Anief "accoglie con favore l'apertura del Governo a considerare senza distinzioni i periodi di studi universitari svolti, ai fini dell'accesso al riscatto agevolato, chiesto dallo stesso sindacato. Non accetta invece la scelta di considerare quegli anni con il sistema contributivo, perché abbatte ulteriormente l'assegno pensionistico". E' quanto si legge in una nota sul riscatto della laurea agevolato anche ai lavoratori che temporalmente hanno avuto i propri periodi di studi universitari prima del 1996. Il riferimento è alla circolare Inps n. 6 del 22 gennaio
Sono moltissimi i docenti e gli aspiranti tali che da mesi attendono i tanti annunciati bandi per la scuola. Come previsto da norma il concorso ordinario e quello straordinario saranno pubblicati simultaneamente. Domani 29 gennaio, il Miur ha indetto un incontro con i sindacati, in occasione del quale saranno fornite maggiori indicazioni
Ci sono degli emendamenti proposti da Anief tra quelli che i parlamentari delle Commissioni di Montecitorio stanno esaminando per modificare il decreto 162/19 pubblicato in Gazzetta Ufficiale sulle “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica”. Rimane in ballo l’assunzione degli idonei del concorso per dirigenti scolastici (6.06, 6.29) bandito con decreto del direttore generale del Miur n. 1259 del 23 novembre 2017, al fine di stabilizzarli e coprire i posti vacanti entro un “un triennio e comunque fino alla pubblicazione della graduatoria del concorso successivo”. I deputati si apprestano a valutare se pertinente l’attivazione di una procedura per selezionare nuovi dirigenti tecnici” senza alcuna prova preselettiva e nelle forme di corso-concorso formazione”, riservata “per il 40 per cento del totale dei posti messi a concorso”. Va al voto poi la richiesta di riapertura delle GaE (6.41), al fine dell’inserimento “a domanda, di tutto il personale in possesso di abilitazione, ivi incluso il diploma magistrale conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002 e il diploma tecnico professionale, nonché del personale educativo”
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Quello della supplentite è un problema serio, che la politica deve per forza di cose affrontare. Le nostre richieste, che non necessitano peraltro di particolari finanziamenti, garantirebbero, se approvate, la stabilizzazione di personale – docente, Ata e dirigente - già formato, scelto e pronto a subentrare su posti vacanti. Ci affidiamo alla sensibilità e competenza dei deputati, anche perché le nostre proposte, se approvate, ridurrebbero di molto quel danno all’erario derivante dalla cronica violazione del nostro Stato della direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP per vincere il lavoro a tempo determinato reiterato negli anni”.
La legge di bilancio 2020 ha aperto il riscatto della laurea agevolato anche ai lavoratori che temporalmente posizionano i propri periodi di studi prima del 1996: lo ha comunicato l’Istituto di previdenza nazionale, con la circolare n. 6 del 22 gennaio, la quale fornisce finalmente un decisivo chiarimento sull’interpretazione del riscatto a costi minori, allargando di molto la platea dei possibili beneficiari della misura. Per il riconoscimento ai fini previdenziali, l’Inps ha detto che serviranno oltre 5.200 euro per ogni anno di studi. Anief accoglie con favore l’apertura del Governo a considerare senza distinzioni i periodi di studi universitari svolti, ai fini dell’accesso al riscatto agevolato, chiesto dallo stesso sindacato. Non accetta invece la scelta di considerare quegli anni con il sistema contributivo, perché abbatte ulteriormente l’assegno pensionistico.
Marcello Pacifico (Anief): “Il peso del montante dei contributi che può far valere oggi un insegnante o un Ata è già stato fortemente penalizzato dalle ultime riforme. Nella scuola, considerando pure i compensi di settore, tra i più bassi dell’area Ue e Ocde, con un disavanzo a fine carriera di circa mille euro medi al mese, si sta facendo di tutto per farli andare in pensione sempre più tardi, con eventuali anticipi a caro prezzo, con un trattamento mensile sempre più vicino alla soglia di povertà. E sempre più lontano rispetto all’ultimo stipendio percepito”
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Stride sempre più il confronto tra il trattamento dei dipendenti pubblici e privati: lo confermano gli ultimi dati nazionali Inps sul periodo gennaio-novembre, dai quali risultano in diminuzione i contratti a tempo determinato, mentre si registra un netto incremento delle assunzioni definitive, che passano da 463.117 a 653.495. Anief ritiene che questi dati rappresentino l’ennesimo campanello d’allarme per il pubblico impiego, a partire dalla Scuola, dove ci sono non meno di 150 mila posti di docenti vacanti, di cui la metà di sostegno, e altri 50 mila per il personale Ata (considerando il ‘potenziamento’ e i profili professionali superiori mai attivati). In entrambi i casi, il Miur nasconde la maggior parte dei posti liberi in organico di fatto, destinandoli così solo ai supplenti e cassando sul nascere qualsiasi possibilità che vengano destinati ai precari.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Quando nell’amministrazione pubblica si parla di stabilizzazione dei precari, continua a mancare la volontà di applicare nel settore pubblico le regole vigenti in quello privato. La verità è che bisogna procedere verso l'armonizzazione delle regole tra i due comparti, sia per quel che riguarda la contrattazione di lavoro, sia per la stabilizzazione dei precari abilitati e non con 36 mesi di servizio svolto: in questo modo, una volta annoverati tutti i posti liberi nell'organico di diritto a allargato l’uso della ‘call veloce’ predisposta per le GaE, verrebbero così assunti tutti i supplenti docenti inseriti nelle graduatorie di istituto di seconda e terza fascia, prevedendo per quest’ultimi l’acquisizione del diploma abilitante attraverso la frequenza di un corso ad hoc nell’anno di prova; si realizzerebbe inoltre il contratto a tempo indeterminato per tutti gli idonei del concorso di religione cattolica, come per gli educatori e per tutto il personale Ata dimenticato”
Per le lavoratrici della scuola è possibile presentare domanda fino al 28 febbraio 2020. Come ha riportato anche Orizzonte Scuola, “possono presentare domanda all’Inps le lavoratrici che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2019”. Chiedi a Cedan S.r.l.s. una consulenza personalizzata, visita il nostro sito
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