione della sicurezza informatica.
2) Un politologo che vogliamo ringraziare
Registriamo con piacere, e riportiamo da un intervento di Ilvo Diamanti.
3) Stato di agitazione permanente che giunga al blocco degli scrutini
E’ ciò che chiede buona parte della gran massa di lavoratori che lo scorso 5 maggio hanno manifestato, e che adesso sono insoddisfatti degli emendamenti al testo del Ddl ‘Buona Scuola’.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): non prenderne atto, dopo che mezzo milione di lavoratori sono scesi in piazza, assieme ai sindacati per opporsi al disegno di legge, continuando invece ad arroccarsi in difesa di una riforma impossibile da realizzare, significa voler perseverare nell’errore. Dalle parole del titolare del dicastero delle Riforme trapela una mancanza di rispetto per le parti sociali, per i lavoratori e per chi li rappresenta. Per realizzare un testo di riforma utile alla scuola, caro ministro, c’è solo una soluzione: riscriverlo daccapo assieme a loro.
Grazie ai successi ottenuti dall'Anief con i nuovi inserimenti dei diplomati magistrale.
Aperture e finte aperture
Diamo notizia di alcune precisazioni e le modifiche che sembrano prospettarsi, nel testo del d.d.l. n.2994 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, con delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”.
Per l’ufficio legale e legislativo del sindacato ci sono 10 buoni motivi per ricorrere contro la norma se approvata dal Parlamento nell’attuale stesura.
Gli emendamenti approvati sui precari non risolvono un bel niente. Non serve la non retroattività sui 36 mesi né le rassicurazioni sulle assunzioni nel 2016 per i mancati immessi in ruolo dalle Gae perché sempre vincolate all’autorizzazione finanziaria né la riserva dei posti per i docenti della II fascia graduatorie istituto con servizio per i nuovi concorsi, chiusi ai giovani laureati. Così si va dritti in tribunale e lo Stato perderà ancora contro i legali del giovane sindacato. I politici dovrebbero pagare i danni erariali per le riforme anti-europee e incostituzionali.
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