ANIEF_110719 from Anief on Vimeo.
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L'Anief ha inviato le sue proposte ai parlamentari sulla riforma della scuola. Il sindacato chiede di adeguare l'organico di fatto all'organico di diritto, inserire il tetto di numero 20 alunni per classe, di potenziare l'organico Ata del 10%, di stabilizzare l'organico addetto ai servizi di assistente all'autonomia e alla comunicazione, di attribuire le ore di sostegno indicate nel Pei, di garantire l'iscrizione all'ultimo anno della scuola secondaria, di valutare il servizio pre-ruolo svolto su posti di sostegno nei vincoli relativi alla mobilità volontaria
Proprio mentre la Lega fa quadrato per fare approvare, prima dal Governo e poi in Parlamento, la legge sulla regionalizzazione che andrebbe a determinare “due Italie”, dall’Istituto nazionale di valutazione arrivano preoccupanti dati che evidenziano l’allargamento delle forbice di competenze tra i più fortunati alunni del Nord e gli abbandonati allievi iscritti in una scuola pubblica dalla Campania in giù. Il rapporto nazionale prodotto dall’Invalsi, presentato oggi alla Camera, parla di istituti del Nord che riescono a mantenere un buon livello degli studenti durante tutto il percorso e di scuole collocate al Sud, in particolare in regioni come la Campania, la Calabria e la Sicilia, dove oltre il 50% degli studenti arriva alla Maturità con l’insufficienza sia in italiano che in matematica.
“Ancora una volta – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - lo Stato dimentica che in certe aree del Paese non basta formare le classi e mandare i docenti in cattedra con le modalità standard. In determinate condizioni sfavorevoli, occorrono norme e sforzi straordinari per non rischiare, come accade al Meridione per gli alunni con famiglie a loro volta poco attrezzate culturalmente, di ritrovarsi con un esercito di giovani che arranca e recepisce una percentuale minima di tutto il processo di insegnamento che viene loro impartito. Ed approvare l’incostituzionale regionalizzazione, in questo contesto, significherebbe incrementare e legalizzare questo processo di disparità che abbandona al loro destino gli ultimi, abdicando una volta per tutte alla scuola come ascensore sociale”.
Il Consiglio di Stato deciderà la questione domani in Camera di Consiglio sulla sospensione urgente della sentenza del Tar Lazio richiesta dall'ufficio legale di Udir. La notizia la riporta l'avv. Sergio Galleano presente oggi a Palazzo Spada. Dei possibili esiti del contenzioso se ne parlerà alla prossima Scuola Estiva per i vincitori dal 12 al 14 luglio.
Invece di provvedere a stabilizzare decine di migliaia di ricercatori e docenti, da anni, se non decenni, impegnati quotidianamente a condurre la didattica e la ricerca nelle nostre università, si continua ad aumentare il numero di professori a contratto: così si istituzionalizzano sempre più rapporti annuali a contratto, spesso in cambio di un mero rimborso spese, a insegnanti esperti e cultori delle varie materie.
Marcello Pacifico (Anief): Il continuo ricorso alla contrattazione privatistica, per assicurare la costante erogazione dell’attività didattica, sta mettendo a serio rischio l’intera sopravvivenza del servizio nazionale universitario. Il tutto, calpestando la Carta europea dei ricercatori. Non è un caso se vi sono sempre meno iscritti, troppi studenti fuori corso e un numero altissimo di cultori, assegnisti, dottori di ricerca, ricercatori, verso l’estinzione, e quasi-docenti in perenne attesa di fare il “salto” negli organici accademici.
A seguito della sentenza Sciotto della Corte di giustizia europea sull'abuso dei contratti a termine, dopo un anno l'Italia corre ai ripari con una norma ad hoc che introduce il risarcimento dei danni per la violazione di norme imperative, la responsabilità dirigenziale, nuovi possibili concorsi per assumere, il limite di 48 mesi ai contratto a tempo determinato. Anief ne chiede la conversione a tempo indeterminato con emendamenti specifici alla VII Commissione del Senato. Marcello Pacifico (Anief): Chiediamo al presidente Pittoni di essere coerente con la proposta di legge, Ddl 335, che ha già presentato per i precari della scuola.
Nella Sicilia a Statuto speciale fin dai primi anni della Repubblica non si è mai realizzata il passaggio del personale della scuola alla Regione mentre in Lombardia e Veneto a Statuto ordinario lo si chiede in nome dell'autonomia differenziata. Ma il vero problema sono i fondi assegnati dallo Stato e la sua redistribuzione tra le aree del Paese. Ecco perché i sindacati sono contrari e l'ennesimo vertice di maggioranza si deve interrompere in attesa delle risposte del MEF. Marcello Pacifico (Anief): Andremo contro ogni progetto di secessione mascherata che mini l'unità del Paese e l'interesse nazionale.
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