Uno studente su tre che inizia le superiori non prenderà mai il diploma di maturità. Così è fallito il diritto costituzionale all'istruzione e per questa ragione continuiamo ad avere poco laureati. Marcello Pacifico (Anief): Bisogna ripristinare l'obbligo a 18 anni già pensato vent'anni fa, differenziare gli organici in base ai problemi del territorio piuttosto che agevolare l'autonomia differenziata di alcune regioni, investire in risorse umane e finanziarie nel settore dell'istruzione, università e ricerca con una maggiore copertura delle borse di studio.
Gli aggiornamenti sugli abbandoni scolastici non ci dicono nulla di buono. Secondo l’ultima “puntata” del dossier di Tuttoscuola sugli addii anticipati dai banchi, risulta infatti che dal 1995 a oggi 3 milioni e mezzo di studenti hanno abbandonato la scuola statale, su un totale di oltre 11 milioni iscritti alle superiori. Praticamente ha lasciato prima del tempo un giovane su tre. Il fenomeno ha per le casse dello Stato un costo enorme: 55 miliardi di euro. Quello che più preoccupa è il fatto che l’emorragia, così la definisce la rivista specializzata, è in calo ma nello stesso tempo risulta molto lontana dall’essere arrestata. Anzi, è diventata l’anticamera dei Neet (di cui l’Italia ha il record europeo), con picchi particolarmente alti al Sud.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “per invertire la tendenza sono diverse le azioni da attuare, ad iniziare dall’incremento del tempo scuola, passando per l’anticipo dell’obbligo formativo almeno a cinque anni di età, con contestuale obbligo formativo a 18 anni. Va poi incrementato e uniformato l’utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla didattica, considerando che oggi tra Nord e Sud c’è un gap ancora considerevole. Infine, per migliorare il sistema è anche importante valorizzare la funzione dei docenti e di tutti i lavoratori che operano nella scuola, dando loro stipendi adeguati. È chiaro che si tratta di provvedimenti che necessitano di investimenti importanti, ma senza il loro stanziamento non è nemmeno pensabile raggiungere quel 10% massimo di dispersione indicato dall’Europa. Il Def 2019, invece, ci dice che le intenzioni del Governo, approfittando del calo di nascite, sono addirittura di ridurre la spesa nei prossimi 20 anni”.