Dopo sette anni di blocco, con gli stipendi pubblici superati dall’inflazione del 16 per cento, ora il Governo si appresta a stanziare 1,48 miliardi di euro per il 2017 e 1,39 miliardi dal 2018: l’aumento netto per i dipendenti dello Stato sarà nella migliore delle ipotesi di appena 50 euro al mese quando, invece, ne servivano 300. Inoltre, si destinano 140 milioni di euro per il 2017 e 400 milioni dal 2018 per portare tra gli 11mila e i 25mila posti dall’organico di fatto a quello di diritto, pensando che il precariato scolastico possa essere superato con questa operazione che rappresenta un segnale incoraggiante ma, non di certo, la soluzione al problema.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le somme stanziate non sono in grado di coprire nemmeno il salario minimo per adeguare le buste paga al costo della vita, come certificato nelle scorse settimane dalla Corte dei Conti. Anche sulla trasformazione di alcune migliaia di posti in organico di diritto, ci troviamo dinanzi a numeri troppo bassi: pure quest’anno sono circa 100mila le cattedre assegnate e, pertanto, la riduzione prevista non muterebbe di molto la sostanza. Solo per il sostegno vi sono circa 38mila posti vacanti ma che continueranno ad andare a supplenza: questa legge di bilancio non ne prevede alcuna riduzione. Se il Governo aveva intenzione di migliorare la riforma della scuola, la Legge 107/15, possiamo dire che l’obiettivo è fallito.
Per questi e altri motivi, Anief invita tutti i lavoratori della scuola a scendere in piazza per i propri di diritti, a dire un secco “no” alla precarizzazione del lavoro, aderendo allo sciopero indetto per tutta la giornata e partecipando al presidio che si terrà a Roma il prossimo 14 novembre dalle 8.00 alle 13.00 davanti Montecitorio. Per ulteriori informazioni e per usufruire dei pullman gratuiti per raggiungere Roma, messi a disposizione dall'Anief, è necessario inviare un'e-mail entro il 7 novembre a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. specificando la provincia di partenza, nome, cognome, numero cellulare e indirizzo e-mail.
ROMA, 4 NOV - "Beffa cosmica per il sostegno: spariscono pure le 5mila assunzioni annunciate". Lo denuncia l'Anief riferendosi alla manovra recentemente varata dal Governo. Nel testo della Legge di Bilancio presentato alla Camera, negli articoli 52 e 53, a proposito di stabilizzazione di posti - constata il sindacato - "si parla soltanto di accorpamento degli spezzoni di cattedra che prevede, quindi, una vera e propria 'aggregazione' degli spezzoni di orario, anche tra più scuole, fino a formare una cattedra o un posto intero". "Non c'è traccia, invece, della stabilizzazione dei posti di sostegno: 9 mila alunni disabili e le loro famiglie non avranno, pertanto, la stabilizzazione sperata. Vengono confermati in pieno, dunque, gli oltre 32mila posti precarizzati per legge la cui supplenza annuale al 30 giugno, malgrado si tratti di cattedre libere, obbliga 60 mila ragazzi disabili ad avere ogni anno docenti precari che, per gli effetti delle graduatorie, mutuano quasi costantemente". "Basta 'tira e molla' sul sostegno: decine di migliaia di posti in deroga costituiscono - afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - un'emergenza formativa nazionale. Se si vuole uscire dalla "babele" sul sostegno, cui pure quest'anno abbiamo assistito, con tanti supplenti annuali ancora da nominare a novembre inoltrato, occorre dare seguito alla sentenza pilota n. 80/10 della Corte Costituzionale e superare i laccioli messi sull'art. 40, comma 1, della Legge 27 dicembre 1997 n. 449, in base al quale è possibile assumere insegnanti di sostegno, in deroga al rapporto docenti-alunni". "Proprio a tutela dei diritti degli studenti disabili e delle loro famiglie, per avere più docenti di sostegno, per l'adeguamento dell'organico di fatto a quello di diritto, oltre che per cancellare il vincolo quinquennale per i neo-assunti", Anief ha deciso di scioperare e indire un presidio davanti Montecitorio il prossimo 14 novembre. (ANSA).
