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Si avvicina il momento in cui docenti e studenti torneranno in classe: "Troveranno qualche novità, tutt'altro che rilevante, in particolare sull'alternanza scuola-lavoro, sul patto di corresponsabilità, passando per l'educazione civica. Ma i mutamenti da fare erano altri, a iniziare dalle regole per gestire concorsi e carriere del personale". Lo sottolinea l'Anief che ha deciso di rendere pubblici tre casi esemplari "riguardanti docenti precari che chiedono l'assunzione in ruolo, il personale Ata interessato a passare di livello e insegnanti che aspirano a diventare presidi, nei quali l'amministrazione scolastica ha emanato delle regole che danneggiano in modo inesorabile il loro futuro professionale"
"La mancata attuazione del decreto salva precari non ha complicato più di tanto la situazione: avrebbe stabilizzato circa 30.000 docenti sui 200.000 da stabilizzare. Sarebbe stata una goccia del mare, gradita per carità, ma non avrebbe certamente risolto il problema. Come non avrebbe risolto il problema quello che lo Stato fa ogni quattro, cinque anni, organizzare cioè corsi abilitanti, rendendosi conto che ci sono migliaia di persone laureate e non abilitate, chiamate a insegnare nelle nostre scuole per due, tre, quattro anni, a cui giustamente lo Stato riconosce l'abilitazione". Lo ha detto a Radio Cusano Campus, Marcello Pacifico presidente della associazione di categoria Anief.(ANSA).
Nell’anno record di precari da assumere, quasi 200 mila, quali saranno le discipline più ricercate? Di quali docenti avranno bisogno i dirigenti scolastici? Una tendenza chiara proviene in questi giorni dalle cattedre andate deserte per le oltre 53 mila assunzioni a tempo indeterminato. Perché la carenza in determinate classi di concorso, emersa nelle varie graduatorie di merito, molto spesso si ripete anche nelle GaE. A quel punto, i dirigenti degli Uffici scolastici sono costretti a passare la “palla” direttamente alle scuole, dove si utilizzano le graduatorie d’istituto. Queste ultime, però, spesso non bastano a risolvere il problema, pur in presenza di un’alta mole di supplenti, perché le iscrizioni in seconda e terza fascia d’istituto si attuano su un numero limitato di istituti. Per cui, con questo sistema organizzativo, ci si ritrova non di rado con una concentrazione di aspiranti in alcune scuole (soprattutto quelle poste in zone centrali e più ambite) e un numero troppo ridotto, per coprire le esigenze, in altri istituti (in alta percentuale più “difficili”, posti in aree periferiche e a rischi vari).
“La situazione – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – sta diventando davvero difficile. Perché non si ricorda, negli ultimi 50 anni, una carenza di docenti così vasta e generalizzata, a livello territoriale. Dalla fine degli anni Sessanta e i primi Settanta, quando gli istituti si fecero trovare impreparati al primo vero boom di alunni e di iscrizioni. Oggi, siamo riusciti nell’impresa di avere un numero impressionante di posti vacanti, uno su cinque, forse anche di più, pur avendo un esercito di docenti precari, molti dei quali pure già abilitati all’insegnamento. Il Miur, anziché procedere alla svelta al loro assorbimento, tramite GaE, doppio canale anche da graduatoria d’Istituto e prevedendo più elasticità negli spostamenti volontari di quelle derivanti dalle varie selezioni, ha puntato tutto su nuovi concorsi pubblici. Non volendo considerare che il tempo per bandirli e realizzarli, non c’era affatto. Ora, se ci troviamo in questa situazione assurda, almeno sapete a chi rivolgervi”.
Dalla Corte d'Appello di Palermo arrivano tre nuove sentenze che danno piena ragione all'Anief sul diritto al computo immediato e per intero del servizio svolto a termine. Marcello Pacifico (Anief): “Il nostro sindacato continuerà la sua battaglia per la piena equiparazione del lavoro precario al lavoro a tempo indeterminato in primis dal punto di vista economico e del riconoscimento immediato e per intero nella ricostruzione di carriera”. Ancora possibile aderire allo specifico ricorso per chiedere il riconoscimento degli scatti stipendiali non percepiti durante il precariato o l'integrale ricostruzione di carriera computando tutto il servizio svolto a termine
In un intervento a Radio Cusano Campus il presidente del giovane sindacato spiega le mosse di Anief (“Una proposta semplice, in sei punti, non solo per risolvere il precariato, ma per valorizzare la professione dei docenti”), chiede che si faccia una volta per tutte una disamina del fabbisogno dei posti nella scuola, più che pensare a risparmiare e bacchetta l’ormai ex ministro
I docenti e gli studenti che torneranno in classe troveranno qualche novità, in particolare sull'Alternanza Scuola Lavoro, sul patto di corresponsabilità, passando per l'educazione civica. "Ma i mutamenti da fare erano altri. A iniziare dalle regole per gestire concorsi e carriere del personale". Lo afferma in una nota Anief che rende pubblici tre casi esemplari - riguardanti docenti precari che chiedono l'assunzione in ruolo, il personale Ata interessato a passare di livello e insegnanti che aspirano a diventare presidi - nei quali "l'amministrazione scolastica ha emanato delle regole che danneggiano in modo inesorabile il loro futuro professionale", sottolinea l'associazione di categoria
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