Nel testo della Legge di Bilancio presentato alla Camera, negli articoli 52 e 53, a proposito di stabilizzazione di posti, si parla soltanto di accorpamento degli spezzoni di cattedra che prevede, quindi, una vera e propria ‘aggregazione’ degli spezzoni di orario, anche tra più scuole, fino a formare una cattedra o un posto intero. Non c’è traccia, invece, della stabilizzazione dei posti di sostegno: 9 mila alunni disabili e le loro famiglie non avranno, pertanto, la stabilizzazione sperata. Vengono confermati in pieno, dunque, gli oltre 32mila posti precarizzati per legge la cui supplenza annuale al 30 giugno, malgrado si tratti di cattedre libere, obbliga 60 mila ragazzi disabili ad avere ogni anno docenti precari che, per gli effetti delle graduatorie, mutuano quasi costantemente.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): basta ‘tira e molla’ sul sostegno: decine di migliaia di posti in deroga costituiscono un’emergenza formativa nazionale. Se si vuole uscire dalla “babele” sul sostegno, cui pure quest’anno abbiamo assistito, con tanti supplenti annuali ancora da nominare a novembre inoltrato, occorre dare seguito alla sentenza pilota n. 80/10 della Corte Costituzionale e superare i laccioli messi sull’art. 40, comma 1, della Legge 27 dicembre 1997 n. 449, in base al quale è possibile assumere insegnanti di sostegno, in deroga al rapporto docenti-alunni.
Proprio a tutela dei diritti degli studenti disabili e delle loro famiglie, per avere più docenti di sostegno, per l’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto, oltre che per cancellare il vincolo quinquennale per i neo-assunti, Anief ha deciso di scioperare e indire un presidio davanti Montecitorio il prossimo 14 novembre.
Non c'è pace per il Ministero dell'Istruzione quando in Tribunale deve scontrarsi con i legali Anief che scendono in campo a tutela dei diritti dei docenti abilitati illegittimamente esclusi dal Concorso a cattedra 2016. Il Consiglio di Stato bacchetta, infatti, il MIUR in sede cautelare e conferma le tesi sostenute dall'Anief a tutela dei diritti dei docenti in possesso di diploma magistrale a indirizzo sperimentale linguistico conseguito entro l'a.s. 2001/2002. Nuovamente confermata l'illegittimità della loro esclusione dal concorso 2016 e MIUR condannato, anche, al pagamento delle spese di giudizio. Marcello Pacifico: “Il MIUR adesso esegua gli ordini dei giudici. Intanto a Roma il 14 novembre noi ci mobiliteremo con uno sciopero e una manifestazione per richiedere a gran voce la tutela dei diritti di tutti i lavoratori della scuola bistrattati da anni”.
Rispetto alla bozza del 24 ottobre, arriva uno stanziamento di ulteriori 520 milioni di euro per la copertura finanziaria del 2017 e 780 milioni in più a partire dal 2018: si passerebbe, quindi, dai 1.400 milioni inizialmente previsti per il 2017 agli attuali 1.920 e dai 1.850 milioni previsti nella prima stesura, per gli anni dal 2018 in poi, agli attuali 2.630. L’aumento netto per i dipendenti statali “sarebbe compreso tra i 40 e i 50 euro, pochi rispetto alla perdita salariale dal 2008 quantificata in 180 euro mensili” a cui vanno aggiunti gli aumenti previsti per legge. È anche possibile, tra l’altro, che lo stanziamento non riguardi solo gli aumenti stipendiali e che, pertanto, le cifre siano ancora più basse. Ora si parla, anche, di astensione facoltativa ridotta del 70%.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): gli aumenti stipendiali devono andare a coprire anni e anni di blocco che prevedono un primo 10 per cento di incremento relativo all’indennità di vacanza contrattuale, creata proprio per non far scendere le buste paga sotto il costo della vita. Un altro 10 per cento è, invece, quello dell’effettivo aumento: considerando uno stipendio medio lordo di 1.500 euro, gli aumenti corrispondono quindi a 300 euro. Non è un’esagerazione, ma si tratta di dati oggettivi che potrebbero diventare ancora più cupi visto che, con la riforma della PA, la 150/09, per il comparto pubblico si prospetta l’addio agli scatti di anzianità automatici. Sinora ci siamo ribellati a questo stato di cose ricorrendo al giudice del lavoro e delle leggi, ma la strada non può essere questa. Ci rivolgiamo ai parlamentari: lo faremo lunedì 14 novembre con una giornata di sciopero e manifestando davanti al palazzo dove si approvano le leggi.
